Riki e il crollo dopo il successo: “Scoppiai a piangere, mi sentivo trasparente, facevo fatica ad alzarmi dal letto”
Riccardo Marcuzzo, in arte Riki, è tornato a parlare del periodo buio che lo ha portato a scegliere di mettere in pausa la sua carriera di cantante. L'ex allievo della scuola di Amici si è raccontato nel salotto di Verissimo, programma di Canale5 condotto da Silvia Toffanin. È stato tra gli ospiti della puntata trasmessa domenica 8 dicembre.
Riki racconta il suo periodo buio a Verissimo
Riki è tornato con la mente a quando la sua carriera era al picco. Aveva da poco concluso l'esperienza nel talent di Maria De Filippi e godeva del sostegno di tantissimi fan: "Era impossibile per me fermarmi". Ai suoi instore si presentavano migliaia di persone:
Avevo un successo incredibile negli instore, ai firmacopie. La discografica si aspettava cinquecento, mille persone e in realtà ce n'erano cinquemila ogni volta ed era fantastico, ero al settimo cielo. Quello doveva essere un momento in cui togli lo schermo e vivi veramente la persona che hai davanti. Cercavo di dare più amore possibile a chi veniva. L'amore più grande che potevo in quel momento.
In un'occasione, un uomo della sicurezza gli chiese di dedicare non più di venti secondi a persona: "Come fai quando ti si avvicina una ragazza e ti dice che la tua musica l'ha salvata e magari ti fa vedere che ha i tagli sul polso. Ci sono tantissime persone che volevano veramente un affetto diverso e io cercavo di prestarmi al massimo. Vivevo un'isteria, una mania, le ragazze mi davano veramente tanto e io cercavo di dare indietro".
Il crollo dopo il successo
Quei ritmi e quel volersi dare completamente ai suoi fan, tuttavia, lo hanno portato a crollare: "Questa cosa alla lunga scarica. Te la porti dietro, città dopo città, magari non ti rendi neanche più conto di dove sei. Sono crollato. Mi sono accorto che non m'impressionavano più le grandi cose, figuriamoci le piccole. Non stavo più apprezzando tutto quello che avevo perché andavo talmente veloce che non me ne rendevo conto. Ho detto: ‘Fermiamoci'. Volevo tornare a vivere la vita quotidiana, apprezzando le piccole cose". E ha concluso:
Un giorno ero in hotel, mi sono guardato allo specchio e mi sono messo a piangere, sono crollato, mi sono detto: "Perché ti stai buttando via. Fermiamoci". La crisi è nata quando avevo tutto. Fermarsi significava studiare, imparare, viversi le cose semplici come la famiglia, la nonna, la mamma, i miei amici. Se era depressione? È una parola molto forte. Diciamo che in quel periodo mi sentivo trasparente, tutto mi scorreva davanti e non c'ero, non ero presente. Facevo fatica ad alzarmi dal letto.