Rula Jebreal: “Putin ha dichiarato guerra alla democrazia, non si può restare neutrali”
Rula Jebreal è stata tra gli ospiti della puntata di Verissimo andata in onda sabato 12 marzo. La giornalista ha spiegato i motivi che l'hanno spinta a tornare in Italia: "Mi porta in Italia l'amore che ho per questo Paese, mia figlia che ha scelto di tornare a vivere qui dopo aver fatto le scuole negli Stati Uniti e anche una cosa che mi ha commosso profondamente. L'Università di Messina mi ha dato due giorni fa, la Laurea Honoris Causa in Scienze Politiche". Jebreal ha parlato anche della guerra in Ucraina e della violenza sulle donne.
La guerra in Ucraina: uomini e donne sotto le bombe, bambini nei rifugi
Rula Jebreal ha parlato dell'attuale situazione in Ucraina, dopo l'invasione russa. La giornalista ha rimarcato come sia importante far sentire la propria voce, davanti a chi sta tentando di distruggere la democrazia e la libertà del popolo ucraino:
"Penso alle donne in Ucraina che stanno partorendo sotto alle bombe. In questo momento, nella nostra bellissima Europa, i bambini sono costretti a vivere nei rifugi, nella paura che i loro padri possano non tornare mai. Anche le loro mamme sono andate al fronte a combattere un tiranno, un dittatore che vuole distruggere la democrazia in Europa. In questa guerra alla democrazia, alla libertà, non si può rimanere neutrali. La democrazia fa la differenza tra la vita e la morte. Sotto un tiranno, sotto un dittatore, lo stupro del corpo della donna, ma anche della tua identità, dignità, speranza e felicità futura diventa la normalità".
E ha concluso: "Ammiro quello che sta accadendo in tutta Europa, questo movimento solidale bellissimo, che ti fa capire che il nostro continente è vivo, che valori come giustizia sociale e democrazia vengono implementati. Il diritto alla difesa di questo popolo straordinario in questo momento sta avvenendo. Mi auguro che i nostri figli vivano in un mondo diverso".
Rula Jebreal e la morte della madre Zakia
Rula Jebreal è tornata a parlare della madre Zakia, che ha subito abusi e che, devastata da questo peso, ha deciso di togliersi la vita. La giornalista ha spiegato che è importante continuare a chiedere alla società e ai governi di fare di più contro la violenza sulle donne:
"La storia di mia madre mi ha lasciato il desiderio di combattere per le donne come lei, che non hanno avuto un riscatto nella vita. Soprattutto creando una coalizione di donne che si aiutano a vicenda. La storia di mia madre non è finita con la sua morte, ha continuato a vivere dentro di me, nelle sue amiche. Tante di loro hanno continuato a lavorare per altre donne. Una di loro è la donna che mi ha allevato, la donna che ha costruito un orfanotrofio, ha allevato 3000 bambine nell'arco della sua vita e io ero una di quelle. Ha investito nella prossima generazione, costruendo cittadine, mentre altrove costruivano armi".