Chi era Sibilla Barbieri, l’attrice malata terminale morta in Svizzera tramite suicidio assistito
Sibilla Barbieri è l’attrice morta in una clinica Svizzera tramite suicidio assistito. Malata oncologica terminale, era consigliera dell’Associazione Coscioni e da tempo cercava il modo di poter mettere fine volontariamente alla sua vita. La sua richiesta era stata rifiutata dalla Asl di Roma, così in seguito si è recata presso la struttura svizzera, accompagnata dal figlio Vitorio Parpaglioni e dall'ex senatore radicale Marco Perduca.
Chi era Sibilla Barbieri, l’attrice era malata oncologica terminale
Attrice, produttrice e regista, Sibilla Barbieri nel 2008 ha fondato insieme a Simona Barbieri una società di produzione, La Siliàn, che realizzava spot, cortometraggi, documentari e lungometraggi che negli anni hanno ricevuto diversi riconoscimenti, l’ultimo nel 2020 dal titolo Dio salvi la Regina del quale Barbieri è stata sia sceneggiatrice che attrice. Diretto da Andrés Arce Maldonado, racconta la storia di Diana, una donna che ha deciso di ribellarsi al pigro scorrere della vita e ad una società che cerca di trattenerla sotto le rigide regole del patriarcato. Consigliera dell’Associazione Luca Coscioni, Sibilla teneva diversi interventi sul tema della liberà della ricerca scientifica, disponibili e riascoltatili sul sito di Radio Radicale. Il suo ultimo lavoro è stata la docu serie per RaiPlay dal titolo Più di chiunque altro, che dà voce e spazio alle esigenze della generazione Z, al quale ha partecipato anche il figlio Vittorio Parpaglioni.
La battaglia per il suicidio assistito e la morte in Svizzera
La notizia della morte di Sibilla Barbieri è stata diffusa dall’Associazione Luca Coscioni lunedì 6 novembre. Dopo il rifiuto della Asl di Roma a concederle il sostegno per la morte volontaria, la donna si è recata in Svizzera, dove si è spenta, accompagnata dal figlio Vittorio. Secondo la struttura sanitaria italiana, Barbieri non possedeva tutti i requisiti necessari per accedere legalmente alla procedura, così come previsto dalla sentenza Cappato/Dj Fabo della corte Costituzionale. "Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali – ha detto la regista nell'ultimo video messaggio pubblicato online prima del viaggio -. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente”. Ha lanciato poi un appello per tutti coloro che non hanno avuto le sue stesse possibilità, “perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un'altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio".