Più forti del destino 2 si farà? Bevilacqua su seconda stagione: “Arianna avrebbe ancora tanto da dire”
La fiction Più forti del destino è giunta al finale di stagione. L'ultima puntata della miniserie con Giulia Bevilacqua, Loretta Goggi e Laura Chiatti, si preannuncia ricca di drammatici colpi di scena per Arianna, Donna Elvira, Rosalia e Costanza. Giulia Bevilacqua, intervistata da Fanpage.it, ha raccontato cosa ha significato per lei interpretare Arianna, una donna coraggiosa che tenta di sfuggire a un marito possessivo e violento, che la tratta come se fosse di sua proprietà e le intima di essere docile e sottomessa. L'attrice ha parlato del peso emotivo delle scene di violenza e di come la lotta di Arianna possa veicolare un messaggio di speranza per le donne vittime di abusi. Intanto, gli spettatori si chiedono: "Più forti del destino 2 si farà?". Bevilacqua non esclude l'ipotesi della seconda stagione.
Nella serie Più forti del destino interpreti Arianna, una donna prigioniera di un marito possessivo e violento, che preferisce vederla morta anziché con un altro uomo. Immagino abbia avuto un peso emotivo considerevole per te, girare quelle scene di violenza.
Devo dire che all'inizio ero terrorizzata. Leggendo il copione, ero spaventata dall'intensità delle situazioni che capitavano ad Arianna. Attingere a una disperazione tale, è sempre faticoso. Arianna deve superarne tante: la convivenza con un uomo violento psicologicamente e fisicamente, la preoccupazione e l'ansia per la figlia, senza la quale non fuggirebbe mai. Da madre, immaginare di essere costretta a separarmi da mia figlia, è devastante. In più, la morte di Saverio, il suo vero grande amore.
Sì, quando Guglielmo ha assassinato Saverio è stato l'ennesimo duro colpo per lei.
Era disperata. Maledetto Guglielmo. Secondo me Stefano Rossi Giordani, che interpreta Saverio, è un bravissimo attore. È un peccato che sia andata così. La loro storia era molto carina, ci si affezionava a questa coppia e si sperava che lei potesse vivere un amore puro.
Credo che tramite Arianna possa arrivare anche un messaggio positivo alle donne vittime di violenza. Lei non si rassegna mai a quella condizione, cerca sempre un modo per lottare e fuggire con sua figlia.
Arianna è un po' una femminista ante litteram, è consapevole che la legge sia ingiusta. All'epoca la donna veniva trattata come una proprietà dell'uomo, l'abbandono del tetto coniugale era punibile e se l'uomo uccideva la moglie che lo aveva tradito, era giustificato dal delitto d'onore. Arianna è una donna molto coraggiosa. Quando ho letto la sua storia, mi sono appassionata e mi sono sentita subito invogliata a interpretarla perché mi sembrava anche un bellissimo messaggio da dare alle donne. Vederla ribellarsi al suo destino e fare di tutto pur di conquistare libertà e indipendenza, può essere un modo per dare speranza e un incoraggiamento alle donne che purtroppo sono vittime di violenza domestica.
Interpretando Arianna, hai avuto modo di indossare abiti dai dettagli raffinati. Hai anche fatto i conti con quei bustini strettissimi.
Non mi è pesato particolarmente. Il costume è un aiuto in più per entrare nel personaggio. Consente una postura diversa e movimenti precisi del corpo, delle mani, del busto. Ovvio, però, che dopo tante ore senti la costrizione del respiro e dei movimenti. All'epoca lo mettevano per una questione estetica, perché rendeva il punto vita più stretto. Io l'ho usato anche come strumento per modulare le emozioni. Ad esempio, per piangere in maniera più sommessa.
Hai portato i tuoi figli sul set a Lecce?
Sì, ho fatto vedere una sola scena a mia figlia Vittoria. Non le è piaciuto stare dietro al monitor, sapendo che io ero nell'altra stanza ma non poteva raggiungermi. Per questo è andata via subito. A tutti e due, però, è piaciuto moltissimo quando hanno visitato il parco dove c'erano i cavalli, le carrozze. Li ho portati con me perché non potevo pensare di stare tutti quei mesi senza di loro. Li ho iscritti all'asilo a Lecce ed è stata una bellissima esperienza. Poi io trovo la Puglia meravigliosa. Con mio marito (Nicola Capodanno, ndr) abbiamo detto: "Trasferiamoci a Lecce, c'è una qualità della vita altissima".
La serie francese a cui è ispirata Più forti del destino, Le Bazar de la Charité (su Netflix "Destini in fiamme"), si esaurisce con la prima stagione. Dunque, anche tu dirai addio ad Arianna o pensi possa esserci la seconda stagione?
In realtà non lo so, anche se la storia di ognuna di queste tre donne arriva a una conclusione, ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare. Soprattutto la storia di Arianna rimane un po' aperta. Non posso svelare niente, però ci sarebbe ancora da dire e a me piacerebbe molto continuare a raccontare queste donne, che secondo me sono da prendere da esempio. La seconda stagione sarebbe inedita e slegata dalla serie francese. Si fanno tanti remake che poi non sono così di successo. Rispetto all'originale, noi abbiamo reso la serie più equilibrata, non siamo caduti nei cliché del melò dove tutto è un po' esagerato. Io ho avuto solo commenti positivi, sia sui social che privatamente.
Devo dire che Più forti del destino è una serie davvero curata, avrebbe meritato ascolti più alti.
È stato veramente un peccato per tutti noi. C'è un cast di altissimo livello con Sergio Rubini, Thomas Trabacchi, Loretta Goggi e tanti altri. Anche la fotografia è bellissima. È un peccato che non sia stata premiata fino in fondo agli ascolti. Non è andata male, ma speravamo che andasse meglio. Anche il regista Alexis Sweet ha fatto un ottimo lavoro. Ci sono delle inquadrature meravigliose, c'è una cura molto alta che non è stata premiata del tutto. Peccato.
Dove ti rivedremo dopo Più forti del destino?
Sto girando una serie per Canale5 che si chiama "Il patriarca", con la regia di Claudio Amendola. Racconta di un boss che scopre di avere l'Alzheimer e dimentica i reati commessi. E poi ho girato un film per il cinema, "Il principe di Roma", con la regia di Edoardo Falcone. Il protagonista è Marco Giallini. Anche questa serie è ambientata alla fine dell"800. Racconta di un uomo molto ricco, scorbutico e che pensa solo ai soldi e al potere, che grazie a dei fantasmi che tornano dal passato, riesce a ritrovare la retta via. Io sono la sua governante. Da nobildonna in Più forti del destino, a governante in questo film. Stessa epoca, ma due condizioni completamente diverse. È un film che fa molto ridere, ma ha anche una forma di romanticismo e malinconia. Credo che uscirà nelle sale a Natale.