Paolo Del Debbio: “La prima serata è dura, ma ce la faccio. Stimo Formigli e Floris, meno chi fa Tv all’1% di share”
Quando si parla di Paolo Del Debbio, la parola chiave è pragmatismo. Il suo è un approccio che mescola la filosofia alla vita quotidiana, come dimostra nel suo ultimo libro "Siamo tutti filosofi senza saperlo" edito da Piemme. Per la prima volta intervistato da Fanpage.it, il conduttore e professore universitario racconta a viso aperto la sua televisione: "Da destra a sinistra, chi viene da me si trova sempre bene". Sul "retequattrismo": "Non so cosa sia, io faccio il mio. La nuova linea editoriale di Mediaset? Io questa linea non l’ho mai vista e nessuno me l’ha mai detta. Se qualcun altro fa un’altra linea, sono affari suoi".
L'appuntamento quotidiano con 4 di sera va bene, Dritto e rovescio anche: "L'azienda vuole che faccia tutt'e due. Anche se il giovedì inizia a diventare una fatica". Con uno sguardo divertito sulla sua carriera e un distacco ironico per ogni “etichetta” che gli si vorrebbe affibbiare, Del Debbio commenta l'attualità: "Grillo? Meglio così. Conte vuole mettere su un partito in cui ci sia più democrazia. Mi pare un fatto positivo". Sul ministro della Cultura: "Linguaggio totalmente inadeguato, ha il dovere di farsi capire". E sui colleghi della tv: "La tv è una piazza con tanti negozietti. Formigli è un grande professionista, possiamo pensarla diversamente, è il mio avversario diretto del giovedì e ne ho grande stima. Come ho stima di Floris e di tanti altri che fanno il mio stesso lavoro. Poi, certo, arriva qualcuno che pensa di fare la televisione e fa l’1%, ecco, di quello ne ho meno stima"
“Siamo tutti filosofi senza saperlo”. Nel libro ragiona sul compito della filosofia, sul senso che si dà mentre si sta al mondo e lo fa raccontando sei storie di vita di persone che usano, senza saperlo, i costrutti e i postulati dei grandi filosofi del passato. Perché questo libro?
Ho voluto dimostrare che in tutti noi c’è l’uso della ragione e che tutti noi, non tutti ma molti, alla fine quando fanno esperienze, incontri, quando la vita accade, poi su questi accadimenti ragionano. Il rapporto tra ragionamento ed esperienza produce quello che è il contenuto della filosofia.
Qual è questo contenuto?
Dare un senso, provarci almeno, a ciò che ci accade, quando sbattiamo contro gli scogli della vita. A volte, si ha l’impressione di naufragare e lo sforzo di trovare un senso alle cose lo facciamo tutti. E queste sei storie raccontano esattamente questo. È un libro che può leggere chiunque, anche chi non ha mai letto una riga di filosofia. Non c’è bisogno di conoscere la filosofia, per sapere che cosa sia.
Ci sono una serie di riferimenti interessanti. Non solo ai più grandi della filosofia, Platone, Aristotele, Kant, ci sono anche riferimenti più ‘a buon mercato’. Penso a Gianni Rodari e alla filastrocca del Perché.
Sono un grande lettore e da lettore, l’ho sempre apprezzato tantissimo. La storia del Perché mi ha sempre colpito e sono riuscito a infilarcela dentro.
Negli impegni di giovedì 24 ottobre non si è fatto mancare nulla: Tajani a 4 di sera, Schlein a Dritto e Rovescio.
La mia contentezza, sai qual è? Che da destra a sinistra, chi viene da me si trova sempre bene. E da me vengono tutti e sono sempre venuti tutti. Per me, è una grande soddisfazione. Tutti mi hanno sempre detto di essersi trovati a proprio agio e questo è quello che io voglio. Governo e opposizione, sono sempre in par condicio io.
Ho la sensazione che lei si stia divertendo a fare 4 di sera.
È vero. Facendo le corna sta anche andando bene.
Ecco, ma visto che il quotidiano già l'ha fatto in passato con “Secondo voi”, tornerebbe a fare soltanto quello?
È difficile perché l’azienda mi ha chiesto di fare tutt’e due.
Ma a lei piacerebbe?
Io sono ormai un comprovato aziendalista e faccio quello che mi chiedono. Il settimanale continua ad andare bene, anche ieri sera, e secondo me vogliono sempre tutt’e due e io li faccio. Anche se il giovedì inizia a diventare una fatica, ma ce la faccio.
Marina Berlusconi ha dichiarato in un’intervista di essere più vicina alla sinistra sui diritti civili. Ma, secondo lei, l’Italia è davvero così indietro?
Penso che la mancanza di diritti sia un po’ troppo accentuata. Mi pare che non si possa, per delle minoranze, ritenere l’Italia un posto anti-LGBT. Gli unici due punti su cui credo sia legittimo discutere sono il cosiddetto utero in affitto e l’affidamento di bambini a coppie omosessuali. Su questi temi credo sia legittimo che ognuno abbia la sua posizione. Sono aperto alla discussione, ma vorrei considerare anche quello che dice la scienza che non è unanime sugli effetti che l’adozione può avere sui bambini. Per il resto, a me va bene tutto. Ma su questi due punti, la discussione mi sembra il minimo. Ma, ripeto, si tratta di discutere, non è che c’è un dogma.
Le piace la parola “retequattrismo”?
Il “retequattrismo” non so cosa sia. Io faccio il mio. Non ho mai avuto la tessera di un partito, non faccio parte di associazioni, di intruppamenti. Lo Sturmtruppen non mi piace.
In quest’estate, però, si è molto parlato di una “nuova linea editoriale” di Mediaset. Un approccio un po’ più centrista, appunto in linea con le dichiarazioni pubbliche di Pier Silvio e Marina Berlusconi.
A me non mi ha mai detto nulla nessuno. Io questa linea non l’ho mai vista e nessuno me l’ha mai dettata. Se qualcun altro fa un’altra linea, sono affari suoi. Io mi faccio i miei, ecco.
Le sue questioni in diretta coi tecnici sono un diventate un tratto. È un modo per far uscire la tv dalla tv stessa?
No, ma ho smesso, non ne faccio più di quelle robe.
Perché?
Io sono un toscano, e magari un toscano mi capisce, noi si scherza sempre, ma non tratto mai male nessuno. I tecnici sono miei amici e chi non coglie l’aspetto comico della cosa, manca di senso dell’ironia. Ho smesso di fare ste cose in diretta perché sono arrivate mail in redazione di protesta.
Leggiamo un po’ di giornali insieme?
Prego.
Terremoto Cinquestelle. Il “licenziamento” di Beppe Grillo aiuterà Conte a trovare un accordo col Pd? La Schlein, a Dritto e Rovescio, ha tergiversato un po’.
Beh, ha tergiversato perché non s’é voluta intromettere in partiti altrui, ma secondo me sì. Il fatto che abbiano fatto fuori questo comico così altezzoso, vuoto come una canna di bambù, senza contenuti, indica di sì.
Non l'è mai piaciuto Grillo?
A teatro sì, ma la politica è un’altra cosa.
Conte, invece, le piace?
Uno può discutere delle sue idee, ma penso che lui voglia mettere su un partito in cui ci sia più democrazia. Questo mi sembra un fatto positivo. Poi, se questo partito prenderà voti, si vedrà. Mi pare che alle ultime elezioni, all’interno del suo partito, Conte abbia vinto. Meglio Conte che Grillo.
Il caso Giuli-Spano.
Sembra che facciano del gran casino. Il linguaggio del Ministro della Cultura mi pare totalmente inadeguato e un Ministro della Cultura ha il dovere di farsi capire. Non può parlare solo agli uomini di cultura, ma a tutti i cittadini.
Siamo già al secondo ministro della cultura in difficoltà. C'erano uomini più pronti?
L’unico uomo di cultura di destra che ha fatto cose concrete è Giordano Bruno Guerri. Tutti gli altri sono bravissimi, ma sul fare nessuno ha dimostrato nulla. L’unico che vedevo è lui perché ha preso il Vittoriale che era un cadavere e ne ha fatto una roba pazzesca. In più, se li mangia dal punto di vista culturale. Per carità, con tutto il rispetto di Veneziani che porta da quarant’anni le sue idee, gli altri francamente mi sembrano abborracciati.
Il suo dirimpettaio Formigli ha ricevuto un ‘infame’ da Corsini, dirigente Rai. Che ne pensa?
Ero anche io in diretta e non ho visto. In linea generale, non parlo male dei colleghi. La tv è una piazza con tanti negozietti. Formigli è un grande professionista, possiamo pensarla diversamente, è il mio avversario diretto del giovedì e ne ho grande stima. Come ho stima di Floris e di tanti altri che fanno il mio stesso lavoro. Poi, certo, arriva qualcuno che pensa di fare la televisione e fa l’1%, ecco, di quello ne ho meno stima.
Sulla suggestione di Francesca Pascale con un ruolo attivo in Forza Italia, che ne pensa?
Forza Italia è un partito che ha i suoi organi decisionali, deciderà il partito. Dopodiché su Francesca Pascale io non posso esprimere giudizi, perché la conosco come la conoscono gli italiani, da personaggio pubblico. Non so cosa pensi politicamente, so cosa pensa sui diritti civili, sostiene che la sua linea sui diritti civili è anche quella di Berlusconi e sto a questo. Sono pochi elementi, però, per dare un giudizio sulla persona.
Cosa farebbe senza la tv?
Anche niente. Quando non sono in tv, studio e scrivo. È quello che faccio in tutto il tempo libero che c’ho. Non pubblico solo libri di varia, ma anche accademici. L’ultimo è sulla ricezione di un trattato di Aristotele nel tredicesimo secolo. Sono 350 pagine di cui 100 di note.