Chi era Brent Renaud, il giornalista Usa ucciso in Ucraina
Brent Renaud è stato il primo giornalista ucciso nel corso dell'invasione russa in Ucraina. Americano, 51 anni, è stato colpito mortalmente al collo nei pressi di un checkpoint a Irpin, mentre con un suo collega, Juan Arredondo rimasto ferito, stava filmando la fuga dei profughi. Lo piange il Times, con cui il giornalista, reporter e regista collaborava assiduamente: "Era di grande talento e aveva collaborato con noi in questi anni". Aveva con sé il tesserino del New York Times, il giornale ha precisato in un secondo momento di non aver affidato alcun incarico al giornalista, che aveva comunque collaborato con il giornale in passato. Anima da freelance, non aveva alcun impegno o responsabilità "di scrivania" e da anni stava lavorando a un documentario incentrato sulla crisi globale dei rifugiati.
Chi era Brent Renaud
Aveva cominciato a lavorare a reportage giornalistici su 11 settembre e guerra in Afghanistan. Vinse il du Pont-Columbia Award 2021 per un progetto sui bambini di Haiti dopo il terremoto. Brent Renaud, insieme a suo fratello Craig, aveva anche vinto il Peabody Award 2014 per un documentario pubblicato su Vice in otto puntate: "Last Chance High". Il documentario raccontava le storie degli studenti della scuola pubblica di Chicago, in particolare la vicenda di una ragazza della Montefiore, che soffriva di gravi disturbi della personalità e per questo motivo era stata espulsa. Ma il documentario racconta anche le difficoltà degli insegnanti di convivere con una realtà complessa come quella di Chicago, con adolescenti impossibili che vengono da vite impossibili.
Gli Stati Uniti vicino alla famiglia del giornalista ucciso
Il Dipartimento di Stato ha assicurato di offrire tutta l'assistenza consolare possibile alla famiglia di Brent Renaud e negli States già si pensa a un giorno per celebrare la sua attività. Brent Renaud era un giornalista molto esperto, conosceva bene i risvolti della guerra, aveva lavorato seguendo sia i fatti in Afghanistan sia in Iraq. Il consigliere alla Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, ha confermato che per quanto successo ci saranno grandi conseguenze: "La Russia subirà ‘gravi conseguenze' per quanto sta facendo. È ovviamente scioccante e orribile".