Vittoria Belvedere: “Ho ricevuto proposte indecenti sul set, una volta io avevo 18 anni e lui 70”
Prima attrice, poi modella e mamma. Nata a Vibo Valentina ma adottata dalla Brianza fin da piccola, Vittoria Belvedere ha ripercorso la sua carriera in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, raccontando anche qualche aneddoto personale e ricordi non belli del suo percorso artistico.
Gli episodi di razzismo e l'inizio della carriera
Appena arrivata in Brianza dalla Calabria, quando era solo una bambina, Vittoria Belvedere ha vissuto alcuni episodi di razzismo per via delle sue origini: "Ho subito vero e proprio razzismo perché ero meridionale. Nel palazzo dove abitavamo erano tutte famiglie brianzole e, se in cortile giocavo con gli altri bambini, le loro mamme li portavano via dicendo: non giocate con lei, è una terrona".
Poi ha raccontato l'esordio della sua carriera, che ha spaziato dal cinema alla televisione al mondo della moda: "La mia vita lavorativa è stata tutta un caso: soprattutto i primi anni della carriera sono stati come un fiume in piena, si è aperta la diga, ed è venuto giù con una forza immensa. Mi sono sentita trasportata dal successo".
Le proposte indecenti da parte di due produttori
Vittoria Belvedere ha poi raccontato di due spiacevoli episodi che le sono capitati quando era più giovane, di avances non gradite da parte di due uomini più grandi di lei, di cui non vuole rivelare l'identità. "La prima volta avevo 18 anni e lui intorno ai 70... Era apparentemente un gran signore e mi fece intendere che, per fare carriera nel nostro mondo, occorreva avere qualcuno alle spalle su cui contare", ha spiegato l'attrice. E poi ha aggiunto: "Avevo già partecipato a un suo film e una sera, mentre mi accompagnava in hotel, azzardò delle avances… Io, elegantemente, lo respinsi, scesi dall'auto e non l'ho mai più chiamato…" L'altro episodio invece risale a poco prima di fare un provino (a cui poi non si è più presentata) per una serie tv importante, sempre con un noto produttore:
Andammo nel suo ufficio, per prendere il copione su cui dovevo prepararmi. Ci sedemmo sul divano e lui, con la scusa di porgermi il testo, mi è saltato letteralmente addosso. Era un omone, alto e pesante, non so come sono riuscita a respingerlo, a togliermelo di dosso… A un certo punto gli ho detto: perdonami, forse ti ho fatto capire cose sbagliate… forse hai pensato che ero disponibile… Poi me ne sono andata e, nei giorni successivi, non mi sono presentata al provino.