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Valerio Floriani era Andrea di Licia dolce Licia: “A 5 anni guadagnavo il doppio dei miei genitori, oggi faccio il dirigente”

Valerio Floriani era il piccolo Andrea nella serie Licia dolce Licia. Oggi ha 43 anni e ha cambiato vita. In un’intervista rilasciata a Fanpage.it ha raccontato la sua storia: l’infanzia sul set, i limiti imposti dalla fama, come ha speso i soldi guadagnati come attore e che lavoro fa oggi. Poi ha confidato: “Il flirt tra Cristina D’Avena e Pasquale Finicelli? Pensavo che i baci tra loro fossero finti”.
A cura di Daniela Seclì
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La storia di Valerio Floriani, Andrea di Licia dolce Licia: cosa fa oggi e come ha speso i soldi guadagnati
La storia di Valerio Floriani, Andrea di Licia dolce Licia: cosa fa oggi e come ha speso i soldi guadagnati

Valerio Floriani è l'attore che interpretava Andrea nella serie Licia dolce Licia e nelle due stagioni successive: Teneramente Licia e Balliamo e cantiamo con Licia. Classe 1981, originario di Monza, sostituì Luca Lecchi, che interpretava Andrea nella prima serie, Love me Licia. Floriani, poi, ha continuato a recitare accanto a Cristina D'Avena. Era Luca nelle serie TV Arriva Cristina, Cristina e Cri Cri. Sono trascorsi più di trent'anni da allora e il bambino con la parrucca dai riccioli biondi ha lasciato spazio a un uomo che oggi ha 43 anni, è alto 1,87 e per lavoro fa il direttore delle Risorse Umane. In un'intervista rilasciata a Fanpage.it, Valerio Floriani ha raccontato la sua storia: la fama raggiunta a 5 anni, come la notorietà ha limitato la sua infanzia, i baci sul set tra Pasquale Finicelli e Cristina D'Avena, come ha speso i soldi guadagnati e la sua vita oggi. Ha confidato:

Il set era un parco giochi per me. I fan mi mandavano valanghe di lettere e peluche. Guadagnavo il doppio dei miei genitori. Ma non è stato tutto rose e fiori. Non potevo uscire, andare a giocare a calcio o al cinema. Quelle poche volte in cui andavo a fare la spesa con i miei genitori si bloccava l'intero supermercato perché le persone mi riconoscevano. A dieci anni ho scelto di continuare a studiare e ho detto alcuni no. È un mondo crudo. Quando sei fuori dal giro, fai fatica a rientrare. Se io dico di no, ce ne sono altri venti pronti a dire di sì. Con i soldi guadagnati mi sono pagato gli studi all'Università Bocconi. Oggi sono un dirigente, faccio il direttore delle Risorse Umane. Il flirt tra Cristina D'Avena e Pasquale Finicelli? Pensavo che i loro baci fossero finti.

La storia di Valerio Floriani e la sua vita oggi, era Andrea di Licia dolce Licia

Valerio Floriani da bambini e oggi, era Andrea di Licia dolce Licia
Valerio Floriani da bambini e oggi, era Andrea di Licia dolce Licia

Quanti anni avevi quando hai iniziato a interpretare Andrea in Licia dolce Licia?

Avevo cinque anni, era il 1986 quando iniziammo le riprese.

Come ottenesti il ruolo?

Andavo all'asilo ma non mi trovavo bene. Piangevo, piangevo, piangevo così i miei genitori decisero di cambiare asilo. Il caso volle che lì registrassero una puntata in cui c'era una sorta di concerto dei Bee Hive. Erano presenti i produttori, incluso Cip Barcellini. Io lo chiamo destino.

E ti notarono?

Sì, chiesero alla mia maestra di potermi parlare. Mi domandarono se mi piacessero i cartoni animati e se conoscessi Cristina D'Avena. Chi non la conosceva ai tempi? Mi dissero: "Ti piacerebbe lavorare con lei?". Lasciarono il numero alla maestra che lo passò ai miei. Mi invitarono a fare il provino o meglio una chiacchierata davanti alle telecamere. Mi chiesero se mi sarebbe piaciuto lavorare con Cristina D'Avena e da lì fui catapultato nella serie.

Com'era strutturata la tua giornata sul set considerato che eri solo un bambino?

Quando iniziai a frequentare la scuola elementare a Monza ero già diventato famoso, quindi entravo dieci minuti dopo e uscivo dieci minuti prima rispetto agli altri bambini, altrimenti si creava un putiferio. Alle 12:30 passava a prendermi una macchina della produzione. A bordo c'erano l'autista e mia nonna. I miei lavoravano. Mi accompagnavano a Cologno Monzese dove c'erano gli studi e lì trascorrevo tutta la giornata, dalle 13:30 alle 19:30. Magari erano un paio d'ore di registrazione, il resto trucco e parrucco.

Come la notorietà ha limitato la sua infanzia: "Non potevo uscire"

Valerio Floriani nel ruolo di Andrea nella serie Licia dolce Licia
Valerio Floriani nel ruolo di Andrea nella serie Licia dolce Licia

Conservi un bel ricordo?

Sì, per me era un parco giochi colorato, tutti volevano giocare con me. Mi vestivano, mi truccavano, mi passavano il piegaciglia. La truccatrice e la sarta mi facevano fare i compiti. Nel tardo pomeriggio arrivavano i fan a chiederci gli autografi. Io non sapevo scrivere, facevo le X. Inoltre, ricevevo sacchi pieni di lettere. Chi mi scriveva aveva tra i 10 e i 15 anni. Dicevano di volermi conoscere, mi regalavano valanghe di peluche. Però non è stato tutto rose e fiori.

Qual è stato il rovescio della medaglia?

Non potevo fare tante cose. Non potevo uscire, andare a giocare a calcio o al cinema. Quelle poche volte in cui andavo a fare la spesa con i miei genitori si bloccava l'intero supermercato perché le persone mi riconoscevano. Riuscivo a giocare solo con i miei compagni di classe, che non vedevano la differenza tra l'amico e il bambino che stava in televisione. Mi hanno riconosciuto fino a 14, 15 anni.

Sul set litigavi con Giordano Garramone che interpretava Grinta.

Eravamo due bambini, magari ci rincorrevamo. Ero di due anni più piccolo rispetto a lui e a Francesca Cassola (che interpretava Elisa, ndr). Mi facevano i dispetti e ogni tanto mi arrabbiavo (ride, ndr).

E del gatto Giuliano cosa mi dici?

Non potevamo toccarlo. In realtà i gatti erano più di uno, super addestrati, tutti della stessa razza. Magari capitava il giorno in cui un gatto non stava bene o era nervoso e subentrava l'altro.

I baci tra Pasquale Finicelli e Cristina D'Avena, Mirko e Licia

Pasquale Finicelli e Cristina D'Avena nel ruolo di Mirko e Licia
Pasquale Finicelli e Cristina D'Avena nel ruolo di Mirko e Licia

Com'era Cristina D'Avena con te sul set?

Una ragazza d'oro. Ai tempi era una giovane ventenne. Mi considerava il suo fratellino e anch'io mi sentivo tale con lei. Abbiamo lavorato insieme per quattro anni. Sono cresciuto accanto a lei passando da cinque anni a nove.

Era tra coloro che ti aiutavano a fare i compiti?

In realtà no, perché aveva molte più scene di me, era impegnata.

Siete rimasti in contatto?

Una volta finite le scuole dell'obbligo, ho deciso di continuare gli studi e ho cominciato a dire alcuni no, quindi è andata un po' scemando e ci siamo persi di vista. L'ho incontrata una volta a Meteore. Ogni tanto mi scambiavo qualche messaggio con la sorella Clarissa. Cristina è l'unica tra noi che è andata avanti, quindi immagino abbia altri impegni.

Che rapporto avevi invece con Pasquale Finicelli che interpretava Mirko?

Lo sento ancora. Mia nonna, che come dicevo mi accompagnava sul set, era di Roma e lui napoletano. Si era creato un legame tra loro. Pensa che è venuto anche all'inaugurazione del bar di mia nonna, è una persona di famiglia.

Cristina D'Avena e Pasquale Finicelli hanno ammesso di avere avuto un flirt sul set, nonostante fossi un bambino avevi notato questa sintonia?

No perché spesso si baciavano sulla scena. Pensavo che tutti sul set stessimo fingendo. Non me ne sono accorto sinceramente.

I nostalgici di Licia sanno tutto sulla serie. Svelami un aneddoto non ancora conosciuto.

Ricordo che invitai sul set la mia maestra e sua figlia, che era fan. Giravamo una scena in cui Mirko e Licia erano nel letto e io arrivavo e li svegliavo. Il letto aveva due pomelli dorati che con il riflesso delle luci "sparavano", invadendo la visuale della telecamera. La scena non era nitida. Provarono a mettere l'opacizzante, ma niente. Ripetemmo quella scena venti volte. Alla fine, estenuati, l'abbiamo fatta. La mia maestra andò dal regista e, indicando me, gli disse: "Credo che una persona con quella pazienza possa diventare un prete o uno scienziato". Tutti scoppiarono a ridere. Avevo sei anni e sembravo Osho, dopo aver ripetuto la scena 20 volte ero super tranquillo.

Perché Valerio Floriani ha detto addio alla TV e cosa ha fatto con i soldi guadagnati

Cosa ha fatto Valerio Floriani con i soldi guadagnati in TV
Cosa ha fatto Valerio Floriani con i soldi guadagnati in TV

Avevi 10 anni quando la tua carriera televisiva si è interrotta. L'addio al mondo dello spettacolo è stato una tua scelta o non ti hanno proposto altri ruoli?

Un mix dei due. Mi sono chiesto se volessi continuare a recitare, ma ci tenevo a frequentare le scuole superiori. Nel frattempo c'è stato un buco, non ci sono più stati format italiani, dominavano quelli americani come Beverly Hills 90210 o Melrose Place. Quando hanno ricominciato a proporre serie italiane ero già su altri lidi.

E così hai detto addio alla TV.

Probabilmente non sono riuscito a rimanere nel giro talmente tanto da superare "l'invasione americana" dei format. È un mondo crudo. Quando sei fuori dal giro, fai fatica a rientrare. Se io dico di no, ce ne sono altri venti pronti a dire di sì.

Con i guadagni ottenuti con il ruolo di Andrea ti sei tolto qualche sfizio una volta diventato maggiorenne?

Qualcosina sì. All'epoca è capitato che organizzassimo delle cene in famiglia, siamo andati in vacanza, ma il resto lo abbiamo tenuto da parte per future esigenze. Se provieni da una famiglia semplice, non sperperi i soldi. Mi sono laureato alla Bocconi, un'università privata che ha un suo costo e me la sono pagata con quei soldi. Intendiamoci, non erano cifre per cui dici: "Non lavorerò mai più nella vita", ma sicuramente erano tanti soldi, nonostante non lavorassi tutti i giorni.

Spiegami meglio.

Su quattro anni di durata totale, in realtà ho lavorato circa un anno e 9 mesi. Erano contratti "a chiamata". Le riprese di una stagione duravano quattro mesi e io lavoravo 40 giorni. A 5 anni, lavorando 7 giorni al mese, guadagnavo il doppio dello stipendio di un impiegato. I miei genitori, due impiegati appunto, mi hanno raccontato: "Noi guadagnavamo più o meno la metà di quello che tu guadagnavi in quel mese".

Il passaggio dalla notorietà a una vita più comune – che ovviamente può essere altrettanto soddisfacente – è stato doloroso per te?

Devo dire che la fama è durata parecchio. Ricordo le prime uscite con la ragazzina di allora, non ero più in TV ma al cinema mi riconoscevano. Crescere in una famiglia estranea al mondo dello spettacolo credo mi abbia aiutato a soffrirne meno e a gestirla correttamente. Con il tempo, poi, ho completamente cambiato registro, mi sono visto più incline a una carriera meno patinata ma che dà più soddisfazioni. Quell'esperienza resta una parte importante della mia vita.

Quindi la TV è un capitolo chiuso o c'è qualcosa che ti piacerebbe fare?

Devo dire che non guardo tanto la TV. Non so bene che programmi trasmettano, però mi piacerebbe fare L'isola dei famosi, ma non mi chiamano mai (ride, ndr).

Valerio Floriani oggi, che lavoro fa dopo Licia dolce Licia

Valerio Floriani oggi, la nuova vita dell'attore che interpretava Andrea in Licia dolce Licia
Valerio Floriani oggi, la nuova vita dell'attore che interpretava Andrea in Licia dolce Licia

Veniamo alla tua vita oggi. Che studi hai fatto?

Mi sono laureato in Economia, organizzazione aziendale e change management alla Bocconi nel 2005.

Di cosa ti occupi?

Sono dirigente. Ho il ruolo di HR Director, direttore delle Risorse Umane. Sono arrivato a questo ruolo dopo circa 15 anni in aziende di consulenza internazionali. Ho girato mezzo mondo – Mosca, Rio de Janeiro, l'America, l'Europa, l'Africa – per clienti di tutti i tipi e grandi gruppi italiani.

Nel settore in cui lavori hai mai subito pregiudizi per via del tuo passato televisivo?

A fronte di tanti che ti vogliono bene, c'è anche tanta invidia ma questa l'ho subita soprattutto da bambino da parte di alcuni miei coetanei. Poi mi sono fatto una corazza. Oggi devo dire di no. Nel mondo del lavoro si è tutti più adulti, quindi al limite la vivono con nostalgia o curiosità.

Cosa ti rende felice?

Nel mio lavoro mi rende felice quando facciamo un piano di welfare nuovo e un dipendente mi dice: "Bellissima idea, mi hai dato una mano". Ecco, mi riempie di gioia. E poi mi piace quando mi scrivono gli ex fan di Licia dolce Licia perché sento di aver lasciato un bel ricordo.

Quindi hai nostalgia di quei tempi.

Un po' mi mancano, mi piaceva essere su un palco, avere l'affetto del pubblico. Ricordo un concerto dei Bee Hive a cui ero presente. Fu una serata incredibile. Ci scortarono fuori, non perché ci fosse un pericolo ma per il troppo affetto delle persone nei nostri confronti. Tornai a casa con la canottiera strappata, non capivo più niente. Dovemmo uscire perché altrimenti la gente non andava via. Ogni volta che mi riportano a quei tempi mi fa piacere, vuol dire che qualcuno ancora ci pensa mentre a me sembra tutto sempre più lontano. Mi fa tenerezza pensare che ci siano ancora persone che ci guardano e ricordano con piacere.

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