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Carlo Conti: “Leonardo Pieraccioni triste in vacanza a Zanzibar, le ragazze non erano carine”

Carlo Conti racconta un vecchio viaggio a Zanzibar insieme a Leonardo Pieraccioni e a un gruppo di amici: “Leonardo aveva chiuso una storia ed era un po’ depresso. Arrivato nel villaggio, voleva tornare indietro. Forse anche perché le ragazze dell’animazione non erano granché carine”.
A cura di Stefania Rocco
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Carlo Conti racconta al Corriere della sera il viaggio a Zanzibar vissuto con l’amico Leonardo Pieraccioni e un gruppo di amici nel 2005. “Io, Leonardo Pieraccioni, Maurizio il commercialista, Domenico, che è un po’ il nostro conte Mascetti – in teoria dovrebbe lavorare in Regione ma in pratica non fa nulla – quattro fiorentini più un napoletano, l’attore Lucio Caizzi. Il viaggio lo proposi io: ‘Ragazzi, che dite, si va una settimanina in un villaggio a Zanzibar?’”, comincia così il racconto del conduttore di Tale e Quale Show. Sono trascorsi quasi 20 anni da quel momento eppure Conti ricorda ancora bene i dettagli. Come l’insofferenza di Pieraccioni che, arrivato nel villaggio vacanze, decise di tornare indietro:

Eravamo tutti single, io per mia scelta, lui invece aveva da poco chiuso una storia ed era perciò un po’ depresso, contavamo di tirarlo su. Gli era presa male, una botta di tristezza. Forse anche perché, la sera prima, avevamo dato un’occhiata alle ragazze dell’animazione e non erano granché carine. “Dai, magari domani cambia turno e ci va meglio”. Niente. A colazione ci annunciò cupo: “Riparto, riparto, me ne vo subito, cerco il primo volo e me ne torno a Firenze”. Gli altri si sono agitati, io che lo conosco sapevo che gli sarebbe passata.

Leonardo Pieraccioni e il viaggio a Zanzibar con Carlo Conti

Conti racconta che Pieraccioni, nell’arco di qualche giorno, cambiò idea. Grazie al buffet: “Per merito del meraviglioso buffet, allestito con ogni bendidio, che riportò l’allegria. E forse anche a qualche altra presenza femminile, non accompagnata, che faceva ben sperare. Ci divertimmo a mettere in mezzo il povero Maurizio, spedendolo in continuazione a parlare con il cuoco – italianissimo, che stette al gioco – con richieste gastronomiche sempre più assurde. ‘Senta, Carlo e Leo vorrebbero tanto un astice alla catalana’. O il porcellino sardo. O la polenta con i funghi. O le lasagne con il ragù. Faceva la spola continua, tra lui e noi, sempre più imbarazzato”. Tra i momenti indimenticabili di quel viaggio, Conti ricorda la partita a calcetto disputata contro una squadra composta da bambini:

La partitella a pallone sulla spiaggia con dei bambini, alcuni italiani e alcuni stranieri, noi cinque contro sette di loro. Fortissimi, come correvano. Una fatica boia, restammo senza fiato, con la lingua di fuori. Il primo a mollare fu Lucio, poi Domenico e Maurizio. Restammo in campo io e Leo, con una ragazza reclutata come portiere. Una disfatta: perdemmo 7 a 3. […] Pieraccioni? Diciamo pure che tornò più allegro dopo la partita a pallone sulla sabbia. E grazie al buffet.

Il safari nella savana: “Non dormivamo a causa dei ruggiti”

Dopo quei primi giorni di relax, Conti e il suo gruppo di amici si avventurarono in un safari nella savana: “Dormivamo in tende di lusso piantate a cerchio sulla riva del fiume, con le scimmiette che venivano a bere mentre noi, intorno al fuoco, sorseggiavamo un vinello toscano. Una sera però scoppiò un temporale pazzesco, sembrava una scena di Jurassic Park”. Sere nelle quali ricorda di non avere chiuso occhio: “Di notte dormivamo poco, perché si sentivano dei ruggiti spaventosi che sembravano molto vicini, appena fuori dalla tenda. O un rumore fortissimo di passi, quando si spostavano gli elefanti. I guardiani ci avevano spiegato che in realtà gli animali erano lontani. Probabilmente c’erano dei sistemi di protezione. Fatto sta che al mattino eravamo tutti mezzi rintronati dal sonno”.

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