Rocco Siffredi: “Sono sempre depresso, il porno è stata la mia salvezza. Anni che non faccio un bel sogno”
A seguito del successo della serie Supersex, approdata il 6 marzo su Netflix, dove è Alessandro Borghi ad interpretarlo, Rocco Tano in arte Siffredi si racconta in un'intervista esclusiva all'Adnkronos, in cui mette in luce i suoi dolori, le sue fragilità e racconta alcuni dei momenti più difficili della sua vita. "Io sono sempre depresso basta che mi fermo a riflettere e vado in depressione ma non ho mai usato farmaci" rivela il pornodivo che aggiunge: "Il porno è stata la mia salvezza, non la mia dannazione, mi ha aiutato a venir fuori dalla depressione".
Il rapporto complicato con la sua famiglia d'origine
Il motivo per cui non ha mai voluto ricorrere all'uso di farmaci, sta nel desiderio di voler superare ogni ostacolo da solo: "Ricordo che da giovane mi allenavo tantissimo in palestra, facevo sforzi fisici enormi al di sopra delle mie possibilità ed era per questo che sul set le mie scene duravano così a lungo". L'oscurità di certi pensieri, però, è rimasta: "Sono anni che non faccio sogni belli. Se dovessi scrivere gli incubi che faccio diventerei il regista horror più famoso al mondo". Dalla serie Netflix emerge anche un rapporto piuttosto altalenante con la sua famiglia e infatti parlando dei legami che ci sono tutt'oggi, non nega che siano piuttosto difficili, per poi scivolare nel ricordo più doloroso legato proprio ai suoi familiari:
Con la mia famiglia ho un rapporto molto particolare… mamma e papà sono morti e con Tommaso (il fratello maggiore, ndr) ormai non ci parliamo più da dieci anni. Quello che mi faceva soffrire di più era vedere mia madre sempre triste, mi faceva malissimo, il mio unico sogno era quello di aiutarla ad uscire dalla miseria. Il porno mi ha salvato perché riusciva a non farmi pensare al dolore che provavo. Vedere mia madre morire è stato terribile, sono stato gli ultimi due mesi al suo fianco. La settimana prima che morisse purtroppo è entrata in coma epatico per cui non riconosceva le persone. C’ero solo io accanto a lei, mi sedevo sul letto e lei mi mordeva e mi graffiava perché non mi riconosceva e io piangevo e le dicevo: ‘mamma sono Rocco', ho sofferto davvero moltissimo.
I problemi con la dipendenza dal sesso
Per quanto riguarda, poi, il suo lavoro nel porno ha dichiarato che la sua scelta di non stare più sul set è arrivata non troppo tempo fa: "Non ho più il physique du role, mi vedo vecchio. A 55 anni ho deciso di smettere di recitare perché è iniziata una crisi mia, vedevo queste ragazzine di 18- 20 anni che volevano lavorare con me ma mi sono sentito inadeguato". Oltre che una dedizione al lavoro, quella di Siffredi è sempre stata una vera e propria dipendenza dal sesso, dalla quale ha imparato a controllarsi: "
Non sono mai andato da uno psicologo, ne sono uscito grazie a mia moglie (Rózsa Tassic, ndr) che è stata una talmente intelligente da non farsi prendere dall'emozione e che un giorno mi ha detto semplicemente: ‘Rocco tu hai bisogno di aiuto'. Questa dipendenza è durata ben 15 anni appena vedevo una donna, ma anche un uomo o un transessuale non riuscivo a trattenermi, ci dovevo fare sesso. Era come se dentro di me ci fossero due personalità e una volesse farsi del male. Penso sempre che qualcuno mi ha protetto da lassù, sarei potuto morire di hiv ma quando soffri di dipendenza non c'è malattia che tenga.
L'amore per sua moglie Rozsa
Sua moglie Rozsa è stata in grado di stare al suo fianco per anni e la sua presenza è stata fondamentale per l'attore che, da quando lui ha abbandonato le scene ha riscoperto anche nell'intimità:
Siamo molto uniti, non siamo famiglia fake ma una famiglia vera (Siffredi ha due figli: Lorenzo e Leonardo, ndr). Se mia moglie dovesse improvvisamente guardarmi con occhi diversi e decidere di non amarmi più per un altro uomo penso che morirei, sono 30 anni che stiamo insieme. Da quando ho abbandonato il set il sesso tra di noi è molto più bello, Rozsa mi dice sempre: ‘Rocco come sei diverso da quando hai smesso di recitare'. Stare tutto il giorno su un set di un film porno, tornare a casa e fare il marito era mentalmente molto difficile. Non è facile per una donna aspettare a casa un marito che fa il pornoattore, mia moglie è stata davvero unica.
Nuovi progetti cinematografici
Intanto, non manca la possibilità per Siffredi, di misurarsi anche con nuove realtà cinematografiche, che lo vedano in veste di attore drammatico e, quindi, non come porno attore:
Mi hanno proposto di recitare come protagonista in un film drammatico che si ispira alla vita di Davide Cincis. L'ho incontrato sul set del film di Massimo Boldi ‘Matrimonio a Parigi' dove era assistente alla regia. Dopo aver visto la mia intervista alla trasmissione ‘Belve' mi ha telefonato e mi ha detto: ‘Dentro di te hai un dolore talmente forte che sei l’unico attore che mi viene in mente che possa interpretare quello che ho in mente'. Inizieremo a girare il film in autunno tra l'Abruzzo e Budapest. Credo che la drammaticità sia una cosa che fa parte della mia vita, non mi vedo nella veste di attore comico, io al massimo sono ironico ma mai comico.