Tommaso Cassissa: “Staccarmi dai social era difficile, nessuno te lo insegna. Avevo l’ansia di non esserci”

Tommaso Cassissa, sui social come @tommycassi, è il protagonista del film “Un oggi alla volta”, in sala dal 25 luglio. A Fanpage.it racconta la sua carriera nel mondo del web e ripercorre alcuni momenti che hanno segnato il suo esordio come content creator.
A cura di Eleonora di Nonno
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Vivere in un fuso orario diverso, sentirsi in costante ritardo. Sono queste alcune delle tematiche principali di Un oggi alla volta, diretto da Nicola Conversa e in sala dal 25 luglio. Tommaso Cassissa, protagonista del film, spiega a Fanpage.it cosa significhi provare questa sensazione, ma non solo. L'attore e content creator, sui social come @tommycassi, è conosciuto per i video leggeri e divertenti che posta sul web. Racconta, però, come a volte sia necessario togliersi la maschera dell'ironia: "È molto difficile per persone come me concedersi un po' di tristezza, senza bisogno di aggrapparsi a pensieri felici".

Nel podcast Senza Filtri ti presenti così: "Sognavo di fare il calciatore e poi mi sono ritrovato a fare video su YouTube". Come mai questo cambio di programma?

In realtà è una storia triste. Mi feci male giocando a calcio e fui costretto a fermarmi per qualche mese, poi del tutto. A casa mi annoiavo, così iniziai a fare dei video. Era una cosa che avrei voluto fare da sempre ma mi vergognavo.

Hai iniziato a fare video nel 2017, prima che diventasse "cool".

Sono stato fortunato perché mio fratello, di tre anni più grande, da piccolo voleva fare il regista e mi usava come cavia. Durante le vacanze estive, in campagna dai nonni, io facevo l'attore e lui mi riprendeva. Da lì mi sono appassionato ai video. Era il 2013. Quei video non sono online, ho iniziato a pubblicare nel 2017.

Cosa raccontavate in questi video che non sono sul web?

Il primo era un cortometraggio horror con mio fratello di 16 anni come regista e io 13enne nei panni del protagonista. Era ambientato in una casa infestata, che poi era quella dei miei nonni in campagna. Fa più ridere che paura, ma è un bel ricordo. L'inizio di tutto.

Ti sei mai scontrato con commenti negativi da parte degli haters?

Mi capita poco. Sono sempre stato molto attento nel cercare di essere il più inattaccabile possibile. Non ho mai fatto video criticando qualcosa o qualcuno. Anche quando ero molto piccolo mi chiedevo sempre se un certo tipo di contenuto potesse offendere. È un modo per non avere troppa gente che mi odi, magari c'è ma si nasconde.

Molti dei tuoi contenuti raccontano in modo ironico le difficoltà dei più giovani. Secondo te quale è un tema che sta a cuore in modo trasversale alla generazione Z?

Adesso c'è tanta attenzione per la salute mentale, sui sentimenti e su come ci fa sentire fare qualcosa. Io sono figlio di tanto lavoro su me stesso. Sono stato fortunato perché ho sempre potuto parlare con i miei genitori, non solo di argomenti legati a università o futuro, ma su come mi sentissi io. Sono felice che le nuove generazioni parlino di questo tema.

Hai recitato in Un oggi alla volta. Più di una volta nel film torna il concetto dello scorrere del tempo, del sentirsi in ritardo o addirittura di avere un "fuso orario" diverso. Hai mai provato questa sensazione?

Mi sono sentito così al liceo. È stato il motore che mi ha portato a intraprendere seriamente la strada di fare video, anche da un punto di vista lavorativo. Unire passione e lavoro è una fortuna ma è stato anche frutto di preoccupazione. Provavo l'ansia di dover fare un lavoro "normale".

Quest'ansia la provi ancora?

Con il tempo mi sono stabilizzato emotivamente. Ma il liceo è stato un momento molto frustrante. Io ho sempre sofferto l’ansia di paragonarmi ai miei coetanei a scuola o nella vita privata. I video erano un grande sfogo da questo punto di vista.

Federica Pagliaroli e Tommaso Cassissa sul set di "Un oggi alla volta"
Federica Pagliaroli e Tommaso Cassissa sul set di "Un oggi alla volta"

Nel film interpreti uno studente scapestrato che deve affrontare la maturità. Che alunno eri al liceo?

Studiavo il minimo e andavo benino. Nelle materie umanistiche studiavo poco, mi piacevano quindi stavo attento in classe e alle interrogazioni un po' inventavo. Ho frequentato lo scientifico ma facevo schifo in matematica e fisica, quindi in quello studiavo.

C'è un ricordo del liceo che ti sta particolarmente a cuore?

In terza liceo il preside mandò una bidella in classe per parlare con me, ero nel mezzo di una verifica. Me la stavo facendo sotto per la paura. Il preside aprì la porta, mi guardò negli occhi e mi disse: "Ho visto i tuoi video, complimenti. Mi fanno ridere". È stato un momento altissimo.

In Un oggi alla volta c'è una parte leggera e un'altra impegnativa. Come hai trovato il giusto equilibrio per poter recitare al meglio?

Ho fatto un grosso lavoro su me stesso perché sentivo dentro di me un potenziale inespresso. Da sempre uso l'ironia per affrontare momenti tristi o di frustrazione. Io vivevo male al liceo l'ansia da prestazione. Raccontare la tristezza senza la maschera dell'ironia ma mostrandomi e mettendomi a nudo è una cosa che ho imparato a fare sul set, mi è servito molto anche nella vita reale. Non è necessario dire come stai al mondo con una maschera, puoi anche toglierla e piangere. Una cosa bellissima ma molto difficile.

Su X scrivevi: "Concediti un po' di tristezza". 

È molto difficile per le persone come me concedersi un po' di tristezza pura senza bisogno di aggrapparsi a pensieri felici. Ci sta avere dei momenti in cui si gode della propria tristezza, tocchi il fondo e poi risali.

Hai mai avuto il desiderio di staccare completamente dai social?

In passato, quando mi staccavo dal telefono anche solo qualche ora, avevo l'ansia di non esserci. Non c'è una scuola che ti insegna ad usare i social, nessuno lo sa quanto è una dipendenza o quanto è una cosa che stai sfruttando per arrivare a un fine. Credo di aver trovato un equilibrio adesso. È stato difficile farlo da solo. Credo che occorra che qualcuno ce lo insegni prima che sia troppo tardi.

Sei laureato in economia. Il lavoro come come content creator ha mai interferito nella tua carriera universitaria?

L'economia non mi appassiona ma l’ho studiata perché penso che capire qualcosa di come gira il mondo, dei contratti e delle cose legali sia la cosa più importante per chi fa il lavoro di artista. L'arte ha anche a che fare con l'economia. Fare parallelamente video comici e divertenti mi ha dato molta energia, mi spronava quando passavo le notti sui libri.

Per un periodo sui social si parlava molto della tua rottura con la tiktoker Emma Galeotti. Come hai vissuto le forti interferenze nella tua vita privata?

In realtà non l'ho vissuta male. Ho sempre mostrato poco della mia vita privata sui social. Ogni video o foto che metto online è sempre calcolato, dosato. Non mi sono mai messo a nudo o a rischio, tutto quello che arriva di ritorno è una cosa che ho già calcolato. Non ci sono cose che ho dato in pasto al pubblico di cui mi sia pentito.

Fai parte di AUCH, una band formata anche da Andrea Pisani de i Pampers e Gabriele Bocciano dei Nirkiop. Quale è stata la canzone che vi siete più divertiti a scrivere?

3mendo. Che è un remake di Sono tremendo di Rocky Roberts. Quella canzone ha un tipo di ironia perfettamente coerente con la nostra, siamo riusciti a fare un pezzo che facesse ridere ma allo stesso tempo con dentro tutta l'ironia più sottile. Ad ogni idea e strofa ridevamo per dieci minuti. Io ho sempre amato la musica, ho sempre scritto, cantato o suonato. Avevo questo pallino di iniziare un progetto facendo "comedy pop".

Come ti immagini tra dieci anni?

Spero di continuare a spaziare nei vari mondi dell'arte. Io parto dai social e dal web ma vorrei sperimentare tutto: cinema, teatro, tv. Vorrei provare più cose possibili prima di trovare il mio luogo, anche se penso che un luogo preciso non ci sia.

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