Al Pacino: “Sono cresciuto nel Bronx, mia madre mi salvò la vita. Essere padre a 84 anni è divertente”
È da poco disponibile Sonny Boy, l'autobiografia di Al Pancino scritta dal giornalista del New York Times. Attualmente sul set di Re Lear, l'attore si è raccontato per la prima volta mettendosi a nudo: dall'infanzia agli esordi nel mondo del cinema, passando per la lunga carriera e i problemi di salute che ha dovuto affrontare. Nel 2020 ha contratto il Covid, rischiando di morire.
L'infanzia e gli esordi di Al Pacino
Come si legge nel libro, Al Pacino è cresciuto nel quartiere South Bronx, di cui ha ricordi ben precisi: "Ci arrampicavamo sulle cime dei tetti e saltavamo da un palazzo all'altro. Ci aggrappavamo ai sedili posteriori degli autobus e se volevamo del cibo, lo rubavamo". A ‘salvarlo' è stata la madre, tenendolo lontano dalle cattive compagnie: "Ero furioso che mi dicesse di non uscire, ma mi ha salvato la vita". Il mondo dello spettacolo è entrato nella sua vita a 15 anni, quando ha visto a teatro Gabbiano di Čeheov. Solo un anno dopo, ha lasciato la scuola per inseguire il suo sogno, fino a iscriversi all'Actors Studio. Nel mentre tanti lavori per mantenersi economicamente, dal fattorino al cameriere e bidello.
Il successo con Il Padrino negli Anni Settanta
Nel 1972 Al Pacino venne scritturato per Il Padrino, sia per la prima che per la seconda parte. Inizialmente, l'attore pensava di non avere possibilità, poi il suo manager lo costrinse a superare la paura di volare e a prendere un aereo per il provino."La Paramount non mi avrebbe mai scelto come Michael Corleone nel Padrino, volevano Jack Nicholson, Robert Redford, Warren Beatty o Ryan O’Neal. Il mio manager, furioso, mi ordinò di salire su quel cazzo di aereo e mi fece ubriacare di whisky", ha ricordato l'attore. I primi tempi non furono facili, in molti (compreso lo stesso regista) pensarono che non fosse all'altezza, poi la svolta con la scena in cui iniziò la sua carriera da boss della mafia che gli valse la prima nomination all'Oscar. Sul set de Il Padrino anche il primo incontro con Marlon Brando che, parlando con lui, nel mentre mangiava pollo sdraiato a letto e si puliva le mani sulla coperta.
La dipendenza dall'alcol e il Covid nel 2020
Nel corso della sua carriera Al Pacino ha dovuto affrontare diversi momenti difficili, spesso rifugiandosi nell'alcol: "L'alcol ha un potente effetto depressivo e mi ha devastato". Alla fine degli Anni Ottanta, dopo un paio di insuccessi, aveva smesso di lavorare e stava andando sul lastrico. Fu la sua fidanzata di allora, Diane Keaton, ad aiutarlo a riprendere in mano la carriera. Nel 2020 è stato sul punto di morire a causa del Covid, come aveva raccontato al new York Times: "Mi si è fermato il cuore per alcuni attimi". In più, da poco è diventato padre per la quarta volta, a 83 anni, avuto con la fidanzata Noor Alfallah.