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Robert Dancs, Nicolò in Sole a catinelle: “Mi chiedono di Zalone ma io volevo fare il pilota. Oggi scrivo e recito”

Robert Dancs, ex volto di Nicolò in Sole a catinelle, si racconta in un’intervista a Fanpage.it. Dalle risate con Checco Zalone sul set del film, fino alla piccola parentesi in cui voleva diventare un pilota di aerei, Dancs svela come ha passato gli anni dopo il successo e quali sono i suoi progetti futuri.
A cura di Eleonora di Nonno
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Timido e inizialmente imbarazzato nel pronunciare le imprecazioni nel copione. Robert Dancs aveva solo 11 anni quando è entrato nel cuore degli spettatori come Nicolò, il figlio di Checco Zalone in Sole a catinelle. È stato quel ruolo a renderlo noto al grande pubblico, punto di partenza per un percorso più ampio. Intervistato da Fanpage.it racconta come ha trascorso gli anni dopo il grande successo del film e l'emozione nel partecipare al videoclip L'ultimo giorno di patriarcato. Oggi Robert, quasi 23enne, continua a inseguire il sogno della recitazione e si è avvicinato alla musica. Dalle risate sul set con Zalone, fino alla parentesi in cui voleva fare il pilota, ecco come è cresciuto il piccolo Nicolò.

Partiamo dall'inizio. A soli 11 anni debutti come il piccolo Nicolò di Sole a catinelle. Come sei riuscito a conquistare il regista Gennaro Nunziante?

Di recente ho parlato con Gennaro Nunziante del giorno in cui mi scelsero per Sole a catinelle. Ero lì senza troppe pretese. Mi ha raccontato che tutti gli altri ragazzini arrivavano con gli agenti, io invece ero alla mia prima esperienza. Nella scena del provino avrei dovuto dire: "Papà, mi hai rotto il ca**o". Per me è stato difficile, ero molto timido e mi sentivo in imbarazzo per quella parolaccia. Gennaro mi chiese se fossi stato costretto da mia madre a fare il provino, ma negai. Mi disse di lasciarmi andare e subito dopo mi sciolsi. Credo che il mio punto di forza sia stata la naturalezza e la spontaneità.

Hai definito Checco Zalone il tuo "papà artistico". Sul set è stato anche un papà per te?

Sul set ho imparato tanto, ero il bambino che tutti coccolavano. Checco Zalone è una persona meravigliosa, abbiamo condiviso un rapporto professionale e di amicizia. È grazie a lui se ho deciso di intraprendere questa strada, è stato il mio mentore.

Hai mai fatto qualche marachella sul set?

Ricordo una scena girata in casa di Onofrio, che nel film è il cugino a cui Checco Zalone cercava, senza successo, di vendere un aspirapolvere. In quel take la mia parte consisteva nel lamentarmi con lui perché non mi aveva accompagnato a giocare a pallone con i miei amici. Una volta uscito fuori campo ero talmente immerso nella parte che mi è scappata un'imprecazione, qualcosa tipo un "vaff**lo". Gennaro mi ha rimproverato, facendomi notare che si era sentito tutto.

C'è stata qualche scena che non riuscivi a girare per le troppe risate?

All'epoca avevo solo 11 anni, non capivo la metà delle battute. Ho riso di più crescendo e rivedendo il film. Durante le riprese, però, c’è stata una scena in cui non riuscivo a restare serio, continuavo a ridere. C’è una parte in cui Checco Zalone chiede a un bambino che accarezza un coniglio dove si trovi lo zoo. Il piccolo risponde "È qui". Checco, spazientito, replica: "Quello è lo zoo? E se avevi un pesciolino rosso era l’acquario di Genova? Umiltà bambino".

Quando hai capito la portata del successo di Sole a catinelle?

Non subito. All'inizio pensavo di aver fatto qualcosa di divertente, recitare mi era sembrato una vacanza. Ho compreso la portata mediatica del film vedendo la reazione delle persone nel mio paesino. Andare al centro commerciale era diventato impossibile, a ogni passo mi fermavano per fotografie o autografi.

E a scuola?

Mi riempivano di domande. Ho girato il film tra la quinta elementare e la prima media. Quando nella nuova classe presero un po' più di confidenza, sia compagni che professori iniziarono a chiedermi di tutto.

La domanda che ti facevano più spesso?

Mi chiedevano sempre come fosse Checco Zalone sul set o come avessi fatto a imparare il copione.

Oggi ti riconoscono ancora per strada? Su TikTok hai un sacco di fan.

Non sempre, capita che qualcuno mi riconosca perché ha visto qualche mio video sui social. Tre estati fa ero a Gallipoli, è bastato che una persona mi riconoscesse perché in un attimo arrivasse moltissima gente.

Quindi la maggior parte dei tuoi fan sono in Puglia, la terra di Checco Zalone.

Sì, lì c'è molto affetto per lui.

In che modo ti ha segnato l'esperienza in Sole a catinelle?

A volte mi chiedo: "Se non avessi fatto il film, sarei qui a inseguire il sogno della recitazione?" Penso all'impatto che ha avuto nell'immaginario comune ma anche quanto abbia influenzato la mia vita. Per anni sono stato riconosciuto per quel ruolo. Mi ha dato anche consapevolezza di quanto sia bello far provare emozioni alle persone.

Come vivi il fatto che il tuo volto sia legato a quello di Nicolò?

Sono grato a quel personaggio e a quel progetto. Senza Nicolò non sarei qui. Lui è una piccola parte di me, ma c'è altro che vorrei far conoscere alle persone. Vorrei che fosse chiaro: Nicolò non è Robert, è Robert che per un po' è stato Nicolò.

Hai partecipato al videoclip di Checco Zalone L'ultimo giorno di patriarcato. Te lo aspettavi? 

No, è stata una bellissima sorpresa. Sono stato chiamato da Marco, l'aiuto regista di Gennaro, e nel giro di un paio di giorni abbiamo fissato tutto. Sapere che Checco e Gennaro abbiano pensato a me è bellissimo. Mi rende felice perché vuol dire che, nonostante siano passati anni, ho lasciato in loro un ricordo positivo. E parliamo di due persone straordinarie, sia livello umano che professionale.

Diventerà un film?

Non ne so nulla. È un video musicale che ha realizzato per la sua canzone, come fatto in passato. Checco Zalone è sia un attore che un'artista musicale. Ricordo che quando eravamo sul set di Sole a catinelle, a pranzo, si sedeva al pianoforte e iniziava suonava. È molto bravo in questo ambito.

Hai scritto un lungo post in cui, oltre a ringraziarlo, parlavi dei tuoi progetti futuri. Cosa fai oggi?

Dopo Sole a catinelle c'è stato L'ultimo giorno di patriarcato, che mi ha permesso di mandare un messaggio importante. Io sono un attore: faccio provini, studio, frequento workshop. Di recente mi hanno chiesto dei self tape in inglese, sono stato chiamato a Londra da un agente internazionale con cui da un mese abbiamo avviato una collaborazione.

In questi anni hai continuato a inseguire il sogno della recitazione?

Dopo Sole a Catinelle ho partecipato alla terza stagione di Fuoriclasse con Luciana Littizzetto. Poi, c'è stato un periodo di pausa perché mi trovavo tra la fine delle medie e la scelta delle superiori. Sono stato sempre appassionato di aviazione quindi per un po' il mio percorso è stato deviato su quella rotta. Ho frequentato un istituto tecnico aeronautico a Bergamo perché volevo diventare pilota. Dopo il diploma si è chiamati a fare una nuova scelta, ma in quel caso sono stato più consapevole e la recitazione mi ha riportato tra le sue braccia. Ho frequentato per due anni un'accademia di recitazione a Milano, volevo essere completamente preparato per questo mondo.

Ti sei preso del tempo per te.

Nella nostra società c'è necessità di apparire, di essere sempre al centro dell'attenzione. Io ho fatto una scelta diversa, mi sono preso del tempo per conoscermi e per capire cosa volessi fare della mia vita. È così che ho compreso di essere pronto sia mentalmente che a livello di capacità. Fare l'attore non è semplice, il ruolo di Nicolò mi è uscito bene perché ero un po' inconsapevole forse. È assurdo come io l'abbia capito solo con il tempo, mi sarebbe bastato guardare Nicolò di 12 anni fa.

Tra fare il pilota e l'attore c'è differenza.

Sono sempre stato appassionato di aerei, sin da piccolo. Poi volevo volare, ho provato a fare dei voli con gli istruttori. È stato bellissimo, ma a un certo punto mi sono chiesto: voglio passare la mia vita nel cielo o sugli schermi e nel cuore delle persone al cinema? Ho optato per la seconda opzione.

Continuerai nel mondo dello spettacolo?

C'è un progetto di cui non posso ancora parlare, che verrà definito entro l'anno. La passione per la recitazione mi ha portato ad apprezzare l'arte in generale e nell'ultimo anno mi sono avvicinato alla musica. Attualmente sto lavorando con dei produttori a Milano su un progetto discografico che, se tutto va bene, vedrà la luce tra un paio di mesi. Con una canzone riesco subito a raggiungere il pubblico. È come far uscire un film quando vuoi tu. Sono un po' perfezionista. Prima di pubblicare qualcosa, deve essere fatto bene. Non sto intraprendendo questo percorso per un semplice bisogno di fare, ma per il desiderio di esprimermi.

Che genere di canzoni fai?

Un po' indie pop. Non suono ma ci sono chitarre e strumenti.

Se Checco Zalone dovesse chiederti di prendere parte al sequel di Sole a catinelle accetteresti?

Assolutamente sì, sarebbe un sogno. Non so se sia nei loro piani.

Nella tua vita c'è ancora "sole a catinelle"?

Sì, al 100%. Ho un approccio positivo, credo che la vita sia come un eco: ti rimanda indietro ciò che tu le mandi. Per questo cerco sempre di vedere tutto in modo positivo. Per me, c'è sempre il sole.

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