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Yara Gambirasio, la famiglia contro la serie Netflix: “Audio diffusi senza autorizzazione, privacy violata”

Gli avvocati della famiglia Gambirasio hanno rilasciato alcune dichiarazione a un settimanale sulla serie Netflix che tratta il caso Yara. I legali si sono detti “indignati per l’incursione nella vita dei genitori di Yara senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere autorizzazione”.
A cura di Eleonora di Nonno
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Il 16 luglio è arrivata su Netflix Il caso Yara: oltre ragionevole dubbio. In cinque puntate vengono ripercorse le indagini sulla morte di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa nel novembre del 2010 a Brembate di Sopra e ritrovata morta nel febbraio dell'anno successivo. All'interno della serie sono presenti numerosi messaggi lasciati nella segreteria telefonica dalla madre della ragazzina. I legali Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo della famiglia Gambirasio ne hanno parlato con il settimanale Giallo: "C'è stata un'incursione nella vita di questi genitori senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere alcuna autorizzazione".

I legali della famiglia di Yara Gambirasio contro la serie Netflix

Nei giorni successivi alla sparizione di Yara Gambirasio, il telefono della famiglia della ragazzina fu messo sotto controllo dalle autorità ma ne vennero fuori solo i messaggi disperati da parte della madre. Gli stessi audio sono stati inseriti all'interno della docuserie Netflix. "Siamo indignati. Faremo un esposto al garante della Privacy: c'è stata un'incursione nella vita di questi genitori senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere alcuna autorizzazione" hanno fatto presente i legali al settimanale Giallo. Gli avvocati hanno chiarito come le intercettazioni non fossero mai confluite nei processi perché inutili ai fini della ricostruzione giudiziaria.

La docuserie Neflix su Yara Gambirasio

Per realizzare la serie Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio c'è stato un grande lavoro di raccolta (iniziato nel 2017). Tra i materiali passati al vaglio degli autori circa 60 faldoni di documenti, immagini, audio e video. All'interno della docuserie sono presenti testimonianze esclusive. Nel documentario, infatti, viene intervistato Massimo Bossetti (giudicato colpevole del delitto nei tre gradi di giudizio), la moglie Marita Comi e gli avvocati della difesa.

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