Paola Cortellesi: “Vorrei incontrare Meloni ed Elly Schlein, dovrebbero unire le forze per le donne”
Il film C'è ancora domani, prima regia di Paola Cortellesi, ha raggiunto record che da tempo non si vedevano per un film italiano. Oltre 13 milioni di incassi, dopo poco più di due settimane dall'uscita, con un'affluenza in sala a dir poco sorprendente. Un fenomeno che non si arresta e che testimonia quanto la tematica affrontata dall'attrice, per la prima volta dietro la macchina da presa, sia riuscita ad appassionare il pubblico, a instillare riflessioni e a gettare ancora una volta luce su un sistema che andrebbe sanato. Le donne sono protagoniste, donne vessate, ubbidienti, donne che cercano di ribellarsi e in un'intervista a Vanity Fair, Paola Cortellesi traccia il percorso della sua opera prima, toccando anche gli aspetti più politici del film, che dovrebbero essere anche tra le prime questioni da affrontate dal Governo di oggi.
La donna nella società patriarcale
Delia è una donna che subisce dal marito Ivano, una donna che nonostante il dolore degli schiaffi, in silenzio fa la sua parte: mette da parte i soldi per far studiare sua figlia, si prepara per andare a votare, facendo così la sua parte. Eppure, come sottolineato anche nell'intervista alla nota testata, il Governo attuale sembra voler dare più spazio alle donne che si impegnano per mettere su famiglia, a questo proposito Paola Cortellesi dichiara:
Non si possa giudicare il contributo di una donna alla società in base a quanto partorisce. I figli si fanno per altri motivi, per amore ad esempio. Il matrimonio non è più l’unico traguardo da tempo, lo sono invece una buona istruzione e un buon lavoro. Su questi diritti dobbiamo puntare. Alcuni insegnanti che ho incontrato mi hanno detto che non riescono, con i libri, a fare appassionare i ragazzi alla storia dei diritti delle donne, e vorrebbero “sfruttare” il mio film.
La mentalità maschilista è un qualcosa che, oggi come allora, si insinua nel rapporto tra uomini e donne, che ha a che fare con l'idea del possesso, anche quando non sfocia nella violenza fisica, ma rappresenta un altro tipo di prevaricazione. L'attrice è convinta del fatto che, però, è fondamentale fare una distinzione:
Quando dico che “dipende da dove vengono” non mi riferisco al ceto sociale, ma all’etica. Nel film non tutti i maschi sono maschilisti: c’è il soldato americano, o il marito dell’amica di Delia, che ci ricordano che ci sono stati anche uomini rispettosi e giocosi con le loro compagne. E ci sono anche adesso. Ma resiste, parallelamente, la mentalità sessista.
L'idea di incontrare Giorgia Meloni ed Elly Schlein
Il Governo ha gli strumenti per agire, per arginare la violenza che si consuma sulle donne. Come sottolinea l'attrice e regista, membro dell'associazione Una, Nessuna e Centomila, solo chi ha una vera disponibilità economica riesce a staccarsi, più velocemente da un amore prevaricante, opprimente, violento: "Se non hai i soldi, un rapporto tossico dura tantissimo". Si parla di luoghi in cui le donne possano scappare, sentirsi al sicuro, come centri di accoglienza: "Nelle case rifugio arrivano donne in situazioni limite, quando non possono più farne a meno, per rimettere in piedi un’esistenza diversa per sé stesse e per i loro figli". Per questo, ora che come premier c'è una donna come Giorgia Meloni e a capo dell'opposizione c'è Elly Schlein, è necessario operare una svolta:
Per la prima volta a capo del governo e a capo dell’opposizione due donne: è evidente che non basta alla causa, a meno che questa concomitanza di circostanze non porti a tendersi una mano. Sarebbe una vera rivoluzione: unire le forze. Sono due donne al potere, capaci, perché sappiamo che per arrivare a un ruolo importante una donna deve faticare molto di più di un uomo. Magari una ci può piacere più di un’altra, ma è incredibile che non spingano per un progetto, un accordo su temi che le riguardano entrambe, come la prevenzione dei femminicidi, a partire dalla scuola. Mi piacerebbe tanto incontrarle.
Alla domanda su cosa direbbe loro se, davvero, dovesse riuscire ad incontrarle, Cortellesi dice: "Di non dar conto a chi le ha appoggiate e al gruppo politico di cui fanno parte. Autonoma totalmente in politica non puoi esserlo perché arrivi sempre insieme a un gruppo, però mi piacerebbe tanto che la loro appartenenza al genere femminile le facesse andare oltre. Sono sicura che esista un punto di incontro: e bisogna agire subito".