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Vinicio Marchioni: “Sono balbuziente, fare l’attore mi ha aiutato”

Vinicio Marchioni si racconta in un’intervista al Corriere in cui ripercorre la sua carriera, divisa da sempre tra teatro e cinema, ricordando che ha iniziato a recitare per sbaglio: “In realtà io volevo raccontare storie”.
A cura di Ilaria Costabile
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Vinicio Marchioni è uno dei nomi più noti del cinema e del teatro italiano, un attore poliedrico che ha dimostrato nel tempo di essere uno degli interpreti più talentuosi della sua generazione. La recitazione è arrivata per caso, ma è stata la panacea di tante difficoltà come racconta in un'intervista al Corriere: "Cercavo l’espressione di me, credo. Il fatto che io sia balbuziente conta: già a scuola mi sono reso conto che non lo facevo più alle recite ma ancora non pensavo di fare l’attore". Attore sì, ma anche artigiano, perché oltre a trasformare la parola Marchioni ha la passione per la manifattura e ogni tanto si isola per dipingere, creare in una bottega alle spalle del Vaticano: "Era di mio suocero, falegname, maestro d’ascia, restauratore, antiquario, a cui ero molto legato. Ho bisogno di sentire la fatica, sono uno che se non suda non sono soddisfatto". 

L'incontro con la recitazione

Un incontro casuale quello con la recitazione, eppure determinante che ha permesso a Vinicio Marchioni di trasformarsi da "cantastorie" ad interprete, come dimostra la ricca stagione che è si è appena lasciato alle spalle tra cinema e teatro. Ma, come racconta alla testata, l'intento primario è sempre stato quello di raccontare:

Per sbaglio. Ero iscritto a Lettere, ma avevo anche fatto domanda al Centro sperimentale, per regia e sceneggiatura, mi immaginavo raccontatore di storie. Lungi da me fare l’attore. Per la seconda annualità di storia del teatro chiesi al professore di consigliarmi un posto dove vedere la pratica. Mi diede alcuni indirizzi e mi trovai a via degli Zingari in uno strano luogo, la Libera accademia dello spettacolo, direttore Riccardo Garrone, e lì mi sentii a casa. Non me ne sono più andato. Per pagarmela ho fatto il segretario e poi sono entrato in compagnia: da quelle tournée è iniziato tutto il resto.

La famiglia d'origine e quella con Milena Mancini

Quando ha capito di voler fare l'attore in famiglia non gli hanno mai messo i bastoni tra le ruote, la madre lo ha sempre supportato. Di suo padre, invece, un ricordo vivido e nostalgico allo stesso tempo: "Un uomo eccentrico. Era il segretario personale di Amintore Fanfani, poi si è licenziato, ha comprato un camion e si è messo fare l’autotrasportatore. Dopo la sua morte è stato il disastro completo. Io e mio fratello eravamo ragazzi, si è sfasciato tutto, anche la mia idea di famiglia". Ma da adulto una famiglia tutta sua l'ha creata, grazie all'incontro con l'attrice Milena Mancini, sua attuale moglie e madre dei figli Marco e Marcello:

Ci siamo conosciuti ai tempi della seconda stagione di Romanzo criminale, lei venne per i provini. L’ho vista e mi sono fermato lì, c’è poco da dire. Ho messo in moto anche cose subdole per rivederla. Eravamo tutti e due in un momento abbastanza complesso sentimentalmente. Nella coppia è fondamentale il rispetto, la stima. Guardarla e pensare: mamma mia che brava. Io mi innamoro dei talenti, follemente. Sei mesi dopo stavo da lei. Dopo un anno mezzo è arrivato il nostro primo figlio, poi il secondo. Una storia semplice la nostra

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Teatro, cinema, televisione anche se quest'ultima in maniera decisamente ridotta. Ma la passione per il palcoscenico si è sempre alternata a quella per la macchina da presa, eppure l'inizio della sua notorietà arriva con la serie Romanzo Criminale: "Merito di Placido che era venuto a vedere un mio spettacolo anni prima e mi aveva chiamato per i provini per “ll Freddo” del film. Poi non mi ha preso. Però Michele fece da supervisore per i provini per la serie e la parte fu mia". Con Placido si è rincontrato sul set di Caravaggio, condiviso con grandi attori come Louis Garrel e Isabelle Huppert, e dopo tanti anni è tornato anche a girare una serie, Django di Francesca Comencini: "È la seconda serie che faccio. È un’operazione pazzesca, in costume, attori di tutte le nazionalità, grandi mezzi, prove. Un’esperienzona". 

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