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Paolo Sorrentino: “Farò film per salvare il cinema in sala. Le piattaforme? Portano lavoro e sono ovunque”

Paolo Sorrentino, presidente di giuria al Marrakech International Film Festival, apre a un’ampia riflessione sulla crisi del cinema in sala e sul potere delle piattaforme nell’attuale mercato: “La mia sfida è fare film per il grande schermo, perché c’è crisi e vorrei salvare le sale. Le piattaforme ben vengano per certe produzioni, perché generano lavoro e sono ovunque”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Al via il Marrakech International Film Festival, arrivato alla 19esima edizione e in programma fino al 19 novembre, che ha chiamato Paolo Sorrentino come presidente di giura. Il regista premio Oscar è affiancato dalla regista danese Susanne Bier, dall'attrice britannica Vanessa Kirby, dall'attrice tedesca Diane Kruger, dal regista australiano Justin Kurzel, dalla regista e attrice libanese Nadine Labaki, dalla regista marocchina Laïla Marrakchi e dall'attore francese Tahar Rahim.

Paolo Sorrentino farà film per salvare il cinema in sala

"Oggi la mia sfida e il mio dovere è fare film per il grande schermo, perché c'è una crisi e vorrei cercare di salvare le sale", così Paolo Sorrentino ha parlato alla stampa di tutto il mondo e risposto in merito al rifiuto di continuare a lavorare per le piattaforme dopo la meravigliosa parentesi con Netflix per È stata la mano di Dio:

Non voglio fare nessuna polemica con le piattaforme, ho fatto La mano di Dio con Netflix, con cui mi sono trovato benissimo. Ho solo detto che questo lavoro è bello perché ti pone una sfida. E la sfida di oggi è fare un film per la sala, come anni fa lo era realizzare una serie tv. Il momento delle serie per me è finito, magari invece voglio fare film per il grande schermo proprio per cercare di salvare il cinema. Oggi le piattaforme stanno avendo il successo migliore, non hanno bisogno di me, di noi registi. Oggi voglio fare film per il cinema: le sale sono in crisi in tanti Paesi, anche in Italia, stanno chiudendo.

C'è un problema nel concepimento delle sale e nel modo ormai obsoleto di gestirle e uno di carattere più squisitamente contenutistico, che guarda al tipo di produzioni che oggi arrivano sui cartelloni dei cinema: "È un momento di confusione nell’industria cinematografica, non è facile vedere in giro film buoni, anche rispetto a pochi anni fa. Ma questo è naturale perché la pandemia ci ha dato molto difficoltà rispetto alla lettura del presente, penso che per vederne di meravigliosi dovremo aspettare qualche tempo".

Paolo Sorrentino presidente Marrakech International Film Festival
Paolo Sorrentino presidente Marrakech International Film Festival

Cinema e piattaforme: pro e contro, com'è possibile intervenire

Com'è possibile intervenire per salvare le sale? Lo ha spiegato il noto regista napoletano a Repubblica: "Non so cosa si possa fare per il cinema, non mi voglio inventare ricette, ma sono moderatamente ottimista. Ci sono stati il Covid e ne siamo usciti che era estate. Prima di calare la resa vediamo l’inverno. Il successo de La stranezza è un buon segnale. Poi bisogna fare nuovi film, rendere attrattive le sale, inventarsi idee, come hanno fatto Valerio Carocci e i ragazzi del Cinema Troisi: si sono inventati una sala studi, una biblioteca, hanno creato una sorta di club".

Le piattaforme hanno dato modo al cinema di essere ovunque e alla portata di tutti, ma Paolo Sorrentino si riserva alcune riflessioni sul modello che sta trasmettendo, un modello a tratti eccessivamente perfetto per poter combaciare con l'estro e l'imprevedibilità di un regista:

Trovo che con le piattaforme si sia molto innalzato il livello tecnico, molti registi giovani italiani sono molto più bravi dei registi giovani di qualche anno fa, me compreso, e della generazione precedente alla mia. Questa sapienza tecnica ha raggiunto ai miei occhi di spettatore un livello di saturazione. È meglio essere preparati, ma allo stesso tempo a me, cresciuto con registi atipici, scorretti e sconclusionati, piacerebbe a volte ritrovare, in una forma più moderna, quegli artisti liberi che amavo da ragazzo.

Paolo Sorrentino e l'elogio della lentezza a 50 anni

E ancora, rispetto ai tentativi per salvare il cinema in sala:

Le piattaforme sono una cosa meravigliosa, consentono a persone che vivono in posti in cui il cinema non c’è di vedere film. Registi che non lavoravano più oggi creano di nuovo, grazie alle piattaforme. Ciò che volevo dire è che se ci sono degli autori che posso fare film per il cinema, questo è il momento, per aiutare le sale, come stanno facendo Moretti, Bellocchio, Garrone. È evidente che il cinema medio commerciale in sala non va più, oggi quei film li vediamo sulle piattaforme. Cosa resta al cinema? I grandi blockbuster e i film d’autore che riescono a crearsi una dignità da evento: La stranezza di Roberto Andò ne è un esempio.

Il suo prossimo film vive ancora uno stato embrionale, perché Sorrentino, come più volte ribadito, si sente "cresciuto" per certi ritmi e oggi preferisce prendersela comoda: "Ho varie idee per il cinema, ma me la prendo comoda. Perché sono diventato grande e ho scoperto che è bello rallentare i ritmi, per molti anni sono stato lavoratore indefesso. E anche perché È stata la mano di Dio è stato un film molto personale e impegnativo”.

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