Stefania Picasso, moglie di Franco Gatti dei Ricchi e Poveri: “Sentiva che sarebbero stati gli ultimi giorni”
“Pensavo che dopo la morte di un figlio, tutte le altre fossero più leggere. Invece i dolori si sommano. La morte di Franco è stata una cosa improvvisa, abbastanza traumatica. Sono una donna forte e continuo ad esserlo, spero di continuare ad andare avanti”, a dichiararlo è stata Stefania Picasso, moglie di Franco Gatti, ex membro dei Ricchi e Poveri scomparso nell’ottobre del 2022 a causa di una serie di patologie croniche contro le quali combatteva da tempo. “Quello che mi manca di Franco è soprattutto la sua concretezza e il suo modo di risolvere i problemi”, ha aggiunto la donna ricordando il marito al quale era profondamente legata, “Era saggio, adoperava la saggezza nel risolverli. Era un grande punto di riferimento per una moglie”.
La moglie di Franco Gatti: “Prima del coma mi ha detto cose bellissime”
“Gli ultimi giorni di Franco sono stati belli. In quei giorni, prima che entrasse in coma, mi ha detto delle cose bellissime. Era come se si fosse cancellato tutto il negativo tra di noi, lui se lo sentiva che sarebbero stati gli ultimi giorni. Ci siamo perdonati tutto, qualsiasi cosa. Come faccio a dire che è stato brutto? È stato bellissimo, lo so che è difficile da capire. Mi ha detto ‘Ti ho amato tanto e ti amerò sempre’. Sono stata molto fortunata”, ha aggiunto Stefania ricordando gli ultimi giorni vissuti con il marito prima della sua scomparsa.
La scomparsa del figlio: “Franco mi ha seguito nei convegni sulla vita oltre la vita”
Stefania ha quindi ricordato il dolore legato alla scomparsa del figlio Alessio, morto a 23 anni nel 2013: “Un dolore straziante, ma non poteva essere invano, doveva servire a qualcosa. Con Franco abbiamo fatto un bel percorso. Mi ha fatto il regalo più bello che potesse farmi, mi ha seguito nei miei convegni sulla ‘vita oltre la vita’ per dare un po' di speranza ai genitori che sono ancora nella disperazione. È un modo per far rivivere nostro figlio. Alessio era un genio, un po' faticoso, ma l'ho stimato come persona. Ha fatto tutto presto, tutto di corsa, forse si sentiva che la sua vita sarebbe stata breve. A 22 anni aveva già una vita lavorativa molto definitiva, operava in borsa, aveva addirittura un segretario”. Quindi ha smentito che la morte del giovane – avvenuta a causa di una overdose – sia stata intenzionale:
Nell'ultimo periodo forse era un po' depresso e sotto tensione. Non si è suicidato, se fosse così lo direi. Sono convinta che ognuno abbia il proprio destino già scritto, forse lui doveva vivere poco per andare nell'altra dimensione ed essere utile alle altre persone che ne hanno bisogno.