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Richard Gere e lo scontro con Matteo Salvini sui migranti: “Stupisce trovare l’estrema destra nell’Italia cristiana”

Richard Gere, in un’intervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair, ha parlato di attivismo e ha ricordato lo scontro avuto con Matteo Salvini nel caso Open Arms.
A cura di Daniela Seclì
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Richard Gere ha rilasciato un'intervista esclusiva a Vanity Fair, nella quale ha parlato delle sue battaglie civili, ma anche di politica. Inoltre, ha ricordato lo scontro avuto con Matteo Salvini. L'attivismo e le battaglie in difesa delle persone più fragili sono interessi che condivide con la moglie Alejandra Silva.

Richard Gere si sente "estraneo" a Hollywood

Nel corso della lunga intervista concessa all'edizione italiana di Vanity Fair, Richard Gere ha spiegato che ormai quando pensa a Hollywood ha una sensazione ben precisa: "Qualcosa che mi è estraneo". Non vive più in California da tantissimi anni e nel lavoro predilige "produzioni molto indipendenti". La sua vita è sempre di più rivolta al sociale e meno al mondo patinato del cinema. Tra i tanti progetti che cura, anche la collaborazione con un'associazione che si occupa di persone senza fissa dimora.

Lo scontro con Matteo Salvini nel caso Open Arms

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Nel 2019, il caso Open Arms. 147 migranti furono trattenuti a bordo di una nave al largo delle coste di Lampedusa. La vicenda causò uno scontro a distanza tra Matteo Salvini e Richard Gere, che volle salire a bordo per accendere i riflettori su quanto stava accadendo. L'attore e attivista ha ricordato quella vicenda e il diverbio con Matteo Salvini nel corso dell'intervista a Vanity Fair:

Come ho vissuto la posizione di Salvini in quel momento? Per me è molto difficile capire un movimento di estrema destra conservatrice, soprattutto in un Paese che è prettamente cristiano. In quelle ore non smettevo di chiedermi cos’avrebbe fatto Cristo in una situazione del genere, e il fatto è che Cristo accoglieva tutti come figli di Dio, tutti. Non avrebbe detto: “Salvate solo le persone bianche, quelle italiane o quelle cristiane”. Mi sembra abbastanza ridicolo.

L'attore ha continuato: "Sono stato sui barconi e ho incontrato personalmente molti rifugiati e migranti; ho avuto modo di ascoltare le loro storie e penso sia molto difficile non vedere in loro esseri umani uguali a noi. Chiederei, e spererei, che chi ha responsabilità di governo passasse un po’ di tempo con loro, capisse la situazione e non li demonizzasse". Poi, ha rimarcato come lo stesso problema esista anche negli Stati Uniti "con persone squilibrate come Trump che sembrano odiare tutti quelli che non sono bianchi e allineati culturalmente con lui, ma non è così che funziona il mondo".

L'attenzione per il prossimo ispirata dal buddismo

L'attenzione che Richard Gere nutre per il prossimo è anche ispirata agli insegnamenti che trae dal buddismo. In particolare, la necessità di sradicare la convinzione che siano importanti solo le persone che sono vicine a noi, mentre nutriamo indifferenza per chi è lontano: "Un'assurdità. È una distorsione pericolosa che subiamo, perché, inoltre, l’uguaglianza dovrebbe equipararci anche agli animali e agli spiriti invisibili. Siamo tutti uguali nel nostro desiderio di felicità". Dunque, dovremmo prenderci cura l'uno dell'altro.

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