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Ozymandias: “Sono un rapper serio, a X Factor avrei perso credibilità. Ho incontrato manager che erano ratti”

Giovanni Fausto, in arte Ozymandias, è stato uno dei protagonisti di X Factor 2024. Eliminato ai Bootcamp, è tornato virale sui social per un video in cui parla dei presunti contratti vincolanti degli artisti ai Live. A Fanpage racconta la sua esperienza nello show targato Sky: “Sono stato intercettato da un talent scout, altrimenti non ci sarei mai andato”.
A cura di Sara Leombruno
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Rapper, musicista e produttore: Giovanni Fausto, in arte Ozymandias, è stato uno dei protagonisti di X Factor 2024. Non superò la fase dei Bootcamp per scelta di Jake La Furia, che lo mandò a casa dicendogli: "Ti elimino per farti un favore". Il suo nome, però, è tornato in trend sui social dopo le polemiche sui contratti di X Factor, ritenuti da molti artisti estremamente vincolanti, perché li legherebbero per anni alla casa discografica di supporto al talent: la Sony, fino al 2023, e poi la Warner. Un problema riscontrato prima di lui anche da Mr Rain (dell'edizione del 2013), da Martina Attili (del 2018) e da Nuela (del 2019). A Fanpage.it, Fausto racconta la sua esperienza nello show targato Sky: "Sono stato intercettato da un talent scout, altrimenti non sarei mai andato a X Factor. Jake mi ha cassato perché aveva capito fossi un rapper vero". E sugli "accordi-truffa" dell'industria musicale: "Ho rischiato molte volte di essere intortato dai produttori, ma mi sono affidato a gente seria. Ho incontrato manager che erano ratti alla ricerca di denaro".

A X Factor hai detto di avere una carriera avviata nel mondo della musica, puoi parlarcene?

Sono un cantante rap da quando avevo 14 anni. Facevo freestyle con gli amici, poi ho iniziato a produrre in un noto studio di registrazione di Roma, la mia città. Il mio primo singolo si chiama Daybreak ed è uscito otto anni fa, usavo i beat fatti col telefono. Dopo ho girato i video musicali dei miei brani, ho cominciato a fare esibizioni live e featuring con altri rapper, come Nayt e Il Tre. Il disco con cui ho avuto più successo è Addicted, che contiene Jeeg robot, che è attualmente il mio pezzo più ascoltato. Durante il Covid, poi, mi sono concentrato sulla produzione musicale e sul canto.

Giovanni Fausto, in arte Ozymandias, insieme a Il Tre
Giovanni Fausto, in arte Ozymandias, insieme a Il Tre

Per quale motivo hai scelto di partecipare a un talent show?

Volevo dimostrare di essere anche un musicista e un cantante, oltre che un rapper, e volevo avere la possibilità di arrivare a milioni di italiani per mandare un messaggio politico forte. È per questo che ho scelto di portare il brano Non siete stato voi di Caparezza, perché è una critica all'ipocrisia di chi detiene il potere. Comunque, io sono stato intercettato da un talent scout, altrimenti non ci sarei mai andato. All'inizio ero molto restio, mi hanno convinto gli amici e i miei genitori.

Perché non ci saresti mai andato?

Perché non mi è mai venuto in mente, io faccio musica vera, non roba costruita. Poi ho pensato che, se fossi rimasto me stesso, quest'esperienza non avrebbe potuto rovinarmi. Ma la verità è che non c'è un solo rapper affermato e rispettato nella scena musicale che abbia partecipato a X Factor. Boro, ad esempio, ci è andato ma è stato eliminato, proprio come me. Se arrivi fino alla fine poi diventi un artista da talent e a quel punto non sei più un rapper, ma un cantante pop.

Quando ha scelto di non portarti agli Home Visit, Jake La Furia ti ha detto: "Hai talento, ma ti elimino per farti un favore". Non è stata una scelta incoerente, secondo te? 

No, credo mi abbia eliminato perché ha capito che sono un rapper serio, proprio come lui. Se avessi continuato il talent, avrei fatto parac*late. Avrei scritto strofe su pezzi commerciali e avrei perso credibilità. Lui ha capito che, una volta uscito dal programma, gli altri rapper mi avrebbero detto: "Guarda che robaccia hai fatto".

Jake La Furia, per te, è un rapper serio?

Certo, è uno dei migliori in Italia.

Ma allontana i rapper seri dal programma in cui lui stesso fa il giudice…

Per lui è diverso, fa X Factor perché ormai ha la sua carriera, fa soldi qua e là e non ha bisogno di dimostrare nulla a nessuno. Ha una conoscenza notevole sia del rap che della musica in genere e quindi è in grado di prendere decisioni giuste, come quella di eliminarmi. Se al posto suo ci fosse stata un'altra persona mi avrebbe tenuto, magari, rovinandomi la carriera. E poi è un personaggio simpatico, è una sorta di me televisivo, interagisce e fa ridere. È sicuramente il migliore tra quelli seduti a quel banco.

In un video postato sui social hai parlato dei contratti restrittivi che gli artisti firmerebbero una volta entrati ai Live di X Factor, perché hai scelto di raccontarlo?

Grazie alla scelta di Jake io non sono arrivato a firmare alcun contratto, volevo solo riportare le informazioni che mi sono state date dagli altri concorrenti. Inoltre, molte persone credevano che stessi soffrendo per l'eliminazione e io volevo spiegare perché, invece, ne fossi più che felice.

Cosa ti hanno raccontato gli altri concorrenti?

Che quando passi i Bootcamp devi firmare un pre-contratto che ti forza legalmente a firmare un contratto di 5 anni con la cosa casa discografica di supporto al talent. Il problema è che questi accordi possono rovinarti la vita. Conosco tantissimi artisti, non solo provenienti da X Factor, che si sono letteralmente giocati la carriera per questo motivo, perché se rispetti le aspettative in termini di visualizzazioni e di stream, allora ti fanno lavorare bene. Ma se non succede, non puoi pubblicare musica autonomamente e non puoi nemmeno suonare in giro.

Quindi, se fossi arrivato agli Home Visit, come ti saresti comportato?

Sicuramente non avrei firmato un accordo del genere. Se avessi passato la fase dei Bootcamp avrei fatto come Mr Rain nel 2013, che fuggì via dal talent proprio per non firmare.

Enzo Mazza di FIMI ha spiegato che quello dei contratti vincolanti è un problema sistemico, non legato solo ai talent. Hai riscontrato questo aspetto nel corso della tua carriera?

Chi lavora nella musica sa che i contratti possono essere pericolosi, bisogna tenere gli occhi aperti. Ho un caro amico, di cui non farò il nome per privacy, che è un cantante affermato e fa pezzi che sono andati super virali. A un certo punto è andato a Milano, ha firmato con un produttore molto famoso ed è rimasto letteralmente bloccato, perché non ha raccolto le views che faceva prima di firmare. Non gli hanno fatto uscire le canzoni, hanno deciso loro per anni cosa potesse fare e cosa no. La cosa più importante per un artista è la libertà e molti te la tolgono, succede anche a quelli più famosi. La soluzione sarebbe quella di prodursi sempre in modo indipendente ma al momento resta un sogno, almeno per me.

Come fa un artista a capire se un accordo è davvero vantaggioso o se può rivelarsi una "cella", come hai detto su Tik Tok?

Io ho rischiato molte volte di essere truffato, perché di truffa si tratta, ma non ho mai sottoscritto nulla di compromettente. Attualmente ho firmato un contratto di distribuzione con ADA Music, loro mi hanno dato un anticipo in denaro per dei lavori vecchi e tre pezzi nuovi e prendono il 30% dalle distribuzioni digitali. Si tratta di un accordo pulito, semplice, che non dà nessun vincolo. Posso fare quello che voglio, posso anche droppare un pezzo in cui sc*reggio per mezz'ora, non mi possono dire nulla. Quelli di X Factor, invece, si chiamano contratti in cast ed è con quelli che rischi un vincolo. Io li firmerò solo quando sarà molto affermato e potrò avere il coltello dalla parte del manico.

A Fanpage, Nuela ha consigliato ai giovani artisti di non fidarsi dei produttori musicali. Sei d'accordo?

Grazie a Dio sono un musicista vero e non ho mai avuto bisogno di affidarmi a un produttore, come fanno tutti quelli che non sono capaci di fare musica. Chi non sa fare beat, comporre o arrangiare si affida ad altre persone. Succede soprattutto alle donne, che si fanno intortare e perdono gran parte dei guadagni. I produttori che ho avuto io sono sempre stati co-produttori, tutta gente di cui mi fidavo, che ho studiato e che ho testato prima di iniziarci a collaborare. Ma Nuela ha ragione, gli artisti che non sanno prodursi e suonare, che sanno solo cantare, devono starci molto attenti. L'importante è non dargli troppo potere, non rendersi ricattabili, limitarsi a farsi produrre i beat o gli arrangiamenti. Stessa cosa per i manager, ne ho incontrati alcuni che erano dei veri e propri infami, ratti alla ricerca di denaro.

Emanuele Crisanti, in arte Nuela
Emanuele Crisanti, in arte Nuela

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Io faccio una distinzione tra fan primi e fan secondi: i secondi sono quelli che ti danno la views e gli stream, mentre i primi sono quelli che ti comprano il merchandising, il biglietto del live e sono veramente appassionati alla tua musica. Il mio scopo è quello di arrivare ad avere tanti fan primi.

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