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Becchetti a Pupo: “Grazie per aver creduto alla mia innocenza anche se non ti ho mai sentito”

L’imprenditore risponde a Pupo: “Grazie per aver creduto nella mia totale innocenza anche se in questi duri anni di lotta legale non lo ha mai manifestato né privatamente né tantomeno pubblicamente”.
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Dopo le recenti dichiarazioni di Pupo rilasciate a Dagospia circa una parte di compenso mai percepita da Francesco Becchetti, l'imprenditore risponde e rassicura il cantante e lo showman: il contratto sarà rispettato, non appena messo nelle condizioni di farlo. Con una nota alla stampa, Becchetti risponde a Pupo e fa notare un dettaglio: "per aver creduto nella mia totale innocenza anche se in questi duri anni di lotta legale non lo ha mai manifestato né privatamente né tantomeno pubblicamente". Pupo aveva pubblicato una lettera a Dagospia, ricordando a Becchetti di aver ancora un sospeso di 120 mila euro.

La replica di Francesco Becchetti

Francesco Becchetti tramite una nota stampa precisa: “Ringrazio Pupo per aver creduto nella mia totale innocenza anche se in questi duri anni di lotta legale non lo ha mai manifestato né privatamente né tantomeno pubblicamente. Ha aspettato una sentenza di un arbitrato internazionale per esprimerla e subito dopo rivendicare il pagamento dell'ultima trance del suo compenso. Voglio rassicurarlo che intendo onorare, come sempre, i miei impegni quando sarò nelle condizioni di poterlo fare, ovvero, non appena mi sarà garantita la protezione diplomatica della Premier Meloni nei confronti del Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama, protezione dovuta a garanzia dell'impresa, dello spettacolo e dei cittadini italiani”.

La vicenda

Francesco Becchetti era proprietario di Agon Channel, un'emittente televisiva paneuropea con sede a Tirana, comoposta da 500 dipendenti. Nei giorni scorsi, un tribunale internazionale ha riconosciuto a Francesco Becchetti 120 milioni di euro in danni, costi e interessi contro l'Albania. Agon Channel era una televisione che non aveva mai risparmiato critiche al primo ministro albanese Edi Rama, al suo governo e ad altri politici. In seguito alla chiusura del canale, con l'accusa di riciclaggio di denaro, i beni di Becchetti sono stati congelati e su di lui è stato emesso un mandato di arresto e sono state avviate le procedure di estradizione. Rama aveva definito, nel 2015, Becchetti e i suoi collaboratori un "fenomeno scandaloso contro il quale abbiamo dichiarato guerra e che combatteremo fino alla fine". Ha aggiunto che il governo "farà tremare le fondamenta del sistema giudiziario". Nel frattempo, Becchetti ha presentato una richiesta di avvio di un procedimento arbitrale contro lo Stato albanese presso l'ICSID.

Il tribunale dell'ICSID ha ritenuto che le azioni del governo di Rama nell'emettere mandati di arresto contro Becchetti e l'amministratore di AgonSet, Mauro De Renzis, accusandoli di evasione fiscale, falsificazione di documenti, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro e richiedendo la loro estradizione dal Regno Unito, fossero motivate dalle critiche di Agonset al governo albanese e che la chiusura di Agonset fosse il culmine di una campagna politica contro Becchetti e altri. I tribunali di Londra che si sono pronunciati sulle richieste di estradizione hanno anche stabilito che l'Albania ha abusato e usurpato del procedimento giudiziario. L'Interpol ha ritirato i mandati di arresto internazionale contro Becchetti e De Renzis, dopo che l'Albania non è stata in grado di giustificarli. La polizia albanese aveva fermato gli ex dipendenti e i manager di Agon e li aveva sottoposti a perquisizioni nel momento in cui essi avevano provato a lasciare il Paese. Tra questi dipendenti, definiti dal governo albanese "persone molto pericolose", c'erano giornalisti, redattori e analisti, ma anche cameraman, operatori e persino parrucchieri. Il Tribunale ha inoltre condannato l'Albania per espropriazione illegittima dell'emittente televisiva Agonset, in violazione dell’accordo bilaterale sugli investimenti tra Italia e Albania. In particolare, ha condannato il governo albanese a pagare a Becchetti e agli altri imprenditori la somma di 110 milioni di euro risarcimenti e spese. Circa l'1% del PIL albanese.

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