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Bridgerton 3

Shonda Rhimes su Bridgerton 3: “Nel libro Penelope perde peso, nella serie no. Sgradevole anche pensarlo”

Arriva su Netflix la terza stagione di Bridgerton, una delle serie più viste della piattaforma ed ennesimo successo di Shonda Rhimes. La sceneggiatrice e produttrice racconta i segreti della serie, della sua scrittura e del suo modo di raccontare le donne.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra le sceneggiatrici e produttrici più influenti d'America c'è sicuramente Shonda Rhimes. Madre del medical drama più longevo della tv, Grey's Anatomy e firma di altri prodotti di successo da Scandal a Le regole del delitto perfetto, si prepara ad accogliere la terza stagione di Bridgerton, la serie Regency che su Netflix ha raggiunto numeri da record. Madre di tre ragazze, lei che la televisione non l'ha mai vista con assiduità ne è diventata una delle regine indiscusse.

Shonda Rhimes e i segreti di Bridgerton

Intervistata da Repubblica, la sceneggiatrice ha parlato di questo nuovo capitolo della serie senza nascondere un certo entusiasmo: "Il bello di questo progetto è che ogni stagione si concentra su una nuova coppiaun valore aggiunto perché: "Questo ci permette di raccontare una storia totalmente nuova, entriamo nello stesso mondo ma con una prospettiva differente e una diversa visione che dipende dai personaggi e dalle loro relazioni". I vari capitoli della serie Netflix, come gli appassionati sapranno, sono tratti dai romanzi di Julia Quinn, che in certi casi hanno subìto anche delle modifiche. E, di fatti, in questa nel libro la protagonista, Penelope Featherington per conquistare il suo amato, perde ben dodici chili, cosa che nella serie non succede, per un motivo ben preciso:

Innanzitutto perché penso che Penelope sia bella esattamente come è. E il suo aspetto non influisce minimamente sul fatto che possa far innamorare qualcuno di sé. Mi sembrava sgradevole anche solo pensarlo. Per cui io l’ho detto subito: non faremo questa trasformazione. Nicola è sbalorditiva e volevamo semplicemente mostrarla per quello che è. Ho sempre pensato che fosse bellissimo che lei avesse la possibilità di essere più indipendente di quanto chiunque possa immaginare. E tutto questo ha un ruolo molto importante in questa stagione.

Sin dalla prima stagione, una delle componenti principali di Bridgerton, ma in fin dei conti di ogni serie scritta da Shonda Rhimes, è la passione che ruota attorno alle scene più intime. A questo proposito la sceneggiatrice sottolinea come sia sempre supportata nella realizzazione di queste scene affinché siano congeniali per tutti:

Certamente. La regola che abbiamo a Shondaland è questa: se un’attrice – o anche un attore – vuole girare una scena d’amore in una tuta da sci va bene, troveremo il modo per girarla così. Abbiamo sempre intimacy coordinator sul set. Inoltre quando scrivo le scene di sesso le scrivo con un intento emotivo e poi lascio al regista, agli attori e ai consulenti di intimità il compito di trovare il modo per raggiungere quel picco di emozioni.

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L'amore per la scrittura e Shondaland

In tanti anni e tanti personaggi scritti, le donne sono sempre state al centro del racconto di ogni sua serie e alla domanda se ritiene che questo tipo di narrazione possa avere anche una connotazione politica, risponde con franchezza: "Non credo che sia politico raccontare le donne per come sono, non credo che sia politico scrivere di afroamericani, come non credo che sia politico includere persone lgbtq nelle storie dal momento che esistono nel mondo", a questo poi aggiunge: "Io racconto una storia, creo un mondo di fantasia che fa riferimento alla realtà che esiste. E in questo non c’è niente di politico, il problema è che la gente pensa che lo sia". Eppure, da bambina non avrebbe immaginato che la televisione sarebbe stata il suo mondo, sebbene la sua casa di produzione non è così distante dai suoi sogni:

Non si vedeva la tv a casa mia. La mia formazione sono stati i libri, ne ho letti a centinaia e i film. Quando ero piccola io poi il linguaggio della tv era molto diverso da quello di oggi dove c’è molto, molto di più di allora. Le persone che lavorano con me a Shondaland sono più o meno sempre quelle degli inizi, e quindi dopo tutto questo tempo c’è molta affinità nella attività creativa.

Madre di tre ragazze, le ultime due hanno 12 e 10 anni, Rhimes dichiara che per loro non ha mai cambiato il suo modo di scrivere, anche se le hanno chiesto di creare qualcosa che sia adatto alla loro età e ci sta pensando: "Credo che sia necessario per uno scrittore non giudicare se stesso e il proprio lavoro attraverso gli occhi dei propri figli o dei propri genitori o fratelli. Ciò che conta è la storia che vuoi raccontare quindi da quel punto di vista non mi sono fatta influenzare". 

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