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Paola Saluzzi ricorda Luca Giurato: “Eravamo amici, complici. Fino all’ultimo istante ha fatto quello che desiderava”

Paola Saluzzi è stata una delle giornaliste che con Luca Giurato ha condiviso anni di lavoro, da cui è nata una profonda amicizia. Ai microfoni di Fanpage.it, la conduttrice racconta i ricordi del lungo percorso fatto l’uno accanto all’altra, anche quando non lavoravano più insieme.
A cura di Ilaria Costabile
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Alla notizia della scomparsa di Luca Giurato, uno dei volti più iconici della televisione italiana, giornalista, cronista, conduttore che è riuscito ad entrare senza invadenza nelle case degli italiani, il primo nome che viene in mente, l'immagine più nitida è quella che lo vede accanto a Paola Saluzzi. Con la giornalista ha condiviso per tre anni gli studi di Uno Mattina, ma quel palco è diventato il teatro di un'amicizia durata oltre vent'anni, fatta di scambi, di complicità, di rispetto reciproco e generosità. A tarda sera, a poche ore dalla notizia della scomparsa del suo più grande amico e mentore, Paola Saluzzi ha condiviso ai microfoni di Fanpage.it, con estrema delicatezza e commozione, i ricordi di un legame destinato a non esaurirsi mai.

Paola, l'ultima volta che ha sentito Luca Giurato è stata questa estate. 

A luglio, perché sono andata nel Montana, in America, il luogo dove nacque Gary Cooper. Siccome Luca da ragazzino imitava la sua camminata in Mezzogiorno di Fuoco, per scherzare gli scrissi "sono nella terra del tuo sosia", lui mi mandò un messaggio carico di entusiasmo. Luca era, sì, era…la vivacità fatta persona, era rimasto un ragazzo, ma con una grandissima serietà nel lavoro.

Com'era Luca Giurato come compagno di lavoro?

Siamo stati amici, complici di risate, scherzi, con una perfetta alchimia di lavoro insieme, fatta di quella capacità di comprendersi in un attimo, con un solo sguardo, anche nello scherzo. Di Luca rimane quell'immagine che tutti noi abbiamo adorato, no? Le sue gaffe incredibili, nelle quali entrava con la stessa onestà con cui affrontava le storie più serie.

Un uomo che aveva la grande capacità di non prendersi troppo sul serio.

Pensi che a Striscia la Notizia lo hanno amato, adorato. Gli portavano il tapiro e lui rideva. La prima cosa era l'ironia e l'autoironia.

Pensando a Luca Giurato, tra i primi nomi che saltano alla mente c'è proprio il suo. La complicità di cui parlava è stata immediata o è nata col tempo, con la conoscenza?

Ci siamo studiati sì e no per una settimana, come è normale che sia e poi da lì è scattato un meccanismo perfetto. La ringrazio per questa associazione, non so se sia davvero così, ma credo sia merito suo. Sono convinta che abbia dato una firma irripetibile ad ogni cosa fatta nella sua carriera.

Mi faccia un esempio. 

L'ho visto intervistare la figlia di Che Guevara con Gianni Minà, sono rimasta a guardarlo da dietro le telecamere, mentre lui voleva che fossi presente, accanto a loro. Io invece insistevo per poterla guardare da lontano. Lui aveva vissuto per lungo tempo in Sudamerica, perché il papà era diplomatico, quindi riusciva a mettere la sua esperienza a servizio prima del pubblico, poi dell'intervista stessa. Raccontava cose affinché il pubblico potesse capirle. Era un buono, mi creda, veramente buono.

Qual è la cosa più importante che crede di aver imparato da lui?

Il rispetto per gli ospiti, per la persona che si ha davanti, la curiosità e la generosità verso il proprio compagno di viaggio. Luca con me è stato veramente generoso. Per generoso intendo che, in una scaletta non c'era mai distinzione tra quello che avrei dovuto dire io e quello che avrebbe dovuto dire lui, mi spronava, mi diceva: "No, fallo tu, vai tu che sei brava". Questo non sempre accade.

Non si è mai sentita scavalcata.

Mai, mi sono sentita coccolata. Era una continua attenzione e in 24 anni di conoscenza, nonostante il lavoro insieme fosse finito, questo non ha portato ad una separazione tra noi. C'erano le chiamate ai compleanni, le telefonate perché uno aveva visto l'intervista dell'altra.

Un legame vero, non di comodo. 

Assolutamente. Pensi, l'ho incontrato in una clinica, era andato lì per dei controlli alla schiena e io ero lì per una visita, ci siamo salutati con un abbraccio, urlando dalla felicità, le persone in sala d'aspetto avranno pensato che fossimo matti. Era un uomo capace di elargire armonia, non oso pensare a Daniela.

La moglie, la compagna di vita: Daniela Vergara.

Daniela l'ha avuto al suo fianco come il marito più innamorato, gioioso, erano belli loro due, proprio perché così diversi. Erano perfetti, quando parlo di perfezione non intendo quella che profuma di artefatto. Loro erano vicini. Vicini l'uno all'altra. Pensi, in realtà ho conosciuto prima Daniela e poi Luca.

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Ci racconti.

La conobbi ad un convegno, lei d'estate sarebbe partita per l'America con Luca e ci trovammo a chiacchierare. Finita la serata mi disse "Cosa ti porto, cos'è che vuoi dall'America?", ci eravamo conosciute poche ore prima, non so perché le dissi "un rossetto". Erano gli Anni Novanta, forse anche un po' prima. Passarono diversi mesi, mi arrivò una telefonata: "Sono Daniela Vergara, ho un rossetto da darti". Questo significa essere persone attente. Anche Luca era così, ed entrambi, quando capivano di poter provare simpatica, non restavano mai sul loro piedistallo.

Erano anni ormai che Luca Giurato non compariva più in televisione, quanto gli è mancato il suo lavoro secondo lei?

Forse all'inizio potrebbe aver sentito la mancanza, ma Luca ha preso una decisione così bella, quella di vivere la sua vita. Era un nonno così fiero, così felice di aver avuto un nipotino da questo figlio adorato. Credo che Luca fino a stasera (11 settembre ndr.) abbia fatto quello che voleva fare, finché ha lavorato lo ha fatto col massimo impegno, quando ha smesso ha riempito la sua vita di cose bellissime, come la sua famiglia.

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