Bong Joon-ho a capo di una protesta contro media e polizia sudcoreani dopo la morte di Lee Sun-kyun
Lo scorso 27 dicembre l'attore Lee Sun-kyun, tra i protagonisti di Parasite, è stato trovato morto nella sua auto, al centro di Seul. La terribile scomparsa del 48enne, probabilmente un suicidio, è avvenuta dopo che il divo è stato coinvolto in una indagine sull'uso di sostanze stupefacenti, ha aperto un acceso dibattito sulle modalità di indagine adoperata dalla polizia sudcoreana e anche sull'utilizzo che i media hanno fatto di alcune notizie che, in realtà, avrebbero potuto avere meno rilevanza. Per queste ragioni, il regista di Parasite, Bong Joon-ho ha avviato una protesta, seguito da un congruo gruppo di artisti, chiedendo che venga fatta luce sui metodi utilizzati dalle forze dell'ordine.
Le ragioni della protesta
Nei giorni scorsi si è tenuta una conferenza stampa nel Korea Press Center di Seul, guidata proprio dal regista Premio Oscar, e organizzata dopo la diffusione di un comunicato stampa, così intitolato: "Demands of Artists and Culture Workers Facing the Death of the Late Actor Lee Sun-kyun", in cui gli artisti e i lavoratori della cultura chiedono delucidazioni dopo la scomparsa di Lee Sun-kyun. Nel testo in questione si legge:
È necessario apportare chiare migliorie legislative per assicurare che non vi sia inversione di principi ed eccezioni tra i diritti umani degli indagati e il diritto del pubblico di essere informato. Inoltre, è fondamentale evitare che le autorità investigative interpretino e applichino arbitrariamente l’intento della legge. Speriamo che una tragedia simile non si ripeta nel processo di indagine degli artisti legati alla cultura pop. Questa è la richiesta della comunità culturale e artistica di fronte alla morte del compianto Lee Sun-kyun
Le parole di Bong Joon-ho
Infine, Bong Joon-ho si è speso in una dichiarazione ufficiale, parlando in maniera chiara, in prima persona, sottolineando la necessità di individuare possibili incongruenze tra le indagini e quello che è trapelato sul conto dell'attore che, di fatto, ha contribuito alla distruzione della sua immagine:
Esigo che le autorità svolgano un’indagine. Chiediamo che la polizia verifichi se ci sono state eventuali negligenze nella sicurezza dell’indagine dal momento in cui sono stati esposti i dettagli dell’indagine sul defunto fino a due mesi dopo. Vogliamo sapere se ci sono stati contatti mediatici individuali durante l’indagine, e desideriamo che i risultati siano resi pubblici per dissipare ogni dubbio.