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Carlo Conti ironizza sulla politica in Rai, gelo in Senato e La Russa non pare apprezzare la battuta

Stoccata di Carlo Conti, che in occasione di un evento in Senato con Arbore scherza sull’influenza della politica sul servizio pubblico, che esiste ancora oggi. In aula si ride, ma qualcuno non pare apprezzare.
A cura di Andrea Parrella
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Carlo Conti si sbottona sulla Rai e la politica che influenza l'azienda. È successo oggi, tra l’altro in un luogo simbolo della politica come il Senato, che ha ospitato la cerimonia celebrativa per i 100 anni della radio in Italia, trasmessa in diretta su Rai 1. A condurre la cerimonia proprio Conti, che ha ospitato, tra gli altri, Renzo Arbore, decano della nostra televisione pronto a fare ritorno in Tv con il suo "Cari amici vicini e lontani".

La battuta di Carlo Conti

Il conduttore, in aula difronte al Presidente del Senato Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e altri esponenti della politica, si è reso protagonista di un siparietto con Renzo Arbore, mentre quest'ultimo ripercorreva i suoi anni di Radio Rai. "Io fui mandato via da Per Voi Giovani, che avevo inventato, perché non ero schierato politicamente. Allora bisognava essere un po’ schierati politicamente, ma non dico con chi… Era tutto politicizzato, 1970". Così Arbore, che ha servito su un piatto d’argento a Conti una battuta irrinunciabile: "Allora eh?! Allora!". Come a sottolineare che la cosa non valesse solo al tempo, ma sia in vigore ancora oggi. Molti esponenti della maggioranza in Senato non sembrano prenderla benissimo, tra questi il Presidente Ignazio La Russa, che non pare divertito. Conti a quel punto se la ride e quasi ‘finge’ di volerci mettere una pezza: "No, allora dico! Oggi se ne sente parlare. Mi vien da ridere, se ne parla ancora oggi".

Carlo Conti e il rapporto con la politica

Il tema dell'influenza della politica sulla Rai è una costante quando si parla di servizio pubblico e mai come in questi ultimi mesi ha tenuto banco ogni qual volta l'azienda di Stato fosse al centro del dibattito. Una narrazione che ha inevitabilmente segnato i volti che hanno deciso di andare via e quelli che hanno scelto di restare. A finire in questa boutade anche Carlo Conti, che ha avuto in eredità da Amadeus il Festival di Sanremo e che, proprio in relazione al racconto che è stato fatto dell'uscita di Amadeus dalla Rai, polemica e nel segno del dissenso, è stato indicato come l'aziendalista per eccellenza che non intende prendere posizione contro la sua azienda. Questa battuta, al contrario, è in un certo senso la prova di chi conosce perfettamente il contesto e, come affermato in un'intervista a Fanpage.it di un anno fa circa:

Sono stagioni che vanno e vengono, è una cosa che non mi riguarda minimamente e il varietà non ha colori, non ha partiti. Io stesso ho sempre rifiutato di legarmi da una parte e dall'altra, credo che nel mio ruolo si debba essere battitori liberi, equidistanti da tutti e sciolti nel poter fare il proprio mestiere. Ogni volta che c'è stato un cambiamento mi sono presentato con il mio lavoro, mostrando i risultati e ogni volta abbiamo deciso di rinnovare il rapporto serenamente.

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