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Carlo Verdone: “Eleonora Giorgi non ha mai perso la speranza. Dovevamo fare Vita da Carlo insieme”

In una intervista al Corriere della Sera, l’attore e regista ricorda l’amica scomparsa: “Dovevamo fare Vita da Carlo 4 insieme, ma purtroppo i medici non le hanno dato l’ok per registrare. Se Borotalco è venuto bene, è merito suo”.
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Dopo il toccante ricordo su Facebook, Carlo Verdone è tornato a parlare di Eleonora Giorgi con il Corriere della Sera: "L'ultima volta ci siamo sentiti cinque giorni fa. Messaggi sul cellulare corti, meravigliosi, sul profondo affetto che ci legava da sempre, sui nostri giorni felici insieme". Avrebbero dovuto lavorare di nuovo insieme per Vita da Carlo, ma purtroppo la malattia dell'attrice ha frenato ogni progetto: "Doveva interpretare una piccola parte in Vita da Carlo 4, la serie un po' romanzata sulla mia vita di cui ho appena finito le riprese. Nella scena doveva portare un dono a mia figlia. Ma stava girando la polmonite e i medici le proibirono di venire sul set". 

"Borotalco? Se è venuto bene è merito suo"

Borotalco è il film che ha segnato le loro carriere. Il regista ricorda con affetto il film che li ha consacrati entrambi: "Se è venuto bene il merito fu anche suo. Ha trasmesso tanta creatività". La scelta di lavorare insieme nacque da un incontro con Angelo Rizzoli: "Mi disse che dopo due film con Manfredi e Lattuada, Eleonora aveva visto Un sacco bello e Bianco Rosso e Verdone e voleva lavorare con me. Gli dissi accetto, purché avessi al mio fianco lo sceneggiatore Enrico Oldoini".

Il personaggio di Nadia Vandelli, brillante, sveglia, lo disegnammo su di lei, mentre io ero l'imbranato. Fummo una coppia perfetta. Le riprese durarono dieci mesi, un'infinità. All'anteprima a Bologna la sala era stipata, Lucio Dalla si sedette per terra, alla fine ci abbracciammo tutti e tre. […]  Eleonora riuscì a farlo vedere a Warren Beatty e Jack Nicholson, che rimasero stupiti, lo videro senza sottotitoli, qualcuno traduceva per loro i dialoghi in simultanea. Beatty voleva conoscermi, come faccio col mio inglese che è pessimo, dissi. Ti aiuto io, rispose Eleonora.

"Vederla malata col cappellino in testa mi ha fatto impressione"

La malattia ha segnato profondamente l'attrice: "Vederla malata col cappellino in testa… Lei, perdere i suoi bei capelli biondi, mi ha fatto impressione". Eppure, Verdone sottolinea il coraggio con cui Eleonora ha affrontato la malattia: "Ha fatto un atto di coraggio estremo, dando prova di essere una donna matura, pur sapendo che in fondo al tunnel non ci sarebbe stato più nulla". Nonostante la gravità della situazione, "chi è in quella condizione la speranza non la perde mai. Aspetti un miracolo, un farmaco, qualcosa che la gran parte delle volte non arriva. Non si è mai sottratta alla sua debole speranza. Con grazia, pacatezza, serenità".

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