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Andrea Rizzoli al funerale della madre Eleonora Giorgi: “Un guerriero? Puttan*te, mia madre ha affrontato tutto senza armi”

Il figlio di Eleonora Giorgi ha spezzato la retorica del malato di cancro con queste parole fortissime lette in chiesa ai funerali di sua madre: “Puttan*te! Un guerriero affronta tutto con le armi, mia madre armi non ne aveva”.
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Le parole di Andrea Rizzoli lette ai funerali di sua madre Eleonora Giorgi appaiono, nel rileggerle, davvero potenti. Nel silenzio della Basilica di Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo a Roma, nota anche come Chiesa degli Artisti, Andrea Rizzoli ha spezzato la retorica del malato di cancro con queste parole fortissime: "Puttan*te! Un guerriero affronta tutto con le armi, mia madre armi non ne aveva". 

Che cosa ha detto Andrea Rizzoli

Andrea Rizzoli ha rivelato il lato più intimo di Eleonora: quello di madre. In un mestiere che "consuma e porta lontano" come quello dell'attrice, Eleonora ha sempre trovato tempo e spazio per dedicare il suo cuore ai figli. La sua unicità come madre risiedeva nella capacità di ascoltare senza imporre le proprie soluzioni, di essere presente senza soffocare, di amare senza condizioni. Non una madre perfetta – "poteva essere intransigente, collerica" – ma autentica nella sua umanità.

Ho conosciuto tante Eleonora, ma vi voglio raccontare la madre. Fare l'attrice e avere figli non è facile, è un lavoro che ti consuma e ti porta lontano. Lei ha sempre trovato il tempo per noi, lo spazio per dedicarci il suo cuore, la sua attenzione. Quando abbiamo avuto dei problemi non ha provato a dirci e suggerirci come risolverli con le sue categorie, suggerendoci cosa fare se fossimo stati noi. Per questo lei rimane per me e mio fratello qualcosa di unico. Direte che ogni madre è unica, ma noi abbiamo avuto lei. Poi aveva tanti difetti, poteva essere intransigente, collerica.

"Il malato di cancro non è un guerriero"

A questo punto, il passaggio più forte, quello relativo alla retorica del guerriero applicato ai malati di cancro, utilizzata dallo stesso Monsignore che ha celebrato la funzione: "Un guerriero è chi scende in battaglia con delle armi, ma chi è malato non ne ha". La stessa Giorgi non amava questa definizione dato che in un'intervista al Corsera disse: "Non mi piace. Mi sento più una archivista che cerca di mettere ordine nel caos". 

Questo ultimo anno è stato particolare, mai avremmo pensato di poterla perdere così giovane, ma quando c'è stata la diagnosi sapevamo che non sarebbe stato facile sconfiggerlo. A volte si dice che i malati di cancro intraprendono una lotta, sono dei guerrieri, mi scuserà il Monsignore ma sono tutte puttanate. Un guerriero è chi scende in battaglia con delle armi, ma chi è malato non ne ha. Si affida alla medicina, che non ha fatto grandi passi in questo campo, e all'amore delle persone che stanno accanto per le cure. Oppure si affidano alla fede e lei ne aveva. Per credere all'esistenza di Dio non ci vuole fede, ma basta la ragione.

L'eredità di Eleonora Giorgi: "Vedendovi qui capisco tante cose"

La scelta di Eleonora di rendere pubblica la sua malattia rappresenta forse il suo gesto più significativo. Non per cercare visibilità, ma per aiutare gli altri, trasformando il proprio dolore in un messaggio di speranza. Ispirata dall'incontro con un bambino malato, ha deciso di vivere ogni momento col sorriso, riempiendo di gioia la vita di chi le stava accanto.

Quando ha deciso di rendere pubblico questo percorso è stato scioccante, perché chi sta male tende a chiudersi, vivere la malattia come fosse una vergogna. Per Eleonora non c'era speranza di guarire ma aiutare gli altri, mettendo in piazza il suo dolore in modo pubblico, senza guadagnarci alcunché, non cercando visibilità chi è malato. Lo ha fatto perché dal primo giorno in clinica, ci siamo trovati davanti un bambino di sei anni. È stato molto toccante, ci siamo chiesti se avesse lo stesso male suo e non lo sapevamo. Ciò che so è che da quel momento ha deciso di vivere ogni momento col sorriso e ha riempito la vita di chi le è stato accanto con gioia. A me e Paolo hanno spesso detto di essere forti, ma noi siamo solo stati trascinati dalla sua voglia e determinazione di mantenere l'impegno fino alla fine.

"Vedendovi qui capisco che lei ce l'ha fatta e questo segno lo ha lasciato". Si chiude così il discorso di Andrea Rizzoli, con il senso profondo dell'eredità di Eleonora Giorgi, una donna che ci ha insegnato a sognare e a non sprecare la vita.

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