Tiziano Ferro: “Perdono Mara Maionchi, non sapeva quanto drammatico e doloroso fosse giudicare il mio corpo”
Tiziano Ferro si è raccontato in un'intervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair. L'artista ha parlato di varie fasi della sua vita, dal divorzio con Victor Allen e la vita a Los Angeles al battibecco con Mara Maionchi. Non è mancato uno sguardo al futuro e ai nuovi progetti che lo vedranno protagonista: "Sto chiudendo un contratto con Lorenzo Mieli per sviluppare un lungometraggio dal romanzo che ho scritto".
Il divorzio da Victor Allen e l'amore per i figli Margherita e Andres
Tiziano Ferro ha spiegato di avere trovato una famiglia a Los Angeles. Ha tanti amici e in parte sono persone che ha conosciuto alle riunioni degli alcolisti anonimi, dove non importa quanto guadagni o la tua carriera, ma "i danni che hai fatto, le fragilità". Tra le perone più care anche Elisabetta Canalis, Bianca Balti e Laura Pausini, che è corsa da lui quando ha notato che qualcosa non andava: "È un’amica vera. Mi ricordo che durante il divorzio lei era a Buenos Aires e a un certo punto mi fa una videochiamata e mi dice: “Io non ti vedo bene, adesso prendo un volo e vengo a Los Angeles”. Aveva solo due giorni di stacco tra un concerto e l’altro. Ecco che cosa sono gli amici veri". Gli amici, dunque, si sono rivelati fondamentali nel momento difficile del divorzio da Victor Allen:
Victor ha reso la mia vita sentimentale più bella e complessa. Il nostro è stato un amore bello ma, onestamente, anche doloroso. Una cosa ho capito: non potevo e non dovevo abbandonarmi all’idea del divorzio come fallimento, trappola allettante che ti illude di restare fermo in quella zona di comfort che è il dolore. Ringrazio la complessità e la tridimensionalità del rapporto con lui che mi hanno permesso di andare avanti.
Tiziano Ferro ha anche parlato dei suoi figli, Margherita "una coccolona" e Andres a cui "piacciono le auto e fare la lotta". Ha ammesso di essere "terrorizzato dal fatto che un giorno Margherita e Andres cresceranno e non vorranno più tutti questi abbracci". In passato, Tiziano Ferro ha più volte dichiarato di non poter tornare in Italia perché nel nostro Paese non è ancora riconosciuta la doppia paternità per Margherita e Andres. L'artista è tornato sull'argomento:
Mi ferisce che vengano negati i diritti ai miei figli, perché siamo tutti uguali e con diritti uguali: perché loro ne dovrebbero avere di meno? Perché Victor deve aver bisogno di una delega per accompagnarli a scuola o per portarli in ospedale quando non ci sono io? Io penso che i politici e le persone che fomentano l’odio e l’omofobia siano persone che non riescono a dare un volto umano all’amore. Preferiscono mettere un’etichetta dove invece ci sono volti, dove c’è amore, dove ci sono persone.
Tiziano Ferro torna a parlare di Mara Maionchi
Nel corso della lunga intervista è stato chiesto a Tiziano Ferro come abbia affrontato le battaglie della sua vita, dall'alcolismo alla depressione, passando per la bulimia. L'artista, che ha spiegato di andare in analisi una volta a settimana, ritiene che i genitori abbiano un ruolo fondamentale per creare una generazione meno incline a scivolare nel precipizio. È tornato anche sul battibecco avuto con Mara Maionchi avvenuto nei giorni scorsi:
Bisogna lavorare sulla prossima generazione di genitori, perché saranno loro ad aiutare i loro figli a non scivolare in questi precipizi. Le faccio un esempio: parlando di bulimia, oggi non faccio né voglio fare l’apologia dell’obesità, però fino a ieri si portava un bambino dal dietologo solo perché aveva cinque chili in più del previsto. Quello è un meccanismo crudele che mi ha marchiato a fuoco perché io mi sentirò grasso per sempre e nulla mi farà mai cambiare idea. Camminerò per strada sentendomi grasso anche se non lo sono. E mi sentirò perennemente inadeguato. I genitori sono fondamentali in questo. E lo sono anche gli educatori. E i manager. E qui sì, mi riferisco a Mara Maionchi. Le voglio bene e sono sicuro che vent’anni fa questi discorsi non erano così chiari. Però oggi va fatto un cambio di passo radicale, perché la salute mentale è una cosa pratica che va appunto praticata.
E ha concluso: "È un obbligo morale raccontare alle persone, agli artisti, che il corpo non è un vincolo negativo per la loro arte. Io credo che Mara e molte altre persone non abbiano realizzato abbastanza quanto traumatico e doloroso sia quell’atteggiamento che si imprime per sempre nell’inconscio e nell’esistenza di ragazzini ancora fragili. Io oggi perdono la loro buona fede. Ma bisogna fare un mea culpa e non prendere più questo argomento alla leggera".