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Rocco Siffredi: “Mi racconto a teatro, ma non per la serie tv. Pensano che abbia fatto soldi chiavan*o, non è così”

Rocco Siffredi racconta a Fanpage.it le emozioni per il suo esordio teatrale: “Ho scritto e riscritto di persona lo spettacolo, non volevo fare una replica della serie Supersex”.
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Rocco Siffredi, dopo una carriera quasi quarantennale nel mondo del porno, si racconta per la prima volta sul palcoscenico teatrale. Lo spettacolo, diretto e prodotto da Paolo Ruffini con la sua VERA Produzione, è una possibilità per il pornoattore di mettersi davvero a nudo e raccontarsi finalmente come vuole. A Fanpage.it, Rocco ci racconta che è stato spinto dall'idea di sua moglie, Rózsa Tassi, e ispirato dallo spettacolo di Mike Tyson: "È stato come un fulmine".

Nello spettacolo affronta anche tematiche contemporanee legate all’industria del porno e alle nuove piattaforme come OnlyFans: "È il paese dei balocchi, ma da lì Pinocchio ci torna ciuco. Tutti pensano: ‘Bravo Rocco, ha fatto i soldi chiavan*o!', ma non è così". Poi, rivela come la serie TV Supersex abbia riacceso vecchie emozioni, anche cattive: "Alessandro Borghi me l'aveva detto: più la guarderai, più troverai cose che ti staranno sul cazzo e ti faranno male". Il messaggio a Stefano De Martino: "Lui è il top del top. Gli auguro tutto il bene del mondo e poi è bravissimo. Sa fare tutto! Balla, canta, conduce e, ti dico di più, lui potrebbe fare anche il mio lavoro". 

Lo spettacolo di "Siffredi racconta Rocco" sarà in tour dal 29 ottobre con la prima data al TAM – Teatro Arcinboldi Milano per poi proseguire nei teatri di tutta Italia, tra cui il Teatro Alfieri di Torino (4 novembre) e il Brancaccio di Roma (18 novembre).

Rocco, dopo quasi 40 anni di carriera nel mondo del porno, cosa ti ha spinto a raccontarti per la prima volta su un palcoscenico teatrale?

È tutta colpa di mia moglie.

Colpa sua? Così, de botto…

La verità è che sono più di vent'anni che racconto aneddoti e fatterelli in privato, a cena soprattutto tra amici. Si finisce sempre a parlare delle prospettive del mio lavoro, curiosità sul mondo del porno e sul mio personale. Proprio mia moglie mi ha detto un giorno: ma perché tutto questo non lo racconti a teatro? Sono almeno dieci anni che me lo dice. Poi ho visto lo spettacolo di Tyson diretto da Spike Lee e lì mi è arrivato proprio un fulmine.

Possiamo quindi dire che a ispirarti è stata la figura di Mike Tyson?

Assolutamente sì. Lui si racconta su un letto, in maniera assolutamente sponteanea, non c'è niente di costruito. Tutto viene accompagnato da alcune fotografie, da alcune scene della vita e mi sono detto: che bello, forse posso raccontare la mia vita anche io in questo modo.

Lo spettacolo è prodotto e diretto da Paolo Ruffini. 

Paolo Ruffini è stata la persona ideale. È una persona competente, ma soprattutto estremamente sensibile. Ha capito subito quello che volevo fare, mi ha dato assoluta libertà di scrittura. Per la verità, mi aveva messo vicino un paio di autori all'inizio, poi ha capito che la mia vita poteva essere raccontata solo come volevo raccontarla io. Ho scritto e riscritto più di 25 versioni prima di accettare quella definitiva.

Quando hai capito che era la versione definitiva?

La bussola è stata il pubblico. Ho pensato a loro. Non volevo scrivere un testo giudicante, non volevo giudicare nessuno. Non volevo che il pubblico venisse a sentire, pagandomi, delle stronzate, né ascoltare situazioni finte. Ho fatto qualche test estivo a Livorno, Sirolo e Milano e ci sono entrato con molta tensione all'inizio, ma è successo qualcosa di magico.

Tipo?

Nessuno s'è mai alzato prima della fine dello show (ride, ndr).

Un buon segno, sicuramente. 

Poi, tantissimi sono venuti a fine spettacolo a complimentarsi. Questo l'ho trovato bello e vuol dire che forse alla fine siamo riusciti a colpire con quello che era l'idea dello spettacolo. È una storia raccontata in maniera sincera.

Rocco e sua moglie Rózsa Tassi in una foto dello spettacolo.
Rocco e sua moglie Rózsa Tassi in una foto dello spettacolo.

Preoccupazioni? Ne hai?

Ho paura che ci possa essere una parte di bacchettonismo che pensa: posso mai venire a vedere Rocco Siffredi? Stiamo partendo con una comunicazione che faccia capire che non tirerò fuori nulla di compromettente. Io spero che possano venire anche gli studenti, i più giovani, visto che oggi tanti credono al miraggio di OnlyFans. Posso spiegare, invece, che non è proprio facile vivere la vita facendo quel tipo di lavoro.

A proposito di questo, oggi tutti possono lavorare con il proprio corpo in una maniera estremamente semplice. È un mondo percepito come privo di regole, un paese dei balocchi. Cosa ne pensi? 

Che dal paese dei balocchi, Pinocchio ci torna ciuco. Sono pochissimi quelli che riescono davvero a fare soldi su queste piattaforme. Questa è la verità. Chi guarda alla mia vita, pensa: beato Siffredi, s'è fatto i soldi chiavando. Non è proprio così, ecco.

Dimmi la verità, è stata la serie tv con Alessandro Borghi a spingerti al racconto a teatro? 

No, ti giuro. Ci avevo provato prima del Covid, ma poi tutto è andato a farsi benedire. La serie televisiva, sicuramente, mi ha dato il ‘colpo finale'. Però, la serie tv ha una parte sull'infanzia e sui primi passi nel mondo che io non tocco assolutamente. A teatro parto dalla morte di mio fratello, ma lo faccio per un ragionamento allargato sull'ansia da prestazione. Per il resto, ho preferito non fare una replica della serie.

Una serie che ti ha visto anche un po' in polemica: ci sono stati giorni di amore-odio con Supersex? 

La polemica è stata più che altro con l'interpretazione di Alessandro Borghi. Non voglio rientrarci, però, l'unica cosa di quel lavoro pazzesco Alessandro me l'aveva detta: più la guarderai, più troverai cose che ti staranno sul cazzo e ti faranno male. Io sono stato due mesi in promozione per la serie e non ho mai pianto in vita mia come quel periodo. Tanti ricordi, tante sofferenze sono tornate a galla e non me l'aspettavo così. M'hanno scosso dentro talmente tanto e alla fine ho fatto anche delle stronzate, tipo cercare di andare a toccare il lavoro di Alessandro. Lui, invece, aveva fatto una costruzione sul personaggio indispensabile, soprattutto per non farmi passare come uno godereccio e basta.

Come sta andando la Rocco Siffredi Academy? 

Da dieci anni funziona benissimo e da tre anni siamo riusciti a completare la piattaforma online. È un corso base per poter diventare pornostar. Abbiamo i migliori professionisti del settore, cito tra le italiane Malena e Valentina Nappi, e oltre 500 video in inglese, francese e italiano di tutto quello che è il percorso della pornografia. Si parla anche di sessualità e, a mio discapito e piacere, ho visto che tantissimi ragazzi sono venuti a frequentare l'accademia non per diventari pornoattori, ma per liberarsi di alcuni blocchi della propria sessualità.

I coach della Rocco Siffredi Academy.
I coach della Rocco Siffredi Academy.

C'è un personaggio del mondo dello spettacolo, al momento, che vedresti bene nella tua Academy? 

Ti dico sicuramente Stefano De Martino. È veramente un grandissimo. È una persona umana, ha un cuore incredibile. Lui è il top del top. Gli auguro tutto il bene del mondo e poi è bravissimo. Sa fare tutto! Balla, canta, conduce e, ti dico di più, lui potrebbe fare anche il mio lavoro. È un uomo che è davvero a 360 gradi.

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