Barbara Carniti, figlia di Alda Merini, delusa dal film Folle d’Amore: “Mia mamma era diversa”
Il film di Rai 1 Folle d'amore – diretto da Roberto Faenza – che racconta la vita di Alda Merini, non è stato apprezzato dalla figlia Barbara Carniti. Sul suo profilo Facebook scrive: "Non mi ha suscitato nessuna emozione e non ha rappresentato il suo estro, la sua voglia di vivere nonostante le brutture di un vissuto psichiatrico". Parole che, specifica, sono " un commento a caldo". Carniti non mette in dubbio le capacità di un'attrice come Laura Morante, ma la reputa mancante "della verve, quel non so che per rendere più credibile la figura della Poetessa". Intervistata dal Giorno, sottolinea: "Sullo schermo ho trovato un'Alda merini spenta, non la donna con la voglia di reagire che invece ho conosciuto".
Il parere della figlia di Alda Merini sulla fiction Folle d'Amore: "Mi ha delusa"
Alda Merini, la poetessa "nata il ventuno a primavera" che non sapeva "che nascere folle, aprire le zolle, potesse scatenar tempesta", non è stata rappresentata adeguatamente nel film Folle d'amore. A sostenerlo è Barbara Carniti che "non vuole dare un lapidario giudizio ma solo il parere di una figlia che conosce bene la storia". La sua impressione generale è che l'estro, la voglia di vivere – nonostante l'esperienza negli ospedali psichiatrici – di Merini non siano stati messi in luce. Secondo la figlia, inoltre, manca anche la menzione ai numerosi premi ricevuti per la sua poesia. C'è poi l'aspetto legato agli affetti e alle amicizie che hanno circondato la poetessa:
Banalizzato il rapporto con Manganelli: avrei approfondito di più. Una vita così prorompente, uno tsunami d'amore che tanto si è spesa per gli altri, non è stato minimamente menzionato, come non sono stati neanche citati gli amici che negli anni, hanno sostenuto emotivamente e non solo, Alda Merini. Ogni persona diviene tale anche per le relazioni che stringe nel suo cammino ed ometterle per me, non rende giustizia.
Barbara Carniti su Folle d'amore: "Credo si potesse fare di più"
Barbara Carniti, intervistata dal Giorno, ha avuto occasione di approfondire il giudizio sul film che ha visto come protagonista sua madre. Per Carniti il modo di parlare di Alda Merini, "fatto di alti e bassi" o il gusto nel vestire, eccentrico e appariscente, non è stato tratteggiato nel modo giusto. Per Barbara anche l'interpretazione di Laura Morante, attrice che stima, non è stata all'altezza delle aspettative: "Sono rimasta delusa. Tutta la carica provocatoria di mia mamma si è persa. Sullo schermo ho trovato un’Alda Merini spenta, non la donna con la voglia di reagire, che invece ho conosciuto". Per la figlia non viene dato valore alla grandezza letteraria di Merini o al rapporto con Giorgio Manganelli: "Qui è rappresentato come una scappatella, invece fu legame importante, dal quale nacquero delle opere come Palude Manganelli e Vuoto d’Amore". Del tutto assente, poi, persone come Alberto Casiraghy di Pulcinolefante.
Barbara Cariniti su Folle d'amore: "Papà era una persona semplice, basta dipingerlo come carnefice"
Sul versante che la riguarda in prima persona, Barbra Carniti dice di non riconoscersi: "Nella scena di noi quattro figlie intorno al capezzale della mamma. La distanza tra noi e lei, forse a voler significare le difficoltà che in vita la mamma ha avuto nella gestione delle figlie, non rende giustizia a un rapporto così complesso". A proposito di Ettore Carniti, suo padre, chiede di smetterla di dipingerlo come un carnefice. Ammette che la sua colpa è stata quella di chiamare l'ambulanza quando Alda Merini stette male: "Era il manicomio a essere un luogo terribile. E poi fu lui ad andarla a riprendere. Credo che non venga resa giustizia alla figura di quest’uomo che era nato nel 1923 e come tutti gli uomini dell’epoca aveva della donna e della famiglia una visione che è molto diversa da quella attuale". Apprezza la buona volontà di far arrivare un personaggio come Alda Merini al grande pubblico, conscia del fatto che qualcuno, dopo la visione dell'opera, possa essere incuriosito dalla poesia di sua madre. Rimane, però, ferma sulla sua posizione: "Con i mezzi che avevano a disposizione credo si potesse fare di più (…) Mi rendo conto che un’ora e mezza per raccontare una figura come Alda Merini sia poco, ma le scelte che sono state fatte mi sono sembrate superficiali. Mia mamma era diversa da quella rappresentata".