Antonio Scurati si scusa col TG1: “L’accusa di vilipendio alle istituzioni non mi è stata rivolta lì”
Edit: Antonio Scurati ha commesso un errore nell'aver identificato il TG1 come luogo in cui era stato accusato di "vilipendio alle Istituzioni". In una nota, infatti, lo scrittore ha scritto: "Mi accorgo soltanto ora di aver purtroppo fatto una affermazione inesatta. L'accusa di ‘vilipendio alle istituzioni' mi è stata rivolta in un contesto televisivo diverso dal Tg1 e non da un giornalista di quella testata. Il marasma di questi giorni mi ha causato questa confusione – dice Scurati -. Non appena mi è stato segnalato, ho cercato di rimediare. Mi scuso sentitamente con tutti i giornalisti del Tg1".
Antonio Scurati si scusa con il Tg1 per un riferimento fatto nella sua intervista pubblicata oggi da Repubblica. ‘Mi accorgo soltanto ora – afferma lo scrittore – di aver purtroppo fatto una affermazione inesatta. L'accusa di "vilipendio alle istituzioni" mi è stata rivolta in un contesto televisivo diverso dal Tg1 e non da un giornalista di quella testata. Il marasma di questi giorni mi ha causato questa confusione – dice Scurati – Non appena mi è stato segnalato, ho cercato di rimediare. Mi scuso sentitamente con tutti i giornalisti del Tg1'
Antonio Scurati è l'uomo del momento. Dopo quello l'affaire del monologo fermato, accaduto nel programma del sabato e della domenica di Rai3 condotto da Serena Bortone, lo scrittore è sceso in piazza a Milano per la manifestazione del 25 aprile e ha parlato dell'importanza della cultura antifascista e di quanto sia storica l'inimicizia e l'avversione da parte della premier Giorgia Meloni, che però nella giornata di ieri ha lasciato parole chiare sui social, presentandosi all'Altare della Patria con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo scrittore, in una intervista a La Repubblica, rivela: "Il Tg1 ha offerto lo spettacolo indegno di una giornalista che ha chiesto la mia incriminazione". E chiama a raccolta anche Lilli Gruber e Roberto Saviano: "Anche loro censurati dalla destra".
L'appello di Antonio Scurati
Nonostante tutto, Antonio Scurati ha ribadito di non voler cambiare atteggiamento: "Da tempo subisco minacce, ma non ho cambiato la mia vita". Lo scrittore, però, sottolinea che il suo caso non è isolato ma fa parte di una deriva ormai preoccupante e cita direttamente altri artisti e personaggi pubblici come appunto la conduttrice di Otto e mezzo, Lilli Gruber e lo scrittore Roberto Saviano:
Il Tg1 ha offerto lo spettacolo indegno di una giornalista che ha chiesto la mia incriminazione per vilipendio alle istitutizioni. Al di là del mio caso singolo abbiamo assistito ad attacchi a Lilli Gruber, alla cancellazione della trasmissione di Roberto Saviano, alla querela a Luciano Canfora da parte della presidente del Consiglio.
"Goebbels diceva che avrebbe messo mano alla pistola con la cultura"
Antonio Scurati cita la frase notoriamente attribuita a Goebbels: "Quando sento nominare la parola cultura metto la mano alla pistola". Pur non volendo tracciare un parallelo diretto tra l'attuale classe dirigente italiana, l'intellettuale ammette: "È vero che c'è un discredito dell'intellettuale da parte di questa destra estrema e populista".