Vittorio Sgarbi alla soglia dei 70 anni: “Le risse come quella con Mughini? Dopo mi pento”
Vittorio Sgarbi l'8 maggio 2022 compirà 70 anni. Al Corsera ha spiegato cosa significa questo traguardo anagrafico e come lo sta vivendo: "Con una grande malinconia, con l’idea di aver vissuto più del tempo che vivrò e che quello che ho vissuto è stato così intenso da impedirmi qualsiasi lamento e condizione di infelicità". Passaggio obbligato sulla recente rissa in tv al Maurizio Costanzo Show con Giampiero Mughini:
Sono mite, tutto si spiega con la formula che mia madre definiva dei cinque minuti: la giornata è fatta di 24 ore; per 23 ore e 55 sei normale, ma sugli altri cinque minuti si costruisce la tua leggenda. […] Un temperamento di fondo fatto di socievolezza: io sono accogliente, sono per gli imbucati, sono per i profughi, sono come Pier Paolo Pasolini per cercare di convertire chi mi odia, ma se qualcuno supera il confine, divento quell’altro Sgarbi. È un incidente imprevisto che lo scatena.
Il pentimento dopo ogni rissa tv: come si vede Vittorio Sgarbi
Come si rivede Sgarbi ogni volta che supera quel limite e finisce per fare lo show? Il noto critico d'arte fa un passo indietro e confessa di pentirsi puntualmente, di ammonirsi da solo per le intemperanze che puntualmente lo vedono in prima pagina: "Mi pento sempre, subito dopo. Come ogni buon coccodrillo. Dopo, non per finta, dico: potevo risparmiarmelo. Ma la verità è che non potevo: era un flusso inarrestabile". A un certo punto, la consapevolezza di quanto questa irascibilità rappresenti un pass per l'eterna memoria:
Più che fiero, mi rende esistente. Un intellettuale per strada non esiste, il suo pensiero è chiuso nei suoi libri. […] Oggi, sui social, ci sono mie risse vecchissime e perciò sono l’unico della mia età a cui giovani chiedono selfie. Il mio pensiero sta vivendo per un tempo più lungo che per i miei coetanei.
Come Vittorio Sgarbi è diventato l'irascibile Sgarbi personaggio
Ma Vittorio Sgarbi com'è diventato Sgarbi personaggio? Cosa ha solleticato quelle corde polemiche fino al punto di condurlo spesso al centro di un ring mediatico? Stando alle sue risposte e a quelle che diede sua madre Rina Cavallini, alla base ci sono il bullismo subito negli anni della formazione (da tali fratelli Manzoli, ndr) e il proibizionismo scolastico subito ma mai taciuto come malessere:
Quella, in effetti, fu una scuola di vita che ha determinato la mia reattività. Dopo, al collegio dai Salesiani, trovai mille obblighi, l’orario, le messe tutti i giorni. In biblioteca, c’era l’elenco dei libri proibiti, divisi per categorie: C'erano quelli “cautela, per adulti”. Erano consentiti Cuore e forse Pinocchio. Un prete trovò nel mio banco Senilità di Italo Svevo. Furono chiamati i miei genitori. Che, invece di difendermi, si scandalizzarono. Vidi una cosa logica trasformarsi in peccato. Il preside disse: dovrebbe leggere I dolori del giovane Werther . E io: Ma è vietato! Fu un colpo sgarbiano formidabile. I miei videro lì lo Sgarbi che iniziava a nascere. Sono state le proibizioni a portarmi alla trasgressione.
Trasgressione e impetuosità, ma il turpiloquio e l'aggressività anche solo verbale pare provengano da una fonte di ispirazione familiare: "Questa è conseguenza dell’ispirazione di zio Bruno, fratello di mamma, grandissimo letterato. La sera, si parlava di politica e zio primeggiava sempre, aveva un tono polemico, argomenti che mi sembravano giusti. Fu una specie di transfert".
La sensibilità di Sgarbi: "Ho reso felice Lino Capolicchio in punto di morte"
La sensibilità di Sgarbi di manifesta a sprazzi, anche non manifesti pubblicamente. Da qui, il racconto di un aneddoto che coinvolge la morte dell'attore Lino Capolicchio, venuto a mancare qualche giorno fa: "Settimana scorsa, scopro che Lino Capolicchio stava morendo; sapevo che aveva dato un libro a Elisabetta (Sgarbi, sua sorella, ndr). Le ho detto di pubblicarlo subito, poi ho chiamato lui. Era in ospedale, l’ho sentito passare dalla morte all’entusiasmo. L’ho fatto per farlo andare via felice".