Amanda Lear protagonista di “Queen Lear”, il documentario che racconta luci e ombre della sua vita
Amanda Lear è uno dei nomi più noti nel mondo dello spettacolo italiano e non solo, l'artista pur avendo avuto una grande notorietà è stata sempre avvolta da un alone di mistero che ha fatto proliferare leggende sul suo conto. Cantante, attrice, soubrette nella sua carriera ha fatto davvero di tutto, dedicandosi completamente all'arte, dipingendo anche, ma è il suo essere controcorrente, indefinibile, l'ha resa una vera icona pop. Su Rai2, in seconda serata, va in onda un documentario su di lei, dal titolo "Queen Lear" realizzato dal regista Gero von Boehm, in cui si racconta anche il lato più intimo e nascosto della sua vita privata, che l'ha vista incontrare uomini del calibro di Salvador Dalì e David Bowie.
La carriera e il successo di Amanda Lear
Al mondo dello spettacolo ci arriva passando per la moda, inizia infatti la sua carriera sfilando sulle passerelle, ma ben prestò mostrò di essere attratta dal mondo dell'arte, in special modo della musica. Fu nei primi Anni Settanta che, infatti, firmò il suo primo contratto con una casa discografica e grazie alla sua voce sensuale e dai toni piuttosto bassi, divenne una delle cantanti più riconoscibili della disco music, famosa in tutta Europa. Brani come "Tomorrow" o "Queen of Chinatown" l'hanno lanciata anche in Giappone e in Sud America. Ha inciso ben 18 album, vantando almeno 50 singoli.
Ma accanto alla carriera di cantante, sviluppò una certa attitudine anche per quella di soubrette e personaggio televisivo, prendendo parte a programmi di intrattenimento in Italia, Francia e Germania passando da "Miss Italia" a "Cocktail d'amore" che la vede alla conduzione da solista, oltre ad essere stata ospiti in decine e decine di trasmissioni televisive. Non poteva mancare, ovviamente, anche il cinema, prendendo parte a diversi film. Il più recente, girato in Italia per la regia di Alberto Rizzi è "Si muore solo da vivi". Infine, tra un dipinto e un libro da scrivere, non si è fatta mancare nemmeno il doppiaggio, prestando la sua voce al personaggio di Bird ne "Gli Incredibili".
Gli amori di Amanda Lear, dalla relazione con Salvador Dalì a David Bowie
Tanti gli amori che hanno attraversato la vita di Amanda Lear, che può annoverare tra i suoi amanti grandissimi artisti. Il primo incontro che le cambiò la vita fu quello con Salvador Dalì che la notò e le chiese di posare per lui, da quel momento nacque una relazione che durò ben sedici anni e attorno alla quale non sono mancate voci e indiscrezioni sulle loro abitudini, tra cui anche ménage-à-trois. Non si poteva definire una storia d'amore canonica, ma per lungo periodo furono amanti. Dopo qualche tempo apparve sulla copertina dell'album "For Your Pleasure" dei Roxy Music, grazie alla quale fu notata da David Bowie che chiese di conoscerla, dopodiché stettero insieme due anni e fu lui ad incitarla a cantare.
I matrimoni con Morgan Paul Lear e Alain-Philippe Malagnac
Storie passionali, ma anche matrimoni. Il primo giovanissima nel 1965, a soli 26 anni, con Morgan Paul Lear, un matrimonio che durò qualche anno nel quale non mancarono relazioni collaterali. Il 13 marzo 1979 sposò l'aristocratico francese Alain-Philippe Malagnac d'Argens de Villèle, nel settore della produzione musicale, e infatti la loro unione venne celebrata a Las Vegas, durante il tour promozionale dell'album "Sweet Revenge". Nel 2000 morì tragicamente a soli 51 anni durante un incendio che distrusse la loro villa in Provenza. Intanto, però, già nel 1999 aveva conosciuto Manuel Casella,
Le dicerie sulla sua identità "Alain René Tap non sono io"
Attorno ad Amanda Lear ruota da anni una leggenda secondo cui sarebbe nata uomo, con il nome di Alain René Tap, nato a Saigon nel 1939 come lei, per poi cambiare sesso in adolescenza. Le ipotesi nacquero nel periodo in cui frequentava Salvador Dalì e si diffuse la voce secondo cui il giovane decise cambiò sesso a Casablanca, operato dal celebre Burou, il più famoso esperto del settore a quei tempi. Seguì, poi, un cambio nome in Peki D'Oslo, che iniziò la sua carriera ballando negli spettacoli di burlesque en travesti.Una diceria alimentata da complotti, resi noti con il passare del tempo, secondo cui anche le foto che la vedevano in copertina su Playboy, negli Anni Settanta, erano state ritoccate. Da sempre, il suo personaggio ha giocato su questa ambiguità: "Sono stata la prima vittima di fake news. La gente sparlava di me pensando forse di distruggermi. E invece hanno contribuito alla mia fama" ha dichiarato in un'intervista a La Stampa.