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Valerio Lundini e i VazzaNikki: “Sono il più ricco della band, ma per loro non è un problema”

Valerio Lundini e Paolo Di Gironimo raccontano i VazzaNikki e il secondo album della band. Un’intervista che, per realizzare il sogno di sembrare seria, non poteva che essere paradossale.
A cura di Andrea Parrella
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Si intitola "Innamorati della Vita" ed è uscito venerdì 28 giugno il secondo album di Valerio Lundini & i VazzaNikki. Il nome della band la dice lunga, con il nome del comico affiancato a quello del gruppo nei manifesti del loro tour estivo. Si parla anche di questo nell'intervista a Fanpage.it di Lundini e Paolo Di Gironimo, bassista de I VazzaNikki, con una necessaria precisazione di chi vi scrive. Intervistare Valerio Lundini (com'era successo in questo caso) è sempre un'esperienza singolare, vuol dire interagire con una persona che vive sul confine tra il serio e il faceto e quando ci parli non sai mai da quale parte della linea ci si trova in quel momento preciso della conversazione. Nel tentativo di realizzare un'intervista "normale" con Lundini e Di Gironimo, nostri ospiti nella redazione di Fanpage di Napoli, abbiamo quindi provato a ipotizzare uno schema che si è rivelato molto vicino alle interviste paradossali di Una Pezza di Lundini, spesso anche nelle domande, oltre che nelle risposte. Il risultato lo vedete in questo video.

Siamo alla vigilia del vostro tour, per il lancio del secondo album. La prima domanda è VazzaNikki, ma Iva Zanicchi lo sa?

Sa dell'esistenza di questo gruppo, lo sa da poco perché di recente le hanno fatto un'intervista in Tv e ha detto di averci scoperto al Primo Maggio di qualche anno fa. Noi esistiamo e ci conosciamo da una quindicina d'anni, con Paolo e Andrea Angelucci, l'altro cantante, siamo membri fondatori. Poi ci sono Gianluca alla batteria e Flavio alla chitarra, poi c'è Olimpio al sax. Insomma, suoniamo insieme da molto, ma Iva Zanicchi lo ha scoperto solo di recente.

Questo nome lo avete scelto dal primo istante?

Nome complicato perché molti spesso non sanno come scriverlo. Fa solo confondere.

Vi inserite nel filone della canzone umoristica e il paradosso, chi vi ispira?

Sicuramente ci ispira la musica in generale, non per forza quella umoristica. Sicuramente questo è un filone in cui tanti gruppi ci hanno divertiti, dai Latte e Suoi Derivati, Elio e Le Storie Tese, Profilax Squallor Skiantos, filone Cochi e Renato, Jannacci.

Domanda per Paolo Di Gironimo: Valerio Lundini ha anche una risonanza televisiva. È stato un problema, per voi, quello di livellarvi?

Risponde Valerio Lundini: Non è mai stato un problema. Io nasco come uno dei membri della band, poi il fatto che ci sia questa notorietà, questo successo, anche in relazione a una differenza economica importante tra me e gli altri della band, non ha portato alcun cambiamento. Sono sempre la stessa persona, lascio lo stesso spazio, la band si chiama VazzaNikki ma ora nei manifesti mettono prima il nome, Valerio Lundini, e per loro non è assolutamente un problema.

Cito un frammento di "Parabola ascendente", canzone del vostro ultimo album. Il frammento recita: "Molto meglio Gesù Cristo di Paolo Fox". Che vi ha fatto di male Paolo Fox?

Nulla contro Paolo Fox, ci sta anche abbastanza simpatico. Non è che diciamo che Paolo Fox sia peggio del diavolo, semplicemente che Gesù Cristo è meglio. È un duetto, una canzone in cui si alterna chi crede nella teologia, la religione, in contrapposizione a chi crede nell'astrologia. C'è uno che dice che è meglio Paolo Fox, l'altro che dice che è meglio Gesù, ma il ritornello è di chi dice che è meglio Gesù.

Il basso

Il basso è uno strumento che molti credono non si senta, in realtà i bassisti di fama mondiale dicono una frase che sposo alla grande, non avendo mai suonato il basso, ovvero che si sente l'assenza del basso. Non è vero che non abbia una rilevanza, ma è fondamentale. Paolo ha suonato con un gruppo prog, ha esperienze nelle cover band ed ha un ensemble di contrabassi che suona in tutto il mondo.

Musica e comicità sembrano universi sempre più vicini, che negli ultimi anni si miscelano sempre di più.

Che ci siano delle contaminazioni è vero, ma io credo che l'arte abbia sempre l'obiettivo di sorprendere. La comicità lo fa con una battuta che non ti aspetti, la musica con quell'accordo che il tuo cervello non aveva previsto. Credo che tutte le forme d'arte non andrebbero mai etichettate o canalizzate in un unico settore, ma potrebbero in qualche modo influire l'una con l'altra.

La satira, secondo le scenario politico nazionale, torna ad assumere una centralità che sembrava non avere più.

La satira resta sacra, è giusto che tutti possano esprimersi in modo ironico e sarcastico su un tema, purché lo si faccia cum grano salis. Però devo dire che non è mai stata il nostro obiettivo principale, noi abbiamo sempre pensato di divertirci con quello che facevamo sperando che la cosa coinvolgesse chi ci viene a sentire. Il fatto che ci sia uno scenario politico e sociale che dia delle idee è chiaro, ma non penso sia una prerogativa di questo periodo storico.

Dove vi immaginate fra qualche anno?

Sul tetto del mondo, ci immaginiamo al top, ricevere grandi premi su grandi palchi.

A non essere seri non si corre il rischio di non essere mai presi sul serio?

Ha i suoi pro e i suoi contro. Ci sono delle zone grigie, ma può rivelarsi utile, sia per nascondere dei messaggi seri nell'ironia, che per evitare figuracce. Il vantaggio assoluto è che qualunque tua gaffe, uscita sbagliata, viene interpretata come una boutade.

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