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L'amica geniale 4

Saverio Costanzo: “L’Amica Geniale 5 è impossibile, non siamo al mercato. Elena rispetto a Lila è stata una sfida”

“L’Amica Geniale 5 è impossibile, la coerenza della storia ormai conclusa potrebbe perdersi e diventeremmo solo dei mercanti”, dice il creatore e regista Saverio Costanzo a Fanpage.it. In questa lunga intervista, tutti i retroscena e i segreti della serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante, inclusa la scelta delle protagoniste: “Trovare le varie Lila è stato più semplice rispetto alle attrici per Elena. È stato come se ce la dovessimo inventare”.
A cura di Eleonora D'Amore
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L'amica Geniale 4 ha chiuso la sua ultima puntata di lunedì 9 dicembre con ascolti tv pari a 3.054.000 spettatori per il 18.2% share, vincendo la prima serata. Un successo che ha trovato conferma a ogni stagione, sia in Italia che in America, dove è stata curata dalla HBO. A Fanpage.it parla Saverio Costanzo, creatore, regista e sceneggiatore della serie di Rai1 tratta dalla tetralogia di Elena Ferrante.

"L'Amica Geniale 5 è impossibile, la coerenza della storia ormai conclusa potrebbe perdersi e diventeremmo solo dei mercanti", dice il noto regista, figlio di Maurizio Costanzo e compagno di Alba Rohrwacher. Il suo rapporto con Elena Ferrante, fantasma onniscente, è stato "più intimo" proprio perché gestito in forma scritta, tramite mail: "Non ha avuto nessun atteggiamento difensivo, è sempre stata molto dialettica e aperta sulla trasposizione". E sulle protagoniste Elena Greco e Raffaella Cerullo: "Con Lila abbiamo avuto degli innamoramenti immediati (sia per Ludovica Nasti che per Gaia Girace e Irene Maiorino) , trovare Lenù è stato molto più difficile, è come se il territorio avesse offerto meno opzioni per quel ruolo".

Il ciclo de L'Amica Geniale si è appena concluso con l'ultima puntata. Quanto tempo è passato?

Ho cominciato con la prima mail a Elena Ferrante nel 2016, sono otto anni.

Se non sbaglio, era per il film.

No, accadde prima. Provai nel 2006 a chiedere i diritti de La figlia oscura e Ferrante fu molto generosa con me, mi disse di prenderli e che avremmo parlato in seguito di soldi. Purtroppo, non riuscii a scrivere un copione e lei scomparve. La telefonata della casa editrice per L'Amica Geniale arrivò postuma e derivò da una sua scelta di alcuni nomi italiani per curare la serie tratta dalla sua tetralogia.

Come si gestisce un rapporto con quello che hai definito "un fantasma onniscente"?

La scrittura aiuta a organizzare le idee e le cose da dire molto più dell'oralità. Il parlare a volte diventa una dispersione, invece lo scritto agevola in efficacia e tempi. È stato un rapporto più solido proprio perché fatto di parole scritte e meno di voce. Un rapporto più intimo rispetto ai classici brainstorming fatti di persona.

Come ti è sembrata nello scambio?

La sensazione che ho avuto da subito è che Elena Ferrante non aveva avuto nessun atteggiamento difensivo, è stata molto dialettica e aperta sulla trasposizione. Va detto che non ne aveva nemmeno motivo perché mi sono messo al suo servizio con le migliori intenzioni. Mi sono sentito come Paul Thomas Anderson quando fece Inherent vice (Vizio di forma) e disse: “Sono stato un po’ il segretario di Pynchon”, maneggiando il suo libro per farne il film.

Quanto alle voci secondo cui Elena Ferrante sarebbe un uomo che opera sotto uno pseudonimo femminile?

Da uomo non avrei mai saputo scrivere L'Amica Geniale, secondo me è impossibile.

Il cast de L'Amica Geniale 4
Il cast de L'Amica Geniale 4

Se dovessi associare un volto e un ricordo a ogni stagione?

Ti direi il rione per tutte, con i suoi volti e le sue storie. Questo quartiere che non esiste più eppure esisterà per sempre, un protagonista assoluto nella nostra memoria e spero anche in quella del pubblico. È una città immaginata e neorealista dentro un teatro di posa, sono correnti contrarie che esistono anche nel romanzo.

Lila e Lenù bambine e ragazze. Coppie di attrici straordinarie, perfettamente combinate. Come le hai scelte?

Abbiamo fatto lunghi casting, visto più di 9000 bambine in Campania, ma con una differenza sostanziale. Con Lila abbiamo avuto degli innamoramenti immediati, quando ho visto Ludovica, Gaia e Irene sono stato da subito convinto che fossero lei. Invece per Elena è stato più difficile perché abbiamo avuto molte meno possibilità, è come se il territorio avesse offerto meno opzioni per quel ruolo. Sia Elisa Del Genio che Margherita Mazzucco non erano attrici, erano estranee al territorio, volti di un'altra Napoli, una città sentita a metà. È stato come se Elena ce la dovessimo inventare.

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Alba Rohrwacher e Irene Maiorino hanno aggiunto l'ultimo tassello. 

Alba e Irene della quarta stagione sono un ritorno netto a Elisa e Ludovica. Che poi è quello che succede nella vita, in fondo siamo quello che eravamo da bambini.

Alba Rohrwacher è stata anche la voce narrante di tutte e quattro le stagioni. Era previsto sin dall’inizio che poi avrebbe dato corpo alla sua Elena?

Mi ha stupito che ci fossero dubbi sul fatto che ci sarebbe stato un ricongiungimento tra voce e corpo. Il lavoro che ha fatto Alba è molto sofisticato e sono certo che rimarrà nel tempo, a tal punto che Margherita e Alba si mischieranno nella memoria del domani. Il miracolo è accaduto ma noi ancora non lo sappiamo.

Saverio Costanzo e Alba Rohrwacher
Saverio Costanzo e Alba Rohrwacher

La sua voce è stata una folgorazione?

In parte, visto che è stata una scelta del tutto casuale. Quando giravo sul set allestito a Caserta avevo bisogno di una voce fuori campo che accompagnasse le immagini e allora chiedevo ad Alba, che veniva spesso a trovarmi, di registrarmele sul telefonino. L'aderenza che ne è derivata mi ha illuminato. Provammo poi la voce di una donna più anziana ma era come se appesantisse la freschezza dell'infanzia e dell'adolescenza. In più, sono sempre stato convinto di avere una Elena bionda con gli occhi azzurri, in pieno contrasto cromatico con Lila.

Nino Sarratore ha innescato un flusso di coscienza generale sulle esperienze relative ad amori tossici e relazioni disfunzionali. È un anti-eroe, ma cosa credi non sia stato colto abbastanza nel suo senso più completo?

Tendo a non giudicare i personaggi. Da bambino, Nino è una vittima; da adolescente è impostato, è falso, perché sta cercando disperatamente il suo posto nel mondo e soprattutto di prendere distanza dal padre, che odiava. E quello che fa l'odio è farlo diventare uguale a lui. Sarratore casca in questo pattern e finisce per diventare la sua copia peggiore. La dimensione finale, nell'età adulta, è adultera e orrenda, non a caso la scena del divano dove lo vediamo speculare al padre è così d'impatto.

Ed è anche quella più lesiva e segnante nel sistema emotivo di Elena.

È anche vero che Elena ha bisogno, per sentirsi attiva nella scrittura, di un pungolo. Pietro Airota come marito non lo ha mai accettato e questo aspetto non viene mai colto abbastanza. Lei non è una donna scema, anzi sceglie l'amore di Nino Sarratore perché in parte le dà la libertà di poter essere sola e muoversi nel mondo.

Francesco Serpico, Nino Sarratore da giovane, ci ha detto che a te va tutto il merito di aver creduto in una serie in napoletano, a volte spinto al vernacolare. Perché?

Non c'era altro modo. Se fosse stata in italiano, non ci sarebbe stata la storia. Imparare a parlare italiano in quegli anni non era così scontato, soprattutto nel contesto del rione. L'aspetto linguistico è ulteriore manifesto di una sorta di emancipazione.

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Poi tu hai una passione per il dialetto napoletano. 

Il napoletano sta alla recitazione come l'inglese sta al rock. È meraviglioso ascoltarlo, il napoletano antico è la lingua di Shakespeare, ha in sé qualcosa di musicale, di magico, di comprensibile a tutti. Aiuta gli attori ad essere veri.

Ti faccio la domanda delle domande: chi è secondo te L’Amica Geniale tra Lila e Lenù?

Mi verrebbe da dirti banalmente che sono tutte e due, che una è parte integrante dell'altra. Credo però che in una storia ci sia sempre un eroe e in questa sia Lila. Non è mai in azione senza il racconto di Elena, non esiste soggettivamente, è contaminata dal punto di vista dell'amica. Elena ha la genialità di trovarsi questo sprone che la spinge a fare meglio: è la sua intuizione a essere geniale, ma è Lila a esserlo davvero.

Il primo libro de L'amica geniale, è stato votato come il miglior libro del 21° secolo in un sondaggio del New York Times. La BBC sottolinea quanto invece la serie sia stata “brutalmente sottovalutata” in quanto ad ascolti e premi ricevuti finora, per quanto il suo notevole successo l’abbia comunque resa uno spartiacque nella serialità mondiale. Credi sia così?

Penso che, ad esempio, alla partita degli Emmy ci si acceda con un grande pubblico. L'Amica Geniale, lato critica, è stata amata moltissimo a livello mondiale, ma non ha mai avuto i numeri di Squid Game o Game of Thrones. È stata la prima serie che la HBO ha fatto non in lingua inglese e anche l'ultima, perché non ne faranno più. Nel suo è stato un unicum e ha incrociato un suo pubblico, e questo rimarrà un valore indiscutibile. I premi sono importanti ma non sono tutto.

L’idea di Un’amica geniale 5 ha mai sfiorato l’intera squadra di lavoro, Ferrante inclusa? 

Non credo sia contemplabile, proprio perché il romanzo rimane romanzo. Non c'è motivo di scrivere una quinta stagione, ha funzionato di suo in questo modo. La coerenza potrebbe perdersi e diventeremmo solo dei mercanti con una fastidiosa tendenza a mercificare il prodotto. La storia è completa e conclusa, va bene così.

Cosa verrà adesso, dopo aver creato e curato una serie di questa caratura?

Spero di incontrare un altro romanzo altrettanto geniale. Se pensi che non avrei voluto fare una serie, essendo molto legato al cinema. Ho sentito il privilegio di poter curare questa storia e alla fine ho accettato. A me piace lavorare sui film, non sono un grande spettatore di serie, non cerco mai l'idea di intrattenimento nel suo senso assoluto. Nel caso trovassi materiale letterario alla stessa altezza, ci penserei.

E qualcosa di tuo per il cinema?

Sto lavorando a un film, vediamo che succede.

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