Stefano De Martino: “La Rai che dà Affari Tuoi a un giovane pensa al futuro della Tv. Non sarò l’anti-Amadeus”

Stefano De Martino racconta a Fanpage.it il suo Affari Tuoi, al via il 2 settembre. Prende le distanze dal confronto con Amadeus, “un fuoriclasse con un altro passo”, mentre sugli ascolti che si aspetta dal programma è chiaro: “Vorrei che Rai1 fosse la rete più vista”. Sulle voci di vicinanza ad Arianna Meloni smentisce: “Credevo di essere assuefatto alla fake news, ma non ci si abitua mai”.
A cura di Andrea Parrella
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La Rai punta tutto su Stefano De Martino. Con il contratto siglato a giugno che lega il conduttore all'azienda per i prossimi 4 anni, il servizio pubblico mette al centro dei suoi progetti un volto che, come pochi altri, rappresenta il concetto di ascesa repentina. Dall'ingresso in Rai nel 2019 De Martino si ritrova oggi alla guida di Affari Tuoi, per gestire un complicatissimo dopo Amadeus e, al contempo, sfidarlo ("Ci siamo sentiti, mi ha dato dei consigli", ha detto). Nella conferenza stampa di lancio del programma, al via lunedì 2 settembre, sono emersi inevitabilmente aspetti laterali al programma, ma parte del personaggio De Martino, dal pettegolezzo sul rapporto con Arianna Meloni ("Non la conosco", ha detto il presentatore) a quello su Belen ("Va tutto benissimo, la saluto e mi risponde", ha scherzato). In questa intervista a Fanpage.it Stefano De Martino racconta le principali novità del suo Affari Tuoi e ragiona proprio della scelta Rai di affidare i principali progetti delle prossime stagioni a un presentatore di 34 anni.

Affari Tuoi parte il 2 settembre, quasi a estate in corso agosto. Perché iniziare così presto? Non rischi di essere penalizzante?

La scelta credo calzi con il rodaggio necessario al programma. Quando c'è un cambio di conduzione una trasmissione necessita di un abbrivio, era giusto cominciare prima per scaldare bene i motori e fare in modo che al rientro dalle vacanze gli italiani ci trovassero già lì.

Telefono a cornetta, pacco nel vecchio stile del programma. Dal punto di vista estetico i tuo Affari Tuoi torna al passato, ma soprattutto rompe con il passato recente. Era un cambio necessario per il post Amadeus?

In realtà è una scelta di gusto estetico, io sono affezionato al pacco di cartone perché secondo me è il simbolo del programma e, nononstante l'indiscutibile successo delle ultime edizioni ero un po' orfano di questo codice estetico. Il telefono è un mio strumento per condurre, come un direttore d'orchestra: la partitura di Affari Tuoi resta la stessa, il programma è quello, ma ognuno poi dirige a modo suo.

Torna la ceralacca del celebre "scavicchi ma non apra". Hai chiesto a Bonolis il permesso?

Laddove dovessimo usarlo, citeremo la fonte. Ma penso che ce lo concederebbe (ride, ndr).

Quando è iniziato questo programma tu avevi 14 anni. Lo Stefano adolescente cosa avrebbe detto pensando di condurre questo programma?

Non lo avrei neanche immaginato a 14 anni, davanti alla Tv. Essere qui a condurlo è un incontro tra mondo dei sogni e realtà, due aspetti che si avvicinano. Per me a volte è strano stare qui, fa talmente parte della mia memoria televisiva da emozionarmi.

Restiamo sull'età, non ci sono molti precedenti di conduttori così giovani ai quali la Rai dava tanto peso. Avverti una sorta di responsabilità generazionale rispetto all'idea di preservare la Tv come mezzo di comunicazione?

Credo sia l'obiettivo dell'azienda, seminare per dare longevità a una Tv che si dice stia sparendo ma poi, di fatto, gli eventi dimostrano il contrario: Sanremo è un evento centrale, la Tv fa ancora costume e tutti gli eventi web cercano di passare dalla Tv per una consacrazione. Penso che affidare un prodotto del genere a una persona più giovane significhi sbilanciarsi verso il futuro e una nuova epoca televisiva. Mi fa piacere essere uno strumento attraverso cui si realizza questo proposito.

Affari Tuoi sfiderà Striscia La Notizia e Amadeus sul Nove. In che risultati speri? Quando finirà il fair play e inizieranno le frecciatine?

Il fair play c'è proprio per una questione di rispetto mio nei confronti del ruolo di Amadeus, un fuoriclasse che esce da cinque Sanremo record, sarebbe stupido e anche controproducente da parte mia mettermi in competizione con una persona di altra esperienza e altro passo. Il mio obiettivo è cercare di far sì che Rai1 sia sempre la prima scelta degli italiani. Il panorama è differente, ci sarà una ripartizione diversa, Amadeus non aveva contro Amadeus e oltre a Striscia ci sarà accesa anche La7, uno scenario molto competitivo. Vorremmo essere primi in questo nuovo panorama e vedremo poi cosa significherà in termini di numeri.

Hai sottolineato in conferenza stampa che questo è il secondo programma che erediti da Amadeus. Il primo è andato bene, quale sarà il terzo?

Dipenderà molto dal secondo. Se va bene questo, magari ne erediterò anche altri.

Dovesse andare bene?

Dovesse andare bene, diciamo che ci sono un altro paio di cose fatte da Amadeus in carriera che mi farebbe piacere fare. A dirne una penso a L'Eredità, ma adesso c'è Liorni.

Dovesse andare male?

È stato bello finché è durata e torno a casa.

La Rai punta molto su di te, ti candida a ogni spazio possibile, oltre a Sanremo anche il sabato sera, che darebbe vita a una sfida tra te e la tua mentore Maria De Filippi. Che pensi di questa prospettiva?

Una prospettiva tragica, in qualsiasi fascia vada in onda mi scontro con colossi, si tratti di Amadeus o di Maria e Filippi al sabato sera. Dovrei ritirarmi e andare a giocare a golf. Quello dell'intrattenimento in prima serata è un tema su cui mettiamo grande attenzione. Sto guardando molti format dall'estero, ma in verità mi piacerebbe scrivere qualcosa di mio e originale. Dopo l'avvio di Affari Tuoi ci metteremo subito al lavoro.

Non per forza il sabato sera, quindi?

Non per forza, anzi diciamo che lo eviterei quello, già ben occupato.

Una volta il gossip su di te era da spiaggia, oggi è politico (ha smentito di conoscere Arianna Meloni, ndr). Ti aspettavi questo risvolto ora che sei al centro delle dinamiche Rai?

Io che credevo di aver sviluppato una certa assuefazione alla fake news capisco che non ci si abitua mai perché la creatività supera ogni più rosea aspettativa, ci tiene vivi.

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