Siani e Pieraccioni: “Napoletani e fiorentini uniti nella comicità. Ecco cosa è successo al concerto di Geolier”
Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni per la prima volta insieme nella commedia uscita il 19 dicembre e destinata ad accompagnare gli italiani nelle sale anche a Natale. Io e te dobbiamo parlare è il titolo del film per la regia di Alessandro Siani, girato da metà giugno 2024.
Stavolta è Siani a dirigere per la prima volta Pieraccioni, ma sarà possibile che in futuro si scambino i ruoli dietro la macchina da presa? Lo hanno rivelato a Fanpage.it in questa lunga e divertente intervista: "No, è impossibile, Alessandro è sempre in ritardo, dovrei ingannarlo sugli orari di convocazione", scherza il regista e attore toscano, inconsapevole della risposta seria del "collega", ben felice di accettare qualora capitasse l'occasione.
Spazio all'analisi della comicità napoletana e toscana che, dicono, "sono complementari" perché "sia napoletani che fiorentini smussano gli angoli, se vedono un problema cercano di non picchiarci la testa". Il tema delle famiglie allargate è stata una scelta consapevole "per non rinunciare a un po' di contemporaneità" e sulla complicità di Geolier al concerto che ha fatto da sfondo a una delle scene principali: "Vi racconto come gliel'ho chiesto dietro le quinte, lui come al solito è stato magnifico".
Con Pieraccioni tutto può succedere: alla fine che cos'è successo?
Pieraccioni: Non succede nulla. In realtà queste sono cose che dice lui, perché mi accusa di logorrea. Dice, adesso lo porto dai miei amici di Fanpage e questo mi chiacchiera fino alle 21:23, ma in realtà questa è l'ultima volta che senti la mia voce, adesso faccio parlare Sandrino (ironico, ndr).
Siani: Quando ho pensato che tutto poteva succedere sapevo che sarebbe stato impossibile. Per esempio, ora mica potevo aspettarmi che potesse iniziare questa intervista facendo polemica.
Che percezione avevate dell'altro, e della relativa comicità, prima di lavorare per la prima volta insieme?
Siani: C'erano i film del buon Leonardo, che era il comico garbato con il senso della commedia ma anche del sentimento. Ora lui vive un momento strepitoso, maglione nuovo, le cose vanno bene.
Pieraccioni: L'ho preso qui a Napoli, a via Toledo, se mi viene a mente il nome del negozio lo dico, così gli vado a chiedere 30/40€. Carlo Conti questa cosa la fa spesso, si mette in posa con tutto: dai salumi a pellicce ecologiche e magliette.
Siani: A parte gli scherzi, prima di iniziare il film ho lasciato un whatsapp al maestro Pieraccioni e in quel messaggio gli ho detto effettivamente quello che penso di lui. Poi non ci sentiamo per due anni…
Pieraccioni: È successo perché non aveva pigiato lo stop al vocale e aveva continuato a parlare pensando che non lo sentissi. Nonostante qualche brutta parola, mi ha incuriosito. Mi ha dato in mano la sceneggiatura perfetta che neanche Kubrick e mi ha chiesto: ti vuoi venire a divertire con me? Ho pensato fosse una cosa meravigliosa.
Tra i temi, c'è sicuramente quello delle famiglie allargate e dell'armonia che si può generare comunque dalle separazioni.
Siani: Ho pensato con Leonardo che c'era bisogno di una commedia che voleva divertire il pubblico e che ci desse la possibilità di avere un'aderenza anche a quello che ci succede intorno. Nel film sono sposato ma mia moglie mi lascia e si fidanza dopo due anni con Leonardo. Solo che io e lei abbiamo avuto anche una figlia, che cresce sotto lo stesso tetto del nuovo compagno.
Pieraccioni: Il dramma è che ogni tanto a questa figlia le scivola la "c" toscana e incomincia a parlare un pochino così (con la c aspirata, ndr) e non c'è di peggio per lui di questa identità traslata.
Grande protagonista, oltre a voi, è lo spaghetto a vongole.
Ci sono due tormentoni, cioè "all'americana" e "spaghetti a vongole", che è una sorta di risoluzione veloce ed efficace, come a dire: non si può fare all'americana? Allora, spaghetti a vongole.
Avete raccontato la Gen Z nella sua grande sensibilità alla crisi climatica e in generale all'ambiente. Volendo, anche nella volontà di essere migliori dei propri genitori. Avete attinto alle vostre esperienze di padri?
Pieraccioni: Alla mia figliola ho già fatto fare tre prove del DNA perché va bene a scuola, ama la musica trap e si preoccupa della differenziata, diversamente da me che appartengono alla generazione abituata a buttare tutto insieme.
Siani: Si dà sempre una narrazione dei giovani come scansafatiche, che fuggono dal lavoro, invece in questo caso c'era proprio la volontà di restituire una visione dei ragazzi molto più libera e migliore di alcuni genitori.
Pieraccioni: Va detto che sottolineiamo anche che tirare una secchiata di minestra su un quadro non è proprio la soluzione migliore per le cause che si vuole sostenere.
Credete in una comicità connotata geograficamente? Nel vostro caso, campana e toscana.
Siani: Tra napoletani e toscani ci si diverte con la lingua e a giocare con i suoni. La stessa parola, per esempio, che ha due significati opposti ci incuriosisce. Come "appiccicato", che in toscano ha il senso romantico di attaccato, intimo, come un bacio, mentre in napoletano è distanza, "ce simme appiccicati", cioè abbiamo litigato.
Pieraccioni: Nel mio primo film ho voluto subito sottolineare questa comunione di intenti che c'è tra Napoli e Firenze nella comicità perché sia napoletani che fiorentini smussano gli angoli, se vedono un problema cercano di non picchiarci la testa.
Tanta musica, ma Pino Daniele cede il passo a Geolier. La scena di Alessandro con la figlia al suo concerto allo stadio Maradona gli è costata una pillola di gossip su tiktok, perché gli utenti lo hanno ripreso attribuendogli una nuova fiamma. Realtà e finzione si sono scontrati in un frontale?
Pieraccioni: La persona più riservata dell"universo che va con una ragazzetta di 20 anni, in prima fila, al concerto di Geolier (ride, ndr). È più facile che Carlo Conti non voglia la torta di un noto pasticciere per il discorso di cui sopra.
Siani: Una scena che non era semplice girare con tutta quella gente. Ricordo che andai da Emanuele (Palumbo, in arte Geolier, ndr) e gli chiesi di rimanere fermo sul palco perché le riprese venissero al meglio. Me lo garantì e devo dire che come al solito è stato magnifico.
Entrambi registi e attori, stavolta Leonardo Pieraccioni è stato diretto da Alessandro Siani. Possiamo aspettarci il contrario in futuro?
Pieraccioni: No, perché lui ritarda. Sai come lo potrei fregare se dovessi fare io il film? Gli dico di arrivare lì alle sette e dobbiamo girare alle nove, è l'unica.
Siani: Se Leonardo mi chiedesse di dirigere un film, sarei l'uomo più felice del mondo.