“Anche l’odio è poesia”, Vittorio Sgarbi difende Morgan ed eleva a letteratura ciò di cui è accusato

Le accuse di minacce, insulti e revenge porn indirizzate a Morgan per Vittorio Sgarbi sono altro. In un incontro pubblico il critico d’arte difende l’amico: “La passione non si processa, la rabbia non si processa, l’odio non si processa”.
A cura di Andrea Parrella
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La vicenda di Morgan e delle accuse di insulti, minacce e revenge porn da parte della sua ex compagna Angelica Schiatti è il tema più discusso delle ultime ore.

Le accuse del mondo della musica nei confronti del cantautore sono arrivate immediate, coinvolgendo i nomi più noti del panorama nazionale, ma in giornata ha preso forma anche un fronte di difesa di Morgan, alla testa del quale si pone Vittorio Sgarbi, con le parole di queste ore. Il critico d'arte ha parlato della vicenda in occasione dell'evento pubblico "Arte e Fascismo", esonerando Morgan da colpe e, anzi, elevando il suo comportamento a espressione letteraria. Queste le sue parole:

Morgan non deve chiedere niente, quello che è stato è stato, lui ha dato, lei ha avuto, gli è stata vicino e a un certo punto non gli è stata più vicina e lui ha avuto un momento di incazzatura. E per questo non può essere processato. tutti quelli che con rabbia, morbosità e voyeurismo attaccano Morgan, cercano di attaccare qualcuno perché ha avuto successo, capacità, amore, passione. La passione non si processa, la rabbia non si processa, l'odio non si processa. Le minacce sì, ma quelle vere, quelle fisiche. Allora non c'è stalkeraggio, per questo credo che se voi tornate a leggere Catullo e Baudelaire, trovate quello che nella visione di Morgan è letteratura, passione, poesia. Anche l'odio è poesia.

Posizione, quella di Sgarbi, che si muove sulla falsariga di quanto lo stesso Morgan ha sostenuto in giornata, annunciando una querela nei confronti di Selvaggia Lucarelli (associata a una foto scattata nei pressi dell'abitazione di Schiatti, come quest'ultima sostiene) e pubblicando un video sui social in cui si è sostanzialmente detto vittima e non carnefice, in un rovesciamento totale della narrazione emersa fino ad ora, senza alcune assunzione di responsabilità, nemmeno parziale. Ritenendo anzi innocuo e sostanzialmente lecito qualsiasi comportamento emerso che, al di là di una colpevolezza che la giustizia stabilirà con una sentenza, appare quantomeno eccessivo. Al contrario Morgan sceglie una strategia di difesa secondo la quale colpevolizza gli atteggiamenti di chi lo accusa, che lo avrebbero indotto ai successivi comportamenti, e biasima quella parte di opinione pubblica che in queste ore lo sta attaccando.

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