Rottura tra M5s e Pd sulla Rai, Bevilacqua (M5s): “Nessun inciucio con il centrodestra”
La spaccatura tra M5s e Pddopo il voto in commissione di vigilanza sul contratto di servizio Rai lascerà il segno nel rapporto tra le forze di opposizione? Non è ancora chiaro cosa accadrà, come poco chiaro è quello che è accaduto il 3 ottobre, quando il voto della commissione sul contratto di servizio Rai per i prossimi 3 anni ha visto le forze di opposizione dividersi. Il Movimento 5 Stelle ha votato a favore del documento, mentre il voto del Pd è stato contrario così come quello di Italia Viva, astensione di Azione di Calenda. Una vicenda che ha sollevato polemiche, con il relatore di minoranza Nicita (Pd) che ha rimesso il mandato e il Pd stesso che a Fanpage.it, tramite il capogruppo Stefano Graziano, ha definito la scelta dei 5 Stelle incomprensibile, accusandoli di sostegno alla maggioranza. Abbiamo quindi chiesto alla senatrice del M5s Dolores Bevilacqua di chiarire la posizione del suo partito.
Arrivano ricostruzioni discordanti tra loro su questo voto, ci dice come siano andate le cose?
Il contratto che abbiamo sostenuto non è frutto di confronti avvenuti solo oggi, ma di un lavoro che inizia da prima dell'estate. Ci sono state continue interlocuzioni. Tra l'altro il PD aveva il relatore Nicita, che ha fatto un lavoro eccellente nel rappresentare tutta la sensibilità delle forze di opposizione, che sa benissimo il lavoro meritorio che siamo riusciti a fare, trovando convergenza da parte della maggioranza su temi che francamente non erano per nulla scontato si riuscissero a inserire in questo contratto di servizio.
Il contratto passato è molto diverso da quello inizialmente presentato?
Per come era arrivato all'inizio era assolutamente scarno, non dava garanzia di un servizio pubblico che fosse veramente tale e soprattutto aveva vulnus e criticità evidenti, su cui si è alimentato lo stesso dibattito. Penso al giornalismo d'inchiesta, relegato fuori dal contratto iniziale e citato solo negli allegati.
Negli ultimi mesi le opposizioni hanno lavorato alle integrazioni di comune accordo?
Certo, ci siamo trovati a costruire un parere che ha lavorato su due vie: da un lato abbiamo cercato di limare del tutto le parti inaccettabili, bandierine ideologiche di destra. Dall'altra parte abbiamo lavorato al merito delle questioni, la sostanza, quelli che sono stati interventi su cui tutte le opposizioni hanno trovato una convergenza, trovando appoggio anche dalla maggioranza.
Per esempio?
Inclusività, parità di genere, rispetto di dignità umana, tutti quei valori richiamati dalla Costituzione, parola che a sua volta non era menzionata nella prima bozza di contratto che avevamo ricevuto. C'è poi l'attenzione al ruolo della commissione di vigilanza che non può essere svuotata del suo ruolo e siamo riusciti a far entrare la questione della commissione paritetica, che consente alla vigilanza di esercitare un controllo e anche avere voce in capitolo sulla valutazione qualitativa e quantitativa degli impegni assunti con questo contratto di servizio, di cui la Rai deve dare conto periodicamente. Questo è fondamentale nell'ambito di un momento storico in cui il servizio pubblico, per colpa della riforma della governance degli anni scorsi, è legato mani e piedi al governo di turno. Su tali questioni tutte le opposizioni hanno riconosciuto il lavoro importante fatto con questa commissione.
E quindi da cosa deriva questa spaccatura con le altre opposizioni? Avevate capito già che si sarebbe verificata?
Nel momento in cui il relatore di minoranza del Pd, Nicita appunto, ha iniziato a mostrare questa sua difficoltà a firmare un parere che lui stesso aveva contribuito a far pervenire alla commissione, si è capito che ci sarebbe stato un corto circuito. Questa domanda andrebbe fatta a chi ha votato contro questo parere che ha contribuito a migliorare il documento in modo significativo.
Dal Pd dicono esattamente l'opposto, ovvero che sareste voi a dover dare delle spiegazioni.
Noi come M5s abbiamo avuta chiara la responsabilità che ci assumevamo nel votare questo parere, una responsabilità nei confronti della Rai e dei telespettatori. Di fronte a ciò che era stato salvaguardato, inserito, tutelato e sancito con questo parere che andava a migliorare il documento arrivato inizialmente. Senza tenere conto del rischio di vedere una maggioranza arroccata sulle sue posizioni.
Cosa intende?
Maurizio Lupi, relatore di maggioranza, ha detto chiaramente che nel momento in cui non ci fosse stato un voto di sostegno a questo parere, avrebbe ritirato lo stesso e riproposto il contratto iniziale.
Senza le modifiche apportate nelle ultime settimane?
Sì, lo ha detto chiaramente nelle premesse della relazione sul parere che la cosa avrebbe avuto senso nel momento in cui le forze che avevano contribuito a generarlo si sarebbero assunte le loro responsabilità. Va aggiunto che su tantissimi emendamenti, le formulazioni accolte sono state quelle del Pd, su moltissime questioni ci siamo trovati a dire cose simili.
Il capogruppo Stefano Graziano del Pd definisce il vostro voto incomprensibile.
Capisco che per chi ha fatto di questo voto una bandierina ideologica, questo parere sia incomprensibile. Ma siccome noi in commissione di vigilanza abbiamo un dovere, la valutazione di responsabilità ci ha portati a salvaguardare il lavoro fatto da tutte le forze politiche con il contributo notevole del Pd e delle altre opposizioni che hanno votato contro o si sono astenute.
Semplifico brutalmente: avete scelto di prendere meno per evitare di prendere nulla?
Ma io direi che abbiamo preso tanto, è questa la cosa paradossale della narrazione che sta passando. Abbiamo salvato il giornalismo di inchiesta, i valori costituzionali, la correttezza, il rispetto della dignità della persona umana, della proprietà intellettuale, informazioni puntuale e continuativa su cause, effetti e conseguenze dei cambiamenti climatici, biodiversità e tanto altro. Noi abbiamo guardato al merito e nel merito di questo provvedimento c'erano tutti i valori per i quali anche il Pd si è battuto. Loro però hanno messo l'accento sul fatto che il concetto fosse espresso in un modo anziché un altro. Noi abbiamo guardato alla sostanza.
Qualcuno interpreta il vostro voto come l'aver fatto da stampella alla maggioranza.
È una narrazione che rispediamo al mittente, che fa ridere visto che proviene da quei partiti che hanno sempre partecipato alle peggiori lottizzazioni della Rai e fatto le peggiori riforme del servizio pubblico. Questo parere non è uscito dal cilindro del M5s che ha inciuciato con il centrodestra, ma è steso a più mani con tutte le forze di opposizione. Noi siamo semplicemente una forza responsabile che non guarda alle ideologie, ma alla sostanza e il merito di quello che abbiamo votato oggi. Abbiamo consegnato ai cittadini un parere che va a tutelare aspetti imprescindibili per il servizio pubblico, che non c'erano nel contratto di servizio iniziale. Abbiamo votato secondo coscienza nel rispetto del ruolo che abbiamo.
Sul lavoro d'inchiesta, gran lavoro aveva fatto Riccardo Laganà, il consigliere scomparso alcune settimane fa. Vi siete mossi in sintonia con il suo lavoro?
Il giornalismo di inchiesta per noi è stato il motore di tutta un'azione e il lavoro portato avanti. Stranisce che il Pd abbia votato contro un parere lasciato in eredità proprio da Laganà. Si tratta di un'eccellenza del servizio pubblico. Chi ha detto no alla difesa del giornalismo d'inchiesta è stato il Pd con il suo voto contrario.