Pierdante Piccioni, il vero Doc non ha visto la seconda stagione: “Pesante rivivere la mia storia”
La storia di Andrea Fanti raccontata in Doc-Nelle tue mani è ispirata al vissuto del dottor Pierdante Piccioni, che ha anche contribuito alla sceneggiatura della serie. Non solo: da poco ha pubblicato un romanzo basato sulla seconda stagione della fiction in cui il suo ruolo è interpretato da Luca Argentero, ripercorrendo gli eventi principali e arricchendoli di episodi personali. In un'intervista a Vanity Fair, il "vero DOC" ha raccontato come è stato vedere gli episodi, quasi autobiografici, tra paure e soddisfazioni.
L'immedesimazione con il personaggio di Andrea Fanti
La seconda stagione di Doc ha riscosso un successo senza precedenti, tanto che si sta già parlando di una terza. Uno dei motivi per il quale il pubblico l'ha così apprezzata è stata senza dubbio la capacità di affrontare un argomento tanto attuale come quello del Covid e della pandemia. Per gli attori, e anche per lo stesso Piccioni, interpretare ruoli così delicati è stato in un certo senso un mischiare realtà e finzione, facendole diventare tutt'uno.
"L'altro giorno mi è arrivata una telefonata da una signora che ha avuto problemi a una vena safena e mi ha detto: ‘Mi fido solo di DOC'", ha raccontato Piccioni, aggiungendo: "Quando le ho chiesto se avesse chiara la differenza tra realtà e fiction non mi sembrava che avesse chiara la domanda". E anche per Luca Argentero la sensazione sembra essere stata la stessa: "Mi ha raccontato che una sera lui e Matilde Gioli erano a una cena, una persona si è sentita male e quando hanno chiesto se ci fosse un medico in sala stava per alzarsi".
"Essere diventato paziente ha cambiato il mio modo di fare il medico"
Ora Pierdante Piccioni non è più un primario e ha deciso di occuparsi di Covid. La scelta di lasciare questa posizione è frutto di motivazioni ben precise:
Ho abdicato, anche perché quest'anno compio 63 anni. Ora mi occupo di percorsi post-acuti, Covid e non Covid. Ho lasciato perché dover dimostrare di essere tutti i giorni al 110% diventava complicato, mi impegnava troppe energie.
Nel 2013 il dottore, all'epoca primario, è stato vittima di un terribile incidente sulla tangenziale di Pavia. Dopo 12 lunghi anni di coma si è risvegliato miracolosamente, ma senza riconoscere più nulla della sua vita: era convinto di avere ancora due figli piccoli e di trovarsi nell'ottobre del 2001. Nonostante questo non ha mai voluto abbandonare la professione e ha fatto di tutto per tornare a ricoprire il suo ruolo, anche se guardandolo in un certo senso sotto un'altra prospettiva:
Era come se tornare a fare il primario fosse un modo per far sì che tutto tornasse come prima: è un vizio degli amnesici. La mia voglia di farlo di nuovo era eccessiva, ma il Covid mi ha fatto tornare in prima linea. Essere diventato paziente ha cambiato il mio modo di fare il medico, tant'è che tutt'ora vengo seguito e curato. Ho insegnato ai miei figli che ci sono tanti modi per poter fare medico.
Piccioni ha confessato anche che non è stato semplice rivedere un pezzo della sua vita negli episodi, tanto che è riuscito a finire solo l'ultimo: "Solo l'ultimo episodio di DOC 2 sono riuscito a vederlo tutto: anche se l'ho sceneggiato, è troppo pensante rivivere la mia storia"