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Caso Scurati

Caso Bortone, perché secondo l’Ad Rai la giornalista doveva essere licenziata sul caso Scurati

Nei giorni scorsi l’amministratore delegato Rai è tornato sul caso Bortone è intervenuto pubblicamente dicendo che avrebbe dovuto essere licenziata. Ma perché lo ha detto e a quali regole interne vanno ricondotte le sue parole?
A cura di Andrea Parrella
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Il caso Bortone continua a tenere banco. Dopo le indiscrezioni legate a un possibile dimezzamento della conduttrice nella prossima stagione, con una riduzione alla sola serata del sabato del suo programma "Che sarà", sono arrivate, durissime, le parole dell'amministratore delegato Rai Roberto Sergio che, in occasione di un incontro dello scorso sabato, ha detto chiaramente che stando al regolamento Rai la conduttrice avrebbe dovuto essere licenziata. 

"Serena Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto e invece non è stata punita", ha detto Sergio rivendicando una sostanziale clemenza da parte dell'attuale gestione Rai sul caso Scurati. Ha quindi aggiunto Sergio: "In nessuna azienda sarebbe consentito fare un post contro l’azienda per cui lavora. Adesso l’11 giugno avrà modo di chiarire e prenderemo una decisione". 

Cosa dice il codice etico Rai

Ma a cosa si riferisce Sergio? L'amministratore delegato allude, nello specifico, a un paragrafo del Codice Etico della Rai, che introduce la nuova policy sui social, in cui si legge: "Premesso che si è liberi di rendere noto sui profili privati il ruolo ricoperto all’interno dell’azienda alla luce delle suddette considerazioni, fermo il rispetto della libera manifestazione del pensiero, nell’utilizzo dei profili privati si è tenuti a non compiere azioni (quali ad esempio a titolo esemplificativo e non esaustivo pubblicare, condividere, ecc..) che possano ledere la reputazione e i diritti Rai. È necessario specificare di esprimersi a titolo personale evitando qualunque "azione" sui presidi digitali privati che possa essere attribuita a Rai. Si invita inoltre al rispetto della correttezza espressiva e a non diffondere fake news".

Il precedente del post di Roberto Sergio contro Andrea Vianello

Toccherà capire se quelle di Bortone siano parole che possono essere inscritte in questo specifico scenario. Proprio in queste ore, tuttavia, un caso dei mesi scorsi si ritorce contro lo stesso amministratore delegato Sergio che ha sempre fatto un utilizzo molto personale dei social network, indipendentemente dalla carica ricoperta, e che, quando era direttore di RadioRai, aveva attaccato chiaramente l'allora direttore di Radio Rai1 Andrea Vianello, dopo la pubblicazione sulle pagine social dell'emittente della foto dei manifesti affissi a Napoli con l’immagine a testa in giù della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del presidente del Senato Ignazio La Russa e dei ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. "Amplifica la violenza", aveva scritto Sergio, con qualcuno che in queste ore si chiede se quella condotta di Sergio non fosse in qualche modo comparabile a quella di Bortone.

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