Un Passo dal cielo 8, Giusy Buscemi: “Il pregiudizio non mi ferisce più. Recitare mi fa andare in fondo alle cose”
Giusy Buscemi è tornata ad interpretare Manuela Nappi in Un passo dal cielo 8, la fiction di Rai1 che continua a mietere ascolti, forte di un pubblico che nonostante gli anni passino è sempre più legato alle vicende nate tra le valli di San Vito di Cadore. Protagonista di fiction di successo, in cui si è messa alla prova lasciando emergere parti inedite di sé, l'attrice siciliana ha compiuto in questi anni un percorso evidente di crescita e maturazione, insieme ai personaggi che ha portato sul piccolo schermo. Ormai lontana dai tempi in cui il pregiudizio sulla sua bellezza le creava disagio, Giusy Buscemi racconta di aver adottato un approccio diverso anche nel suo lavoro: "Adesso mi diverto, mi metto in gioco davvero" ci racconta, parlando anche di un ritorno alle origini, ma soprattutto a un tempo a cui siamo disabituati, e che è diventato sempre più difficile ritagliarsi: quello con la terra e con le proprie radici.
La prima puntata di Un passo dal cielo ha confermato degli ottimi ascolti. Non era scontato arrivati all'ottava stagione.
L'abbiamo vista con tutto il cast e siamo stati contenti di rivederci, c'era chi veniva dalla Spagna, chi dal Nord, siamo tutti contenti del risultato degli ascolti. Significa che c'è un pubblico affezionato, impaziente. Sono personaggi diventati di casa, anche se affrontano storie nuove, grazie alla bravura degli sceneggiatori che sono sempre in grado di sovrapporre.
Da una stagione all'altra sono cambiati anche i protagonisti, ma il pubblico resta fedele. Cosa lo attrae secondo te?
Ci sono ingredienti che funzionano bene insieme. Ma la montagna conquista tutti, ci scrivono per la bellezza dei luoghi in cui giriamo, è l'effetto immediato di come un prodotto televisivo possa suscitare voglia di visitare quei luoghi. Poi, anche se i personaggi sono cambiati, si raccontano storie di amicizia, di rispetto verso la natura.
Un passo dal cielo è forse l'unica serie tv italiana che parla di ambiente. Cosa muove questa scelta?
Quest'anno parliamo di grandi temi come lo scioglimento dei ghiacciai, sembra qualcosa di enorme, però la bravura degli sceneggiatori è riuscire a riportare queste storie apparentemente lontane nelle nelle vite dei personaggi e farcele vivere più da vicino. È l'unica serie che finora parla di ambiente, ci sentiamo coinvolti, chiamati in causa, poi è giusto che chi legifera se ne occupi in maniera più incisiva. Però, se c'è un prodotto così seguito come questo, che parla anche di certe tematiche, credo dia un valore aggiunto.
Parliamo di Manuela. Dalla stagione precedente è cresciuta, al punto che è incerta sull'andare via.
Si chiede se ci sono i presupposti per rimanere. Rimarrebbe sulla base di certe relazioni che, però, potrebbero anche non concretizzarsi. Si chiede quale sia il prossimo passaggio in questo percorso di crescita, ma è una donna che si assume le proprie responsabilità, quindi inizia a pensare che forse è inutile scappare e magari sarebbe giusto fermarsi. Spesso siamo portati a credere che la vita sia migliore da un'altra parte, quando la cosa più difficile, invece, è restare.
Nella prima puntata vediamo anche una Manuela più intraprendente, coraggiosa nei sentimenti. Da dove arriva questo slancio?
È maturato dalla consapevolezza che nessuno si salva da solo. Per crescere ha avuto bisogno del fratello, della sua famiglia, anche degli errori. Ha dovuto superare i propri limiti, è un coraggio che nasce dall'esperienza. Nathan, invece, si trova in una fase in cui è molto scettico nei confronti del prossimo, non crede di poter voltare pagina, lei gli tende semplicemente una mano, confidando nel fatto che solo insieme si può andare avanti.
Qualcuno o qualcosa da cui sei stata frenata nella tua vita?
Probabilmente nel percorso universitario, motivo per cui è diventato così lungo. Poi, c'è da dire che le fasi iniziali di ogni processo sono sempre un po' difficili, poi piano piano diventano più semplici. A parte lo studio, forse qualche provino andato male, ma nessuno mi hai mai messo davvero un freno.
Sia Manuela che Vanina ti hanno dato l'opportunità di vestire i panni diversi da quelli interpretati finora. Cosa ha entusiasmato di più nell'interpretarli?
Ho scoperto la voglia di andare fino in fondo alle cose. Spesso inizio qualcosa e raramente la porto a termine, dai corsi di cucina all'imparare una nuova lingua. Con i personaggi di Vanina e Manuela sono dovuta arrivare a compimento di tutto ciò che facevo. Quindi con Manuela ho riscoperto un lato sportivo, che dopo i trenta si è risvegliato. Poi è bello poter entrare nelle storie delle persone, capire cosa può aver mosso le loro azioni, empatizzare, senza farsi condizionare dal giudizio facile.
E c'è stato qualcuno che nella tua carriera è stato vittima di un "giudizio facile"?
Quando una persona come me accede al mondo del cinema, della televisione, con il titolo di Miss Italia, c'è sempre il pregiudizio, come se dovessi sempre dire "guarda che so parlare anche di altro". È divertente come poi le persone inizino a vederti in un certo modo, dopo la conoscenza scoprono chi sei. Ora non mi pesa più, sono molto serena, perché so che la bellezza è un dono, come viene se ne va. Quello che sto cercando di fare è porre le energie su tutto ciò che dura nel tempo.
Ormai di ruoli ne hai affrontati diversi, che attrice pensi di essere diventata?
Penso di essere diventata un'attrice che è passata dalla fese del compitino a quella in cui mi diverto, gioco con il mio lavoro. Questo non significa che non ci sia fatica, però è l'atteggiamento che cambia. Scopro cose di me che sono completamente nuove, che posso dare ai personaggi che interpreto. Il primo approccio è sempre quello di voler fare bene, però poi dopo il primo take per rompere il ghiaccio, mi riapproprio di quella modalità giocosa di fare questo mestiere, che fa emergere anche una parte più autentica.
A proposito del far conoscere qualcosa di nuovo, hai interpretato una versione completamente inedita di Fanny Targioni Tozzetti, l'Aspasia di Leopardi.
Per prepararlo ho incontrato la nipote diretta di Giacomo Leopardi e la prima cosa che mi ha detto è stata "sai che gli amanti di Leopardi odiano la odiano?". Ne ha parlato come una donna crudele, che si è presa gioco di lui, quindi ho cercato di capire cosa avesse mosso i sentimenti di una donna che non ha saputo andare oltre i suoi desideri. È un personaggio pieno di sfumature e molto malinconico, perché poi non riusciva mai ad ottenere quello che desiderava e questa cosa le arrecava grande tristezza.
In questi anni sei diventata mamma di tre bambini, in un'intervista hai raccontato di esserti sentita scissa e di aver dovuto rinunciare a dei lavori perché incinta. Si ha l'erronea convinzione che le attrici siano più tutelate da questo punto di vista, ma non è così.
L'assicurazione non compre le attrici nei primi tre mesi di gravidanza, quindi bisogna informarsi prima di firmare un contratto, magari chi non lo sa prima è costretto a non dirlo o dirlo solo dopo, c'è anche il rischio che non inizino. Ovviamente succede più spesso per le riprese di serie tv che durano mesi, e che sono i progetti ai quali ho dovuto rinunciare. Le attrici fanno un mestiere privilegiato, ma questo non significa che ci siano più tutele, anzi, la scelta è sempre lasciata al singolo. Si sente di dover rinunciare a qualcosa, ma spesso si teme anche di restare fuori dai giochi.
In cosa vorresti che i tuoi bambini ti somigliassero?
Qui ci vuole una grande conoscenza di se stessi. Però, direi, il pensare bene dell'altro, molti mi prendono in giro per il mio ottimismo, verso le cose, le persone. Spero possano trovare sempre una parola di fiducia, nelle relazioni, nelle amicizie.
Attrice, ma anche imprenditrice agricola. Raccontaci.
Ormai mi definisco un'imprendi-attrice agricola (ride ndr.) Sono cresciuta con papà agricoltore, il rapporto con la terra era qualcosa di quotidiano, dal punto di vista materico, dalla raccolta delle olive alla vendemmia, la raccolta dei frutti. Quando sono arrivata in tv, penso che non riconoscere queste origini facesse parte della mia emancipazione. Poi sono cresciuta davvero, anche grazie a mio marito, che mi ha aiutato ad avere uno sguardo nuovo sulla mia storia, mi sono riappropriata della mia terra. Nel mio piccolo vorrei dare lustro al mondo agricolo, conoscendo la fatica di chi ci lavora tutti i giorni.
In cosa consiste questo progetto?
Ho iniziato a studiare per capirne di più dal punto di vista teorico. Ero sul set di Vanina, ascoltavo le lezioni, poi ho sostenuto l'esame e in Sicilia abbiamo aperto un'azienda agricola, Casa Rossa. Abbiamo iniziato con l'odio, l'avocado, il miele, poi il mio desiderio è quello di coinvolgere anche il territorio.
Cosa ti ha dato ritornare alla terra?
Vivendo una città frenetica come Roma, dove è tutto lontano, distante, a volte complesso, andare a Messi, in Sicilia ad occuparsi della raccolta, oppure mettere l'etichetta alle bottiglie, diventa un altro valore del tempo, che non toglie al mestiere di attrice, però mi radicalizza con la mia storia.