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Verissimo 2024/2025

Roberto Bolle: “Quella volta che sono caduto di faccia sul palco. La mia vita privata? Sono felice”

Roberto Bolle si è raccontato nel salottino di Verissimo. Il ballerino ha raccontato i timori e i sacrifici che hanno accompagnato i suoi esordi nella danza e le volte in cui è caduto sul palco.
A cura di Daniela Seclì
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Roberto Bolle si è raccontato nella puntata di Verissimo, trasmessa domenica 23 aprile. Così, è stato tracciato un ritratto dell'eccellenza della danza. Il ballerino ha confidato a Silvia Toffanin che lo attende un periodo molto intenso, impegnativo, ma anche ricco di stimoli:

È un bel periodo. Lavorativamente intenso, dopo una vacanza a marzo, ho ripreso con gli allenamenti e da adesso gli appuntamenti saranno molto impegnativi, intensi ma anche belli, perché avrò modo di esibirmi in posti straordinari, tra i luoghi più belli del nostro Paese. È sempre un'emozione incredibile. Tutte le volte, prima di salire sul palcoscenico, c'è sempre quell'adrenalina, ma anche insicurezza, perché non sai cosa può accadere e come ti accoglierà il pubblico. C'è un po' di ansia, ma bella, una tensione positiva. Dopo i primi momenti, prendi possesso del palcoscenico e tutto cambia.

La leggerezza a cui ha rinunciato per amore della danza

Aveva 12 anni quando ha lasciato la famiglia, per dedicarsi alla danza. Roberto Bolle ha raccontato di aver vissuto la prima audizione al Teatro alla Scala con un misto di emozioni. Da una parte desiderava essere ammesso, dall'altra l'idea di lasciare i suoi affetti gli provocava timore:

Da bambino non avrei mai immaginato tutto questo, la realtà ha superato ogni mio sogno. La prima volta che mia madre mi ha portato al Teatro alla Scala ha avuto un effetto dirompente su di me. Ero affascinato, ma sapevo anche che entrare alla Scala significava lasciare la famiglia. Quindi da una parte volevo entrare, dall'altra non volevo essere ammesso. Ricordo che durante il viaggio dissi a mia madre che avrei fatto l'audizione senza metterci impegno, così non sarei stato preso. In realtà, quando mi sono trovato in sala, ce l'ho messa tutta. Però ero davvero timoroso, perché entrare lì significava lasciare gli affetti.

E ha continuato nel suo racconto, parlando anche delle rinunce fatte in nome della danza: "Ero un bambino, a volte piangevo perché c'erano giorni difficili. La separazione dalla famiglia in un momento così precoce, è stato il periodo più difficile della mia vita. Se c'è una cosa a cui ho dovuto rinunciare, è stata la leggerezza, lo svago, il divertimento che fa parte dell'età dell'adolescenza. Però, nel percorso, i sacrifici si sentono anche perché vedi altri coetanei che vivono con leggerezza, con un approccio diverso e quello, in quel momento, lo si invidia abbastanza".

Le cadute sul palco

Anche a un artista del calibro di Roberto Bolle può capitare un errore sul palco. A Silvia Toffanin ha confidato le sue cadute: "Inciampi e momenti di incertezza, errori sul palcoscenico, capitano continuamente. È normale. La capacità e l'esperienza aiutano a nascondere e a non far vedere l'errore al pubblico. Ci sono state tre volte in cui sono caduto sul palcoscenico, quindi anche con tutta l'esperienza non era possibile nasconderlo. Una volta, all'Arena di Verona, sono scivolato, era un po' umido perché era la sera tardi. Sono caduto di faccia. Mi sono subito rialzato e lì è scattato l'applauso di sostegno del pubblico. Poi un altro paio di volte. Una volta in Giappone e una volta a Helsinki, da un salto girato in aria, sono atterrato sempre di faccia. Tutte le volte, mi sono rialzato come se nulla fosse".

Il desiderio di proteggere la sua vita privata

Silvia Toffanin gli ha chiesto se il successo abbia limitato la sua vita privata. Roberto Bolle ha annuito: "Un po' sì. Mi ha tolto la libertà nella vita privata. Devi mettere dei muri, se vuoi che la vita privata resti tale, come io ho sempre voluto. Però ci convivo, sono abbastanza capace nel gestire. Per ora sì. L'altra volta ti ho detto che ero felice? Lo sono ancora, sono felice, è un bel momento".

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