Un Professore 2, Margherita Aresti: “Nina e Manuel sono due calamite, con Simone un finale diverso”
Margherita Aresti è giovanissima, ha appena 22 anni e una carriera da attrice ancora tutta da percorrere, sebbene il suo nome sia già diventato noto perché è protagonista di due fiction targate Rai di grande successo, ovvero Un Professore 2 e Noi siamo Leggenda. Entrambe parlano, seppur in modi diversi, del rapporto tra adulti e adolescenti e di come questi ultimi cerchino un loro posto nel mondo. Margherita interpreta Nina, nella fiction con Alessandro Gassman e Damiano Gavino, mentre è Viola in quella con Nicolas Maupas e Pia Lanciotti, entrambe le ragazze a cui ha prestato il suo volto le hanno permesso di imparare qualcosa: "Mi hanno dato tanto, soprattutto per quelle cose in cui siamo diverse". Originaria di un paesino in provincia di Frosinone, è arrivata a Roma con il desiderio di fare l'attrice: "Mi sto formando al Centro Nazionale di Cinematografia – YD'Actors, e fare questo lavoro è una delle poche certezze che ho nella vita, ma per farlo bene, ci vuole tanta dedizione, bisogna stare a testa bassa, lavorare e studiare".
Il martedì e giovedì in onda su Rai1 con Un Professore e il mercoledì su Rai2 con Noi siamo Leggenda. Com'è rivedersi così spesso in tv?
È un momento particolare della mia vita, di cui sono molto grata. Ogni volta che mi rivedo mi percepisco piccolissima in un mondo gigantesco, provo una sorta di imbarazzo nei miei confronti, inizio a spulciare il lavoro fatto, mi soffermo dove ho sbagliato, guardo le cose che avrei voluto fare diversamente. Vedermi accende quella fame di voler fare meglio, mi stimola a diventare più brava.
Sei diventata protagonista di due fiction importanti, cosa hai provato sapendo di aver superato entrambi i provini?
Ero incredula e felicissima, è stato un viaggio continuo da un personaggio all'altro.
Raccontacelo.
Ho iniziato con Viola, il suo personaggio è stato fonte d'ispirazione per questa capacità di non voler piacere necessariamente alle persone. Siamo piuttosto distanti, ma qualcosa ci accomuna, come il contrasto tra forza e fragilità, è stato divertente entrare nei suoi panni. Nina è arrivata dopo, mentre stavo girando Noi siamo leggenda. Mi sono ritrovata ad interpretare una ragazza solitaria, dall'animo più dolce di quello di Viola. Poi è una madre giovanissima e l'amore che nutre nei confronti di sua figlia le dà preoccupazioni, ma al tempo stesso la arricchisce e farà di tutto per crescerla.
Hai mai temuto di non essere credibile nell'interpretare una madre adolescente, essendo anche tu così giovane?
Sì, è stata una delle mie prime preoccupazioni. Anche durante il provino ho lavorato sull'immaginarmi madre, ho preso spunto da amiche molto giovani che hanno avuto un figlio e ovviamente ho messo in atto la fantasia. Però sono stata aiutata in questo processo, non mi sentivo all’altezza di poter raccontare un mondo così grande da sola, la mia coach è stata fondamentale.
Nina è una ragazza che è dovuta crescere in fretta. A te, Margherita, è capitato di dover affrontare situazioni che ti hanno portato a crescere prima di quanto avresti voluto?
Purtroppo sì, per un lutto importante. Da un giorno all’altro mi è cambiata la vita, ma è stato anche un trampolino di lancio per me, mi sono dovuta rimboccare le maniche, ho sentito di essere cresciuta improvvisamente.
Nina arriva anche per mettere scompiglio nella vita di Manuel. Che amore è quello tra Manuel e Nina?
Sono come due calamite. Da quando lei entra a scuola è evidente che c'è un feeling incredibile, il loro destino è già scritto, si uniranno per questa attrazione che nutrono nei confronti l'uno dell'altra. Per Manuel sarà una storia più matura, soprattutto quando scoprirà cosa nasconde Nina, a quel punto dovrà fare i conti con se stesso. È senza dubbio un amore profondo.
Il tuo arrivo, però, infrange i sogni di chi voleva Manuel e Simone finalmente insieme. Come hanno reagito i fan dei #Simuel?
Sì, ne sono consapevole (ride ndr). Ricevo messaggi di questo tipo "sei bravissima, sei bellissima, però ti prego non entrare nella loro storia, stai lontana". Eppure, credo che il bello di un racconto, di una serie, sia il non riuscire a prevedere quello che può accadere, i personaggi devono maturare e anche il pubblico dovrebbe cambiare punto di vista. Poi, magari, Manuel e Simone potranno avere lo stesso un bel lieto fine, anche se non insieme.
A proposito di personaggi che maturano, credi ci siano margini per raccontare ancora la storia di Nina in una terza stagione?
Il finale non posso rivelarlo, però sì, assolutamente, la storia potrebbe continuare e potrebbe esserci un bel finale anche per Nina.
In Noi siamo Leggenda, invece, i ragazzi attraverso le difficoltà che la vita gli pone davanti scoprono di avere dei superpoteri che li aiutano a sentirsi forti, ad acquisire consapevolezza. Cos'è che ti fa sentire forte?
Da quando sono piccola ho questo potere: guardare le cose, anche le più piccole, con ottimismo. Vedere la luce nel buio mi ha aiutato a vivere meglio.
Noi siamo Leggenda non è una fiction convenzionale, rientra perfettamente tra quei prodotti ambiziosi della Rai. Cosa la rende una serie appetibile agli occhi del pubblico?
È una serie che racconta problemi adolescenziali, oltre che il conflitto generazionale, descrive qualcosa di vero, reale. Guardando questa serie, io stessa mi sono resa conto di quanto la nostra famiglia e il pensiero degli adulti possa influenzarci. Però ciò che emerge da ogni episodio è la forza dei ragazzi, la voglia di voler combattere, avere le proprie idee e non aver paura di seguirle.
C'è un aneddoto che ti è rimasto impresso del lavoro sul set?
Lavorare con Carmine Elia è stato molto stimolante, perché è un regista che pretende tanto. Però se devo pensare ad un momento sul set, mi vengono in mente le scene con Pia Lanciotti, l'attrice che interpreta mia madre. È bravissima e standole accanto avvertivo un'energia fortissima, che mi arrivava in maniera potente. Avevamo molte scene conflittuali, perché il nostro doveva essere un rapporto di forte contrasto, ma tanta era la sua energia che io avevo davvero paura. Quando mi ha dovuto tirare un ceffone, poi è si avvicinata per chiedermi: "Ti ho fatto male?".
Quando è stata la prima volta che hai pensato di voler fare l'attrice?
A scuola, durante i laboratori teatrali. Lì ho capito che sarei riuscita ad esprimermi attraverso l'arte, mi sentivo bene, libera, non mi sentivo giudicata dagli altri.
C'è stato un momento in cui ti sei sentita giudicata?
In primis da me. Solitamente quando qualcuno si giudica, lo fa in funzione del giudizio altrui.
Prima di iniziare la tua carriera nel mondo dello spettacolo, hai lavorato anche come modella. Hai mai temuto che la tua bellezza potesse offuscare il tuo talento?
Sì, è per questo che poi ho scelto di prendere le distanze da quel mondo e di sfruttare il mio aspetto sempre meno, non perché non fosse giusto, ma perché volevo dedicarmi pienamente alla recitazione. Volevo e voglio essere coerente con la mia scelta e con chi voglio essere.
E chi vorresti essere?
Vorrei continuare ad essere una persona positiva, più entro in questo mondo più mi rendo conto di quanto non bisogna mai risparmiarsi. E poi, vorrei non perdere la mia curiosità, a proposito di filosofia, come diceva Socrate "so di non sapere" e questa frase ce l’ho ben stampata in testa.