Rita Dalla Chiesa: “Quello di mio padre fu un omicidio politico”, poi il silenzio-assenso sul nome di Andreotti
Ospite di Luisella Costamagna Per un’intervista rilasciata durante la trasmissione Tango, in onda su Rai2, Rita Dalla Chiesa traccia per la prima volta un collegamento tra la figura di Giulio Andreotti – ex Presidente del Consiglio nonché uno dei maggiori esponenti della Democrazia Cristiana – e la morte del padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Mai prima di oggi la giornalista e conduttrice, oggi deputata alla Camera per Forza Italia, aveva accostato così apertamente Andreotti all’omicidio dell’uomo che fu uno dei simboli italiani della lotta alla mafia.
Rita Dalla Chiesa: “Mio padre ucciso per fare un favore a un politico”
Ripescando un post pubblicato da Dalla Chiesa sui social ad agosto, Costamagna ha chiesto alla sua ospite di fare chiarezza circa l’identità del politico per fare un favore al quale il padre sarebbe stato ucciso: “Hai sempre detto che si è trattato di un omicidio politico. Di recente, hai scritto sui social che tuo padre fu ucciso per fare un favore a qualcuno. Chi era?”. “Ho sempre pensato che fosse un omicidio politico”, ha risposto l’intervistata, “Era un politico. Se è passato abbastanza tempo da dirne il nome? Potrebbe esserne passato abbastanza ma c’è una famiglia di questo politico e io evito di parlarne. Era una persona che quando mio padre è andato a Palermo, gli aveva detto ‘Stia attento a non mettersi contro la mia corrente perché chi l’ha fatto è sempre tornato in una bara”. “Ma se io dico Andreotti?”, l’ha incalzata la conduttrice. Domanda alla quale Dalla Chiesa non ha replicato, lasciando che a parlare per lei fosse la sua espressione. Espressione di fronte alla quale Costamagna ha concluso: “Un silenzio che mi sembra un assenso”.
L’intervista a Peter Gomez: “Fu Andreotti a dire a mio padre di non mettersi contro la DC”
Già in passato, ospite di Peter Gomez a La Confessione, Dalla Chiesa aveva raccontato l’episodio del colloquio con Andreotti presumibilmente letto tra le pagine di un diario del padre consegnatole da Giovanni Falcone: “Ho maturato questa convinzione (che l’omicidio del padre fosse di matrice politica, ndr) perché ho visto la solitudine nella quale avevano lasciato mio padre. Perché nei diari di mio padre, che poi Falcone mi fece leggere, ne parlai anche con Rocco Chinnici, c’era scritto di un colloquio che mio padre aveva avuto con Andreotti. E Andreotti gli aveva detto: ‘Attenzione perché chi si mette contro la mia corrente politica in Sicilia, poi torna con i piedi dalla porta. Ecco, questo era il significato”.