Stefania Pezzopane: “Ho rivisto Simone Coccia, ci vogliamo bene. Governo Meloni? Bugie e propaganda”
Stefania Pezzopane si è raccontata in un'intervista rilasciata a Fanpage.it. L'ex senatrice della Repubblica e deputata del Partito Democratico ha ripercorso la relazione durata nove anni con Simone Coccia Colaiuta, un amore che è stato spesso strumentalizzato per attaccarla politicamente. Stalking, minacce di morte, insulti e persino un tentativo di estorsione: questo è l'incubo con cui la coppia ha dovuto fare i conti. Di recente si sono rivisti. Nonostante conducano vite separate, non è venuto meno il piacere di stare insieme. Quanto alla situazione politica attuale, Stefania Pezzopane ha commentato i primi sette mesi del Governo di Giorgia Meloni e ha detto la sua su Elly Schlein e la futile polemica sull'armocromia, usata per delegittimarla.
Stefania Pezzopane e Simone Coccia Colaiuta: l'amore tra stalking e minacce
Ha conosciuto Simone Coccia Colaiuta nel 2014, sin da subito questa relazione è stata usata per attaccarla politicamente.
Sono stati nove anni fantastici, ma anche accompagnati da attacchi politici ignobili, viscerali, carichi di misoginia, di odio, a volte persino di sadismo. Faccio una parentesi doverosa, ci sono state anche tantissime persone che mi hanno sostenuta, che hanno compreso la qualità del mio lavoro politico, non ho mai avuto problemi di questa natura a Roma, ma sul territorio sì.
È vero che in un caso le fu chiesto di lasciare Simone Coccia?
Un dirigente del PD della mia città mi disse: "In vista della campagna elettorale delle comunali lascia Simone e poi ti ci rimetti dopo". Pensava che ci avrebbe fatto perdere voti. Se avessi registrato tutto quello che ho dovuto sopportare nel tempo, oggi potrei leggere un bestiario di ignobili ipocrisie usate per bloccare la mia ascesa politica, per delegittimarmi. Non le dico quante critiche ho ricevuto perché sono andata da Barbara D'Urso. Come se questo facesse di me una persona frivola. Ho lavorato quattro volte di più dei miei colleghi perché dovevo dimostrare che la mia storia d'amore non comprometteva la qualità del mio lavoro.
Quale è stato il momento più difficile?
Lo scorso anno, durante la campagna elettorale delle comunali, ho vissuto un incubo. Fecero diventare virali dei video che Simone aveva fatto con il figlio, dei balletti su TikTok. Dicevano: "Una che ha questo compagno, come fa a diventare sindaco?". Simone dovette intervenire per difendermi. C'è stata una crudeltà che non auguro a nessuno. Poi, ho subito stalking da parte di personaggi che ho dovuto denunciare.
So che ha ricevuto anche minacce di morte.
Sì e ho denunciato, i Carabinieri andarono a casa di questa persona. Mi aveva minacciato di morte sui social esponendo anche una pistola. Poi, ho subito un tentativo di estorsione da parte di una banda di criminali che tentò la stessa operazione anche con altri personaggi politici, manomettendo una foto mia e di Simone. Delle cose veramente allucinanti.
Cosa dava fastidio di questo amore? Come mai tutto questo accanimento?
Secondo me, le ragioni principali sono due. Una è il fatto che questo rapporto lo vivessi io, Stefania Pezzopane, senatrice e deputata della Repubblica. Sono certa che se Simone avesse avuto per fidanzata un'insegnante, un'impiegata, una parrucchiera, un'infermiera, nessuno se ne sarebbe occupato. Quando, nel 2014, ci siamo conosciuti ero il simbolo della battaglia e dell'impegno per la ricostruzione dell'Aquila. In più, in qualità di vicepresidente della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, avevo operato per la decadenza di Berlusconi. L'incontro con Simone è stato nel pieno di una carriera politica, che molti volevano fermare.
E la seconda motivazione che si è data?
Sono convinta che se mi fossi fidanzata con un collega o con un semplice impiegato sarebbe passato inosservato. Sono stata sposata 20 anni con una persona della mia stessa età e non se n'è parlato, perché non dava adito a interessi morbosi. Invece l'idea che una politica si fosse fidanzata con un uomo più giovane, più bello, più alto, più trasgressivo perché ha fatto lo spogliarellista, era troppo per i benpensanti, che magari preferiscono gli amori clandestini per tutelare l'apparenza della famiglia del Mulino Bianco. E poi c'è un tema generale che è l'invidia sociale, che diventa rabbia sui social e che ormai oltraggia tutto e tutti. Per nove anni, Simone è sempre rimasto il toy boy e io la rimbambita che si faceva usare.
Queste continue voci attorno a voi, l’hanno mai influenzata portandola a mettere in dubbio la sincerità del sentimento del suo compagno?
Non mi sono lasciata influenzare, ma erano voci cattive, che ti ferivano. Poi, io ho una figlia e Simone un figlio. Abbiamo delle famiglie che hanno patito tutto questo con noi. Ma ho sempre creduto nella serietà e nell'onestà del rapporto con Simone. Una donna lo capisce se c'è amore, affetto o altro. Non sono tipo da farmi prendere in giro né sul lavoro, né nella vita privata.
Pezzopane ha rivisto Simone Coccia dopo la rottura: il loro rapporto oggi
In questi giorni, lei e Simone Coccia vi siete rivisti per la prima volta dopo la rottura.
Ci sentiamo per telefono tutti i giorni. Ci raccontiamo le cose, ci diamo consigli. E poi domenica ci siamo messi d'accordo per vederci nel pomeriggio. Era una bellissima giornata, c'era un sole splendente. Sono andata da lui, alla Casa del Soldato, in montagna all'Aquila. Ci siamo fatti una bella chiacchierata, abbiamo bevuto qualcosa insieme. Siamo stati bene.
Simone Coccia ha dichiarato a Fanpage.it che la decisione di lasciarvi sarebbe scaturita dai troppi impegni lavorativi che non vi permettevano più di coltivare la vostra relazione.
Ci siamo accorti che nel tempo le cose stavano cambiando. A causa di queste pressioni interne ed esterne, ho dovuto lavorare il doppio, uscivo di casa alle otto e rientravo a mezzanotte, sacrificando mia figlia, mia madre e Simone, con cui a volte ci sentivamo solo per telefono. Lui che lavorava con le discoteche, le palestre, le serate, con il lockdown ha dovuto reinventarsi. C'era sempre meno tempo e sempre più preoccupazione per i rispettivi ruoli, famiglie, figli. In più, mia madre è in ospedale da mesi, con me che faccio avanti e indietro tutti i giorni. Ci siamo accorti che stava cambiando qualcosa e abbiamo voluto salvare il rapporto, lasciandoci con amore.
Ritiene che ci sia la possibilità che voi torniate insieme?
Tra noi non c'è astio, non ci sono rivendicazioni, non abbiamo nulla da rimproverarci. Quando ci vediamo c'è serenità, siamo felici, abbiamo sempre tante cose da dirci, da raccontarci. Non so dire adesso cosa può accadere. Al momento viviamo ognuno per proprio conto, alla ricerca di un nuovo equilibrio, però ci fa piacere stare insieme, come domenica ci ha fatto piacere rivederci. Approfitto di questa intervista per dire grazie, grazie, grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto e che non hanno visto né il toyboy, né la rimbambita ma due che si amavano.
Il suo ex compagno si è sfogato: “Tutti dicono povera Stefania, ma nessuno pensa al dolore che sto provando io”.
Anche Simone è stato colpito dai commenti ostili. A me dicevano "Nana, vecchia, racchia, fai schifo" e a lui dicevano: "Approfittatore, miri al vitalizio". A parte che avremmo dovuto sposarci perché lui lo prendesse, ma il vitalizio non esiste più da anni. Sono solo cattiverie. Poi qualsiasi lavoro facesse, dicevano fosse merito mio. Capisco il suo sfogo. In ogni elezione o momento politico importante, si risollevava un polverone angosciante contro di noi. Non è normale che uno per nove anni debba subire insulti, stalking e cattiverie. Tenevamo duro perché insieme eravamo felici, ci divertivamo, stavamo bene e ci amavamo.
Simone Coccia ha dichiarato al Corriere che potrebbe tornare a fare lo spogliarellista.
In realtà, mi ha detto che era una battuta. Ma quando mi confidò la prima volta che aveva fatto lo spogliarellista, scoppiai a ridere. Non vedo cosa ci sia di male se un ragazzo a 20 anni, si è guadagnato dei soldi facendo questo lavoro. Bisognerebbe provare i brividi se uno dicesse: "Ho spacciato droga, ho ucciso, ho rapinato banche".
Dopo la fine di una storia così importante, come guarda al suo futuro sentimentale?
Non so dire cosa potrà accadere. Alterno momenti in cui prevale la nostalgia, a momenti in cui sorrido perché ho avuto la fortuna di amare molto nella mia vita. Mi sento fortunata. Poi si vedrà, la vita riserva sempre tantissime sorprese. Quanto a Simone, il nostro impegno era quello di lasciarci con amore e mantenere un legame forte di amicizia, di affetto, di rispetto. Ci siamo dati molto l'uno all'altra, vedremo. Adesso ci sentiamo, ma abbiamo due vite separate.
Giorgia Meloni e Elly Schlein, il commento di Stefania Pezzopane
Veniamo alla politica. Giorgia Meloni è la prima Presidente del Consiglio donna. Anche se lei ha precisato di voler essere definita Il Presidente del Consiglio.
Trovo che sia un grave errore quello di Giorgia Meloni di rinunciare al giusto articolo. La grammatica non è un'opinione, si dice "la presidente". È un segno di sudditanza a consuetudini antiche e patriarcali.
Come sintetizzerebbe con un aggettivo i primi sette mesi circa del Governo Meloni?
Propagandistici. Pura propaganda. A mio giudizio è il segno principale di questo Governo.
Perché? Mi spieghi.
Quanto alle scelte economiche, non c'è nulla di nuovo se non l'eliminazione e la trasformazione del reddito di cittadinanza. Dal punto di vista delle loro bandiere, come l'immigrazione, ci sono leggi manifesto, di propaganda appunto, che non risolvono i problemi. Giorgia Meloni sta puntando a posizionarsi. Dato che non è una sciocca ed è anche molto furba, alla propaganda accompagna alcune profonde scelte di campo. Ha iniziato le audizioni su una riforma costituzionale che dai primi segni appare devastante. Un aspetto del suo Governo che mi ha colpito in positivo? Al momento non c'è.
In questi giorni è diventato legge il decreto Cutro, ritiene che sia una risposta adeguata al dramma dei migranti?
Assolutamente no. Mi ripeterò, ma è un decreto propagandistico, purtroppo lo capiremo più in là. Chiamarlo "Cutro" è una provocazione, perché con questo decreto temo che avremo altre vicende come quella. E si aggiungerà il fatto che questi poveretti saranno dei fantasmi, degli invisibili. Fa parte di quei provvedimenti di carattere ideologico con cui Giorgia Meloni parla al suo popolo. Mostra il pugno duro anche a scapito della verità delle cose e dell'efficacia dello strumento legislativo.
Cosa ne pensa, invece, del decreto lavoro che include il taglio del cuneo fiscale che Giorgia Meloni ha definito “il più importante taglio delle tasse sul lavoro degli ultimi decenni”. Anche se non è esattamente così.
È una grande bugia questa del taglio più importante degli ultimi decenni. Una bugia anche grave. Mi stupisco che l'opposizione non si unisca tutta a dimostrare la falsità di questa affermazione, sicuramente ben presentata: il suo video a Palazzo Chigi il Primo Maggio, con l'obiettivo di offuscare una giornata che è sempre stata dedicata ai sindacati e al tema del lavoro. Giorgia Meloni è furba, è un animale politico e usa la sua esperienza. In realtà, il re del taglio delle tasse è stato Renzi, che finanziò gli 80 euro con dieci miliardi, quindi ben al di sopra dell'attuale strumento. La sinistra, a mio giudizio, farebbe bene a rivendicarlo. Il Governo Draghi investì 7 miliardi. Prodi 7 miliardi e mezzo. Meloni è furbetta ma poco incisiva, abbiamo misurato che questo taglio sarà all'incirca di 40 euro.
In questi primi mesi del Governo Meloni, non sono mancate le gaffe, come quella sulla “sostituzione etnica”. Il ministro Lollobrigida si è difeso dicendo di ignorare la teoria del complotto per cui quell'espressione è tristemente nota.
Ha detto di non essere razzista ma ignorante, una gaffe dietro l'altra. Il Ministro sapeva benissimo il significato di "sostituzione etnica", un concetto che Giorgia Meloni ha gridato più volte nelle piazze, accompagnandolo da espressioni poco belle sui neri. Anche qui, concetti propagandistici che fanno riferimento a una visione del mondo che non condivido e basata sul razzismo. Poi, mi permetta.
Prego.
Lollobrigida è il cognato di Giorgia Meloni. Se Prodi, Renzi, Gentiloni, Draghi avessero nominato ministro il cognato o la cognata, penso che il popolo del centrosinistra avrebbe fatto un casino. La stampa avrebbe prodotto titoloni. E, invece, è passata quasi come una cosa normale che una Presidente del Consiglio nomini ministro il marito della sorella. Trovo tutto questo inquietante e preoccupante per il futuro dell'Italia.
Cosa ne pensa, invece, della Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein?
Le ho fatto gli auguri e mi sono complimentata con lei per la vittoria delle primarie. Io ho sostenuto Stefano Bonaccini, ma sono una che prende sempre atto della volontà del popolo. Penso che ora bisogna darle fiducia e sostegno in tutti i modi. Mi auguro che riesca a rafforzare il PD in un tempo medio lungo. Fossi in lei, lavorerei molto sul progetto e sulla creazione di una vera coalizione di centrosinistra, competitiva con la destra. Ma c'è un errore che occorre evitare.
Quale?
Fermarsi e gratificarsi dei primi risultati dei sondaggi, perché tra qualche mese potrebbe farci ritrovare sbandati. Occorre insistere sul programma, affrontare in maniera innovativa le contraddizioni del Paese e soprattutto tenere unito il PD. Queste fughe iniziali non sono un buon segno. La fuga di Cottarelli e quella di Borghi, non vanno sottovalutate. Uno non vale uno, rappresentano dei mondi che ci abbandonano. Io ci starei un pochino più attenta.
Di recente Elly Schlein è stata criticata perché ha dichiarato a Vogue di seguire i consigli di un’armocromista. Come si spiega tutto questo clamore per una tale sciocchezza?
È assurdo, ancora oggi mi interrogo sulle polemiche spicciole che investono il nostro Paese, guadagnando spazi televisivi e prime pagine dei grandi giornali. L'Italia vive mille problemi, ma ci si occupa di una cosa insignificante. Io credo che faccia un po' parte – mi permetta di usare questo termine – del depistaggio che pubblica opinione, stampa, politica fanno a volte consensualmente, a volte in un vortice di follia e assurdità.
Quanto è comune che una persona che ha un ruolo politico di spicco, ricorra a consigli di stile? Non credo lo faccia solo Elly Schlein.
Non credo nemmeno io. Personalmente mi rivolgo a mia figlia che ha 24 anni e che dice cose efficaci e dirette. A volte è anche tranciante: "Per carità quello ti sta proprio male, mamma dove vai con quella giacca!". Chiedo consiglio a mia nipote che ha un gusto eccezionale. E a volte anche a Simone. Non ho bisogno di un consulente esterno, ma se uno ne ha bisogno perché no? Perché quest'ansia, questa furia di essere tutti giudici della vita degli altri senza avere la capacità di mettersi nei panni altrui?
Quando una donna dimostra di sapere il fatto suo in politica, scatta il tentativo di gettare fumo negli occhi, di dirottare l’attenzione sull’aspetto fisico, su una dichiarazione di poco conto o altre frivolezze per mettere in ombra il suo impegno politico e le sue idee.
Certamente, in quell'intervista lunghissima c'erano spunti su cui si sarebbe potuto discutere, esprimendo anche giudizi difformi. E invece si parla di armocromia perché così si solleticano un po' di pance. Sei irridente, misogino e fai subentrare l'invidia sociale, calcando la mano sul costo di questa professionalità. In conclusione, si fanno polemiche sempre per delegittimare, per farti passare per una persona frivola che pensa ai vestiti mentre il mondo va alla rovescia.