Anne Hathaway: “Ho avuto un aborto, ma ogni sera a teatro portavo in scena una donna incinta”
Anne Hathaway racconta durante un'intervista a Vanity Fair, di aver avuto un aborto, nel 2015. Un evento davvero doloroso che è arrivato quando l'attrice interpretava a teatro il ruolo di una donna che, invece, doveva portare avanti la sua gravidanza. Lo racconta come un momento particolarmente difficile, dopo il quale però è arrivata per lei la gioia della maternità.
IL racconto dell'aborto
Si è trattato di un aborto spontaneo, qualcosa che non avrebbe potuto prevedere e che ha segnato la sua esperienza come donna, per sempre. Nell'intervista, la 41enne racconta che mentre era in scena con “Grounded”, uno spettacolo Off Broadway in cui aveva il ruolo di una ragazza nata in una famiglia operaia del Wyoming che desiderava diventare pilota di caccia, ma che una volta innamoratasi di Eric, lo sposa e resta incinta di una bambina: "La prima volta non ha funzionato per me. Stavo facendo uno spettacolo e ho dovuto partorire sul palco ogni sera". Le emozioni che provava in quegli istanti erano così potenti che, quando gli amici andavano in camerino per salutarla lei spiegava cosa le fosse accaduto: "Era troppo tenerlo dentro quando ero sul palco fingendo che tutto andasse bene. (…) È davvero difficile volere qualcosa così tanto e chiedersi se stai facendo qualcosa di sbagliato".
Anne Hathaway e i problemi di fertilità
La maternità, però, è arrivata davvero. Sposatasi con l'attore Adam Shulman nel 2012, Anne Hathaway è diventata mamma per la prima volta nel 2016, tre anni dopo, nel 2019 aveva annunciato di aspettare un secondo figlio, scrivendo anche un post particolarmente toccante su Instagram, in cui mostrava il pancione: "Non è per un film. Scherzi a parte, a tutti coloro che attraversano l’inferno dei problemi di infertilità e concepimento, sappiate che le mie gravidanze non sono state tutte rose e fiori. A voi mando una dose extra di amore". Successivamente aveva anche spiegato i motivi di questa scelta:
Viste le sofferenze che avevo vissuto per provare a restare incinta sarebbe stato falso pubblicare qualcosa come se fosse tutto bellissimo, quando invece so bene come la storia sia molto più complessa di così. Ho pensato “perché non c’è questo tipo di informazione? Perché dobbiamo sentirci così isolate e senza una necessità. È lì che nasce il danno”. Così decisi che ne avrei parlato pubblicamente.