Nunzia De Girolamo: “Trattata come simbolo di TeleMeloni e del tracollo di Rai3, è stato un trauma”
Nunzia De Girolamo riparte da Ciao Maschio. E il concetto di ripartenza ha molto senso se si considera come era iniziata questa stagione televisiva. Quello dell'ex ministra, convertitasi alla Tv negli ultimi anni, è stato tra i nomi più chiacchierati della stagione televisiva della Rai, chiamata a svolgere il compito arduo di rimpiazzare Bianca Berlinguer passata a Mediaset e accompagnata da una narrativa non proprio favorevole, che ha certamente contribuito allo scarso riscontro del suo Avanti Popolo, il talk andato in onda in prima serata su Rai3 da inizio autunno a inizio inverno, quando è stato chiuso prematuramente. Un'esperienza negativa che l'ha colpita, ma anche fortificata, come racconta in questa intervista a poche ore dalla ripartenza del suo programma del sabato sera di Rai1.
Quarta edizione di Ciao Maschio. È la sua certezza?
Sicuramente rappresenta il programma con cui ho iniziato la mia conduzione in Rai. L'ho fortemente voluto e scritto, quando sono arrivate altre proposte non ho mai voluto rinunciare a Ciao Maschio, perché mi ha dato sempre soddisfazione, lo sento giusto per me. Questa edizione parte con l'entusiasmo che avevo sin dal principio.
La collocazione distingue Ciao Maschio. Una collocazione non semplice per orario, concorrenza e quindi ascolti. La cambierebbe con qualche altra fascia?
Secondo me questo programma nasce per la seconda serata, non starebbe bene altrove. All'inizio è stata dura, l'anno scorso abbiamo chiuso con la media del 15%, ma dall'altra parte c'è sempre stata Maria De Filippi, che non è proprio una passeggiata di salute. Però non rinuncerei mai a questa collocazione, è un'abitudine per me e chi mi ha vista in questi anni. Un altro slot richiederebbe una rivoluzione.
I programmi incentrati sull'intervista si prestano sempre di più alla collocazione in prima serata, sono diventati un trend.
E vero, un trend che funziona se adoperi una modalità alternativa e non tradizionale. Non mi interessano la vita e la biografia, voglio andare oltre lo sguardo e gli occhi. Non faccio mai domande di gossip, un po' perché non mi interessa, ma anche per andare in una direzione diversa rispetto al solito. C'è anche da dire che il programma di seconda serata, per andare in prima serata, ha bisogno di modifiche ed evoluzioni come è successo a Belve di Francesca Fagnani, che dalla seconda serata è passata in prima, portando contributi nuovi per un pubblico diverso e conduzione diversa.
Insomma, la prima serata non si esclude del tutto?
Diciamo che al momento io sono abbastanza traumatizzata dall'esperienza di Avanti Popolo, ci vado molto cauta. Mi ha lasciato cose positive, ma due grandi insegnamenti: è importante dire no ed ho capito che è necessario essere cauti prima di fare un passo più lungo della gamba.
Perché è stata così traumatica?
Perché mi sono ritrovata a coprire un buco. Quel programma io non volevo farlo per mille ragioni, sapevo fosse una mission impossible, per collocazione, rete, colleghi avversari dall'altra parte.
È diventata incolpevolmente uno dei simboli di TeleMeloni.
Assolutamente sì, direi che sono stata un po' specchietto per le allodole di una certa narrazione, non solo sulla Tv meloniana ma anche sullo smantellamento di Rai3. Ma io mi sono solo resa disponibile con l'azienda che aveva una difficoltà. Non ho mai chiesto di fare questo programma, non lo avrei mai chiesto, volevo continuare a fare Ciao Maschio.
Quando dice che si è ritrovata a coprire un buco cosa intende?
Quando abbiamo fatto presentazione dei palinsesti a Napoli io stavo conducendo Estate in Diretta, ero sul palco con Bruno Vespa e Sigfrido Ranucci e io inizialmente dovevo sostituire Report al lunedì, che era già impegnativo.
Poi cos'è successo?
Che non solo dovevo andare a riempire un vuoto importante con un format di tutt'altro genere, ma poi sono stata scaraventata al posto della Berlinguer, che era andata a Mediaset. È diventato molto complicato, ho subito una narrazione che mi ha traumatizzata molto.
Avanti Popolo doveva essere diverso in che senso? Non era un talk classico?
No, partiva dall'idea di essere un programma modello Funari, tant'è che era stata fatta una selezione sul pubblico presente in studio, che doveva essere vero protagonista e alle prime due ci abbiamo anche provato.
Poi?
È accaduto che io ero il programma di informazione del martedì e alla mia prima puntata è scoppiata la guerra in Israele. Come fai a a fare il format tradizionale del popolo che parla su un argomento così delicato? La realtà ha superato il format e in corsa abbiamo dovuto cambiare tutto. È andata come è andata.
Aveva anche tentato con la questione Corona di intercettare il tema di attualità del calcio scommesse.
Esatto, è stata una cosa anche un po' diversa, abbiamo rischiato ma non si è capita. Ho preferito dire basta.
La decisione di terminare è stata sua?
Sì, assolutamente, sono andata a Natale dall'amministratore delegato Sergio, dicendogli che volevo fermarmi, che ci avevamo provato ma che fosse opportuno tornare a quello di cui volevo occuparmi.
A Ciao Maschio ci sarà Paolo Bonolis. Lo conferma?
Lo confermo (qui le anticipazioni sulla parole del conduttore, ndr).
Si prende la responsabilità di riportarlo per una breve parentesi in Rai, cosa di cui si parla molto per Sanremo.
Diciamo che mi assumo con piacere questa responsabilità.
Il programma avrà novità?
Squadra che vince non si cambia, ci sono variazioni su alcuni giochi, se ne aggiungerà uno su una sorta di albero della vita, ispirato a un'opera di arte contemporanea che ho visto a una mostra. A ogni ospite faremo compilare un foglio nel quale ci dicono cosa gli manchi. Sono tutti maschi che in generale hanno avuto tutto dalla vita, ma mi va di sapere se ci sia una cosa che gli manchi, anche una cosa astratta, che riguardi la loro visione del mondo. Non è detto che dietro al successo non si nasconda una fragilità, un desiderio. Su un albero verranno attaccati tutti questi fogli.
La scelta degli ospiti va su personaggi che conosce già?
Questo è indifferente, però è un lavoraccio, perché scegliere tra soli maschi, di generazioni diverse, che intendano esporsi, non è semplice. Se li conosco è più facile, ma in caso contrario è un'occasione per entrare in contatto con una persona che non conosco. Cerchiamo di combinare personaggi apparentemente distanti tra loro, tra cui possa innescarsi una dinamica.
Il personaggio che in questi anni si è rivelato una sorpresa?
Devo dire che tutti mi hanno dato tantissimo, qualcosa di sé. Diciamo che mi è rimasta nel cuore l'eleganza di Leo Gullotta, lo dico sempre. Una persona di un garbo unico, un'educazione, cose che mi hanno colpita. Però in generale ho conosciuto tante persone intriganti e intelligenti.
Estate in diretta è stata un'esperienza assolutamente diversa dalle altre due. Come la registri?
Io lì mi sono trovata benissimo, mi sono innamorata della nera, cosa che non immaginavo. Gli ascolti sono andati molto bene e ho avuto questa splendida relazione professionale con Gianluca Semprini, non abbiamo mai discusso. Le ciambelle che vengono col buco. Mi sono sentita a mio agio, nonostante fosse la mia prima esperienza in diretta. Ero piena di ansie, ma superata la prima puntata sono stata benissimo, mi si calzava addosso e non era scontato.
Sembra destinata alla riconferma.
Così dicono, è impegnativo lasciare mia figlia per un'intera estate, perché io sono prima di tutto una madre. Però non mi dispiacerebbe affatto, ha segnato anche il mio rapporto con il pubblico e, d'altronde, la cosa fa piacere. Viviamo di consenso, prima erano i voti e poi lo share.
Fare televisione è, in questo senso, molto simile alla politica
Certo, sei sottoposto al giudizio, al piacere agli altri. In un modo o nell'altro c'è chi si affida a te, si tratti di guidare il paese, o di condurre un programma. La mia è una vita di sondaggi.
Essere simpatici non vuol dire essere capaci e viceversa, anche questa è un'analogia tra i due ambiti.
È molto vero, non c'è una regola in entrambi gli ambiti e non è un caso che in politica e in TV vedi tanti cambiamenti continui, persone che salgono sulla luna e poi cadono rovinosamente. La simpatia e la competenza sono due cose completamente diverse. La prima non puoi inventarla però, soprattutto in televisione la recita prima o poi cade.
Lei su quale delle due cose punta?
Io, pur pensando di risultare simpatica, nella vita ho sempre puntato sulla competenza. Sono una persona che studia molto, l'ho sempre fatto e anche in televisione è così. Penso che il risultato venga sempre e comunque dal lavoro, dall'approfondimento.
Dall'ambito forense all'insegnamento, poi la politica, poi opinionista in Tv e conduttrice. Nella vita ci sono cose che accadono per caso, altre per vocazione. Quale di queste era la sua vocazione?
La politica, senza dubbio. È una grande passione, una vocazione, era il mio vestito. Da ragazzina non ho mai pensato di fare Tv, volevo fare l'avvocato e l'ho fatto, ma poi mi sono resa conto che il tratto comune di tutto quello che ho fatto, la politica c'è.
Non esclude il ritorno?
Oggi faccio orgogliosamente la conduttrice. Quando ero in politica molti mi dicevano di lasciarla per fare Tv, ora molti mi dicono che manco alla politica, che d'altronde è presente in ogni nostra azione quotidiana. Provo a insegnarlo tutti i giorni a mia figlia.