Skam 5, Lea Gavino: “Viola vive il disagio di chi si vergogna. Ho avuto un episodio simile al suo”
Viola è la protagonista femminile di Skam Italia 5. Con la sua "arroganza fragile" prende per mano Elia e lo aiuta confessare di avere il micropene senza provare più vergogna per il suo segreto. Una ragazza dolce e diretta, coraggiosa ma anche fragile, che a sua volta trova nel rapporto con il personaggio interpretato da Francesco Centorame il coraggio di liberarsi di alcuni suoi fantasmi. Una serie che viaggia su due binari paralleli, in cui il tema della manipolazione e quello della virilità si mescolano senza togliersi spazio, restituendo allo spettatore una storia realistica in cui potersi immedesimare. Ospite nella redazione di Fanpage.it, Lea Gavino ha parlato della sua esperienza nei panni di Viola, che sotto alcuni aspetti la riguarda anche in prima persona.
Credi che la serie sia riuscita nell'obbiettivo di raccontare senza filtri una generazione?
Assolutamente sì. É riuscita con la sua delicatezza, tenerezza e precisione a raccontare un momento, anche se inizialmente ci sono stati dei blocchi da parte del pubblico perché affrontare un tema nuovo e delicato fa sempre un pò paura. In ogni caso, prova proprio riuscita.
Hai detto che Skam è "un amico, qualcosa che permette di guardarti da fuori". Cioè?
Quando ho visto Skam per la prima volta ero in lockdown e mi sono sentita come parte di qualcosa. Oltre che spettatrice, avevo la sensazione di essere anche dentro, come fossi uno dei protagonisti. In più è un amico perché è un confidente, qualcuno che ti dice un segreto e tu devi custodirlo fino all'ultima puntata.
È cambiata la tua percezione quando sei passata da spettatrice ad attrice?
Interpretando Viola dovevo avere un pò meno consapevolezze rispetto allo spettatore che guarda la serie. É come se lei fosse sempre in cerca di una risposta, di un modo per guardare oltre. Per questo è stato interessante il confronto, cioè viverlo prima da spettatrice e poi da attrice, perché anche io avevo un segreto da dichiarare al pubblico.
Elia e il micropene. La prima forma di bullismo è passata dai social, che hanno sminuito la tematica. Quale era la chiave di lettura che volevi si capisse davvero?
Il messaggio che volevo che arrivasse era quello di aprire lo sguardo, ai giovani e non, rispetto a una problematica di accettazione corporea maschile, che secondo me si è vista poco fino ad adesso e che merita lo stesso rispetto dell'accettazione femminile.
Ti è mai capitato di avere un amico con una problematica simile?
Sicuramente sì, il problema è che non ne ha mai parlato con me. E questo è anche quello che racconta Skam, la difficoltà del parlare con qualcuno e riuscire ad aprirsi senza vergogna. Magari la serie potrà servire anche da ponte in questo senso.
C'è una caratteristica del tuo corpo che ti ha fatta sentire insicura?
Da sempre il mio più grande complesso è stato quello di sentirmi molto minuta e sempre un pò bambina, stretta in un corpo che mi sembrava troppo piccolo per essere visto. Adesso è quasi un gioco, mi diverte e soprattutto nel mondo lavorativo mi è servito. Poi sono diventati i denti, che sono stati un enorme problema perché sono molto storti e pensavo non fossero conformi al canone da rispettare. Questo complesso l'ho superato ultimamente, quando Tiziano (Russo ndr), il regista di Skam, mi ha detto: "Quando ti ho visto mi sono innamorato del tuo sorriso e della tua dentatura". Probabilmente ho cambiato anche io la mentalità e la visione delle cose, le imperfezioni sono diventati i miei punti di forza.
La parola "Skam" in norvegese significa vergogna. Cosa è per te?
Secondo me la vergogna è un sentimento che ha una doppia faccia. Chi si vergogna vive un vero e proprio disagio, che credo sia un pò quello che Skam vuole raccontare, il disagio di chi si vergogna. Ha però anche un'accezione positiva, perché vergogna implica comunque un percorso di accettazione, in cui questa vergogna si rivela e viene normalizzata. L'importante è parlarne.
Il primo pensiero quando hai letto la sceneggiatura del tuo personaggio.
Sono stata contentissima, anche se inizialmente avevo un pò frainteso Viola. L'avevo presa come una ragazza decisa e forte, senza alcun tipo di problema, poi insieme a Tiziano (Russo, ndr) abbiamo creato una sua tridimensionalità. La parola chiave che la rappresenta è senza dubbio "arroganza fragile".
E in questo ti senti simile a Viola?
Ci sono dei momenti in cui probabilmente anche io ho questa "arroganza fragile", anche se in realtà le persone a me vicine che hanno visto la serie mi hanno detto di avermi rivista più bambina. Forse crescendo sono cambiata, ma c'è una parte di Viola che fa parte di me, anche se non riesco a spiegare bene quale.
Come è stata la tua adolescenza?
Ho vissuto l'adolescenza con molta malinconia, come se mi stessi sradicando da un mondo che conoscevo per buttarmi in uno che probabilmente nemmeno mi piaceva. Passare dalla fase bambina a quella adulta ti lascia come se fossi in mezzo alle onde in una tempesta e ti accorgessi di non saper più nuotare. Poi a un certo punto scopri che basta stare fermo, galleggiare e guardare cosa ti succede intorno.
Francesco Centorame ha raccontato di aver perso più di 7 chili per calarsi nei panni di Elia. Tu come ti sei preparata?
Abbiamo fatto un lavoro principalmente sull'ammorbidimento del mio modo di parlare e di muovermi. Un aspetto che mi mancava di Viola era la sua dolcezza ed è stato difficile mixarla con le battute che diceva.
La figura dello psicologo e il tema degli abusi sessuali. Perché Viola sceglie Elia per raccontarlo per la prima vola?
Durante la relazione con Elia, nel momento in cui lui si spoglia delle sue vergogne, a Viola viene richiesto di essere sincera. Non le viene mai detto apertamente, ma in un certo senso è come se fosse così. Lei quindi si sente di farlo perché è sicura che non verrà giudicata.
E perché non ne parla con le amiche?
Ha paura di quello che potrebbero dire, mentre con Elia si sente totalmente pronta ad esprimere le sue perplessità.
Poi però la sua paura si rivela infondata.
Viola è inizialmente terrorizzata da quello che le persone che ama e che la amano potrebbero dire. Poi in realtà si rende conto che non sono così male come pensa. È proprio questo il processo che fa Skam, ti dice di non giudicare per primo chi ami e chi ti ama perché è meglio di come credi.
Hai raccontato di aver avuto un'esperienza simile a quella di Viola ma di non averne parlato ai provini. Perché?
Ci tengo alla differenza tra persona e attore, se devo raccontare qualcosa di me preferisco farlo attraverso le parole del personaggio. È come se glielo avessi detto, ma in un altro modo. Con le differenze del caso, quello che ho vissuto mi ha aiutato a immedesimarmi in Viola. Ho imparato a confrontarmi con un personaggio attraverso le diversità, perché se mi concentro sui punti in comune finisco col perdermi quello che c'è intorno.
Il tema degli abusi si intreccia con quello principale. Non credi che possa essere troppo per lo spettatore?
Poteva esserlo, ma credo che alla fine non sia stato così perché la storia di Elia e quella di Viola e Federica raccontano in realtà la stessa cosa, un processo di accettazione, uno corporeo e l'altro di azioni. Viola deve accettare le azioni che ha fatto e riconoscerle come pericolose, Elia deve riconoscere una caratteristica fisica e accettarla attraverso i suoi amici. È come se le vergogne di questi due personaggi viaggiassero un pò su due binari paralleli, che sono anche uno essenziale per l'altro. Senza Elia viola non si libera e viceversa.
Tuo fratello è Damiano Gavino, che di recente ha interpretato Manuel Ferro nella fiction Un Professore. La sua reazione quando hai ottenuto il ruolo?
È stato molto comico perché ho fatto tantissimi provini per Skam, mi ero affezionata al personaggio, quindi lui mi diceva "Vedrai che ce la fai", però in realtà era terrorizzato. Quando gli ho detto che avevo ottenuto il ruolo ci siamo messi a saltare di gioia. Abbiamo un rapporto bellissimo, siamo amici prima che fratelli. Il nostro sogno nel cassetto è fare un film insieme.
Skam 6: possiamo aspettarci una stagione incentrata su Viola?
Non credo, è già molto presente nella quinta ed è in questa stagione che affronta la sua vergogna. Penso che forse sarebbe giusto dare spazio a un personaggio che non si è ancora raccontato e che ha tanto da dire.