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A muso duro, storia di Antonio Maglio: le Paralimpiadi, la moglie Stella e la morte del figlio

La vera storia di Antonio Maglio è raccontata nel film A muso duro con Flavio Insinna. Vediamo le tappe principali della vita del medico e dirigente INAIL, considerato il padre delle Paralimpiadi: il dolore per la morte del figlio di 6 anni che lo spinse a dedicarsi al prossimo, l’amore per la moglie Maria Stella Calà e il desiderio di aiutare i disabili a tornare a vivere attraverso lo sport.
A cura di Daniela Seclì
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Antonio Maglio e Flavio Insinna che lo interpreta nel film A muso duro
Antonio Maglio e Flavio Insinna che lo interpreta nel film A muso duro

La vera storia di Antonio Maglio è raccontata nella fiction A muso duro, in onda lunedì 16 maggio su Ra1. Flavio Insinna interpreta il medico, neurologo, dirigente Inail e direttore di Villa Marina, il centro paraplegici di Ostia. In un Italia che tendeva a emarginare le persone disabili, Maglio si dedicò alla loro cura e al loro reinserimento sociale attraverso la sport-terapia. Grazie a lui, a Roma nel 1960, si svolsero i primi Giochi Paralimpici della storia.

La vera storia di Antonio Maglio nel film A muso duro con Flavio Insinna

Antonio Maglio interpretato da Flavio Insinna nel film A muso duro
Antonio Maglio interpretato da Flavio Insinna nel film A muso duro

Il film A muso duro, diretto da Marco Pontecorvo, racconta la vera storia di Antonio Maglio. Flavio Insinna interpreta il medico. Nel cast anche Claudia Vismara nel ruolo della moglie di Antonio Maglio, Maria Stella Calà, ma anche Francesco Gheghi che interpreta Michele; Matteo Bianchi nel ruolo di Giovanni De Righi; Simone Ciampi nei panni di Umberto, mentre Daniele La Leggia è Arnaldo. La trama del film racconta la vicenda umana del dirigente INAIL, che portò i ragazzi del centro riabilitativo Villa Marina a tornare a credere di poter vivere una vita ricca di significato, in un periodo storico in cui la disabilità era sinonimo di isolamento ed emarginazione.

Chi era Antonio Maglio, il neurologo e padre delle Paralimpiadi

Antonio Maglio è nato a Il Cairo, l'8 luglio del 1912. Dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia, si dedicò come un padre ai pazienti disabili, tentando di strapparli all'emarginazione e a una vita senza più stimoli. Medico e funzionario dell'INAIL, divenne il pioniere della riabilitazione del medulloleso. Mentre infuriava la Seconda Guerra Mondiale, nel 1941, venne inviato alla frontiera italo-jugoslava per prendersi cura dei soldati che tornavano dal fronte. Così, iniziò ad accostarsi alla sofferenza di questi uomini che, a causa del conflitto, avevano riportato lesioni al midollo spinale ed erano paraplegici. Qualche anno più tardi, ci fu l'incontro con dei ragazzi di una casa di cura di Palestrina che avevano una lesione del midollo e dunque erano paralizzati. Maglio si chiese se fosse giusto lasciare dei ragazzi ancora nel fiore degli anni in un letto per sempre. Così, nacque il suo desiderio di prodigarsi per loro.

Il desiderio di aiutare i disabili

Antonio Maglio con i suoi pazienti
Antonio Maglio con i suoi pazienti

Quando Antonio Maglio incontrò i ragazzi di Palestrina, si chiese cosa potesse fare per loro. In una società che tendeva quasi a nascondere le persone disabili, non era raro che questi pazienti perdessero la voglia di vivere, fino a meditare il suicidio. La moglie Maria Stella Calà, in un'intervista raccolta dal Comitato Italiano Paralimpico, raccontò: "Nacque in lui il sentimento di poter fare qualcosa non solo per questi ragazzi, ma per tutti i casi simili". Così, fece delle ricerche e venne a conoscenza dell'operato del neurologo Ludwig Guttmann.

L'ispirazione data dal neurologo Guttmann e la nascita delle Paralimpiadi

Il neurologo Ludwig Guttmann, nella città di Stoke Mandeville (nei pressi di Londra) usava la sport-terapia per riabilitare i reduci di guerra. Fu lui a ideare i Giochi internazionali per disabili, ma era una manifestazione non ancora istituzionalizzata. Nel 1957, Antonio Maglio – seguendo questa ispirazione – diventò direttore di Villa Marina, il centro paraplegici di Ostia. Fece praticare sport ai suoi pazienti, dal nuoto alla scherma. Il medico, infatti, era convinto che il primo passo per un'efficace riabilitazione fosse l'intervento psicologico per restituire ai pazienti la serenità e la certezza che la loro vita non fosse finita. Lo sport, invece, poteva riaccendere in loro la luce della speranza, portarli a coltivare nuovi sogni e a sentirsi finalmente integrati. Pian piano portò i suoi pazienti ai Giochi di Stoke Mandeville, ideati da Guttmann, poi si impegnò perché Guttmann portasse l'evento sportivo in Italia, nelle stesse strutture che avevano ospitato i giochi olimpici. Ci riuscì. Nel 1960 si tenne a Roma quella che venne considerata come la prima edizione delle Paralimpiadi.

Il dolore per la morte del figlio di 6 anni

La moglie Stella Calà ha raccontato che Antonio Maglio si portava dentro un grande dolore, che lo aveva spinto a dedicarsi al prossimo con ancora più dedizione:

"Aveva dentro il dolore per la morte del figlio di primo letto, un bambino che è morto di meningite a 6 anni, che gli ha segnato la vita. A pochi giorni dalla morte di mio marito, l'ho visto alla scrivania, stava guardando la foto del figlio e stava piangendo. Lui voleva riuscire a fare del bene anche per distrarsi da quel dolore troppo forte".

La moglie Maria Stella Calà

Maria Stella Calà, moglie di Antonio Maglio
Maria Stella Calà, moglie di Antonio Maglio

Maria Stella Calà e Antonio Maglio si conoscevano da tempo, quando improvvisamente sbocciò l'amore tra loro. Il medico aveva 60 anni, Stella era alla soglia dei 40. Ecco come nacque la loro storia d'amore:

"Lo conoscevo da sempre. Abitavamo nello stesso palazzo. Lui mi ha vista crescere. Una mattina – avevo 38, 39 anni – tornavo da Cortina, lui mi vide mentre portava a passeggio il suo cane e mi disse: "Ciao Stella come stai? Accipicchia come ti sei fatta bella". E io: "Professore si fa quel che si può". Gli dissi che ero arrivata a quell'età senza trovare nessuno che fosse di mio gradimento e aggiunsi una frase: "Anche se incontrassi una persona più grande di me, mi sposerei". Ma lungi da me pensare a lui, anche perché aveva una compagna. E lui prese al volo l'occasione e mi chiese quando ci saremmo rivisti. La mattina dopo mi chiamò nella banca dove lavoravo e da lì, in un anno e mezzo, due, ci siamo sposati".

In un'intervista rilasciata a SuperAbile Inail, Maria Stella Calà ha ricordato il marito come "amorevole, rispettoso, generoso, ma esigente", "credeva nella centralità della persona, nella famiglia nel senso più ampio del termine e nella scienza".

Perché Stella Calà decise di non avere figli con Antonio Maglio

Claudia Vismara e Flavio Insinna nei panni di Stella Calà e Antonio Maglio
Claudia Vismara e Flavio Insinna nei panni di Stella Calà e Antonio Maglio

Maria Stella Calà ha spiegato, poi, perché decise di non avere figli con il marito: "Antonio volle lasciare la scelta a me. E io, vista l’età, che per l’epoca era considerevole, ebbi paura e non me la sentii di cercare una gravidanza”. Antonio Maglio, tuttavia, trattava tutti i suoi pazienti come se fossero suoi figli:

"Se una persona disabile si ammalava gravemente, lui stava vicino al suo letto finché non si rimetteva. Non tornava a casa. Si tratteneva presso il centro. Natale, le feste comandate, le passava con loro. Il suo unico e vero amore sono stati loro".

Antonio Maglio è morto a Roma il 7 gennaio 1988 all'età di 75 anni.

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